CANTO “MA CHE E’ ‘STU SCONTENTU”

Il canto “Ma che è ‘stu scontentu” si attaglia in maniera più che pertinente ai profondi disagi che stiamo vivendo a seguito degli eventi sismici del 2009 e del 2016-17 e nel contesto dell’attuale emergenza sanitaria, logorante per le restrizioni e prigionie domiciliari senza via di fuga “In una guerra dei mondi di cui non conosciamo nulla, di cui non potremo mai capacitarci anche quando arriverà una tregua al momento ancora lontana e senza avvisaglie” (Antonella Lenti)”, ma il brano è stato composto nel 2004, prima dei tragici avvenimenti, con versi della Prof. Maria Luisa Frasca e musica del M° Camillo Berardi.

MA CHE E’   ‘STU SCONTENTU

 

 

Versi di Maria Luisa Frasca                            

Musica di Camillo Berardi  

                                                       

                                                                

Ma che è tuttu questu scontentu ?

Pecchè sbatto contr’a ‘nu muru ?

Ju tempu s’ha fattu cchiù lentu

ju celu s’ha fattu cchiù scuru.

 

                           ‘Na vote me credea

                           che se potea spazia’.

                           Ju munnu me ss’è fattu troppo strittu,

                           ji’   quasci non ci pozzo rispira’.

 

Me pare ch’è come ‘na fame

me pare ch’è come ‘na sete.

Ma a mmi’ no’ me sazia lo pane.

Che pena le pene segrete…

 

                          ‘Na vote me credea

                             che se potea spazia’.

                          Ju munnu me ss’è fattu troppo strittu,

                             ji’   quasci non ci pozzo rispira’.

 

Redengo la vita a ju sognu

mo’ che la speranza è finita.

Ccusci’ no’ me pare ch’ è pocu

lo pocu che me dà la vita.

 

                            E pure se mme pare

                             che non se po’ spazia’,

                             ju munnu me llo faccio meno strittu,

                             forse ccusci’ ce rrescio a rispirà.

 

 

Questo canto aquilano esprime la struggente malinconia di chi – sentendosi dotato di una grande apertura d’ali – non ha trovato spazio nel piccolo mondo soffocante in cui la sorte lo ha costretto a vivere. Non gli resta che evadere nel sogno.

Il brano è stato presentato alla 13^ edizione del Vernaprile, Concorso di poesie, canzoni e ricerche etnografiche abruzzesi organizzato dalla Fratellanza Artigiana, Società di Mutuo Soccorso di Teramo fondata il 24 giugno 1861, della quale il 1° Presidente Onorario fu Giuseppe Garibaldi.

Il premio per la canzone dialettale abruzzese è stato assegnato al musicista M° Camillo Berardi e alla poetessa Maria Luisa Frasca di L’Aquila, per il componimento inedito “Ma che è ‘stu scontentu” che si è classificato al primo posto assoluto con la seguente motivazione: “L’opera è valida, originale con il rispetto degli antichi stilemi e si presenta come lavoro molto raffinato nel quale la tradizione è giocata con classe”.


In sede di premiazione, in via del tutto eccezionale, e fuori programma, è stato richiesto al compositore Camillo Berardi di presentare al pubblico il canto vincitore e il M° Berardi, arricchendo il prestigio della manifestazione, ha corrisposto alla richiesta del Comitato Organizzatore, offrendo l’esecuzione cameristica del brano affidato alle voci del soprano Adele Ciavola e del contralto Valentina Bruno accompagnate con la tastiera dallo stesso Berardi.

L’orgoglio e l’attaccamento alle tradizioni ancestrali sono suggestivamente rivissuti nella stupenda manifestazione teramana, nel corso della quale, per la prima volta, è stato attribuito un prestigioso riconoscimento all’Abruzzo aquilano.

Il video con l’esecuzione del canto è stato realizzato da Luciano Dionisi è riportato di seguito:

https://www.youtube.com/watch?v=UYQXRryOUBA

 

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