La prima procedura di crio-ablazione con l’innovativo sistema POLARx a sud del Rubicone è stata effettuata alla ‘San Michele’ di Maddaloni

Per i cardiopatici con Fibrillazione Atriale nuove tecniche per sconfiggere il “Nemico n. 1”
Effettuata alla Casa di Cura San Michele la prima procedura di crio-ablazione
con l’innovativo sistema POLARx a sud del Rubicone
La tecnologia riduce le liste d’attesa post Covid per gli interventi di ablazione cardiaca
comunicato stampa
1 ottobre 2020
Per la prima volta nel Centro-Sud è stata effettuata presso la Casa di Cura “San Michele”
di Maddaloni (CE) la procedura di crio-ablazione con il nuovo sistema POLARx nei pazienti
affetti da fibrillazione atriale.
Spesso asintomatica, la fibrillazione atriale, è uno dei disordini più frequenti del ritmo
cardiaco ed è riconducibile a un’attività elettrica caotica nelle camere superiori del cuore (atri) che
dà origine, in molti casi, a ictus. Per chi soffre di questa patologia, il rischio ictus è di 3-5 volte
superiore rispetto ad altri pazienti; lo “stroke” colpisce ogni anno 200.000 italiani e rappresenta,
tuttora, la prima causa di morte e la terza di invalidità. Di fibrillazione atriale soffrono, in Europa,
8,8 milioni di persone (rapporto RAND Europe 2015), con un costo elevatissimo per i sistemi
sanitari. Nei soggetti affetti da scompenso cardiaco, è stata altresì dimostrata una minore
sopravvivenza in caso di coesistenza con la fibrillazione atriale.
«I primi trattamenti per contrastare la fibrillazione atriale – spiega il dr. Antonio De
Simone, responsabile del Servizio di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione della Clinica “San
Michele” – sono, in genere, farmacologici. In caso di terapia antiaritmica inefficace, si deve
ricorrere alla procedura nota come ‘ablazione cardiaca’. Questa tecnica, secondo quanto definito
dalle linee guida del 2020, va eseguita per via transvenosa (quindi nessun intervento chirurgico)
ed è finalizzata a cicatrizzare e distruggere il tessuto che causa il battito anomalo o lo diffonde.
L’innovazione tecnologica e la continua valutazione degli esiti sulle terapie hanno affiancato alla
classica tecnica della radiofrequenza la tecnica della crioablazione, procedura che attraverso un
catetere a palloncino (cryoballoon) inserito attraverso la vena femorale permette di registrare i
segnali elettrici anomali e congelare il tessuto cardiaco intorno alle singole vene polmonari,
individuate come causa principale dell’aritmia, con una sola erogazione di crioenergia (tecnica oneshot)
».
In questo ambito, fra le innovazioni terapeutiche introdotte di recente in Italia e utilizzato
per la prima volta al Centro-Sud presso la Casa di Cura di Maddaloni, si segnala il sistema
POLARx (dalla ricerca Boston Scientific), che promette di rappresentare un significativo step
evolutivo nella tecnica della crioenergia.
«Abbiamo voluto fortemente questo sistema – chiariscono i dottori Antonio De Simone e
Giuseppe Stabile – perché i dati che vengono da studi clinici internazionali evidenziano come sia
migliorativo per la facilità di utilizzo associata a ridotta incidenza di complicanze, consentendo il
posizionamento del catetere in tempi estremamente rapidi e permettendo di ridurre, in modo
significativo, sia la durata procedurale che i tempi di degenza».
Conferme sulla nuova soluzione terapeutica vengono dallo studio Cryo-FIM, presentato al
Congresso della Heart Rhythm Society nel maggio 2019, e dalle testimonianze di clinici che
hanno già impiegato la procedura.
«È inoltre ampiamente dimostrato il livello di automatismo della nuova tecnologia –
continua il dr. De Simone – che può essere governata da un solo clinico, mantenendo invariati e
costantemente sotto controllo tutti i parametri di efficacia e sicurezza per i pazienti (monitoraggio
del diaframma e dell’esofago, pre-definizione della durata di erogazione della crioenergia, ecc.) a
tal punto da garantire elevati risultati di efficacia già dalla prima procedura, isolando sino al 99%
delle vene polmonari con una singola applicazione, aumentando il successo clinico contro la
fibrillazione atriale all’80%, riducendo ulteriormente le tanto temute recidive che, oltre a debilitare
il paziente che ne è colpito, evitano di esporre i pazienti al rischio di contagio da Covid-19”
derivante dai ripetuti accessi al pronto soccorso».
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INFO: Casa di Cura “San Michele” – via Montella 16 – MADDALONI (CE) 81024
tel 0823.208111 0823.208520 0823.208700 – fax 0823.402474 – email info@clinicasanmichele.com |
sito http://www.clinicasanmichele.com
Clinica San Michele srl
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Casa di Cura San Michele
Clinica San Michele Maddaloni (CE)
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