A te Italia!

A te!

Sono giorni difficili questi, che ti sferzano il volto, colpendoti costantemente. Ogni respiro svanito sembra lentamente portarsi via un po’ della tua essenza e non puoi far altro che asciugare il viso con una mano, mentre con l’altra provi a resistere, tenendo salda la presa. La primavera era la tua stagione: al primo caldo sembravi risplendere di una luce nuova, ed il tepore diffuso ti rendeva dolce ed ammaliante.

Oggi le strade sono vuote, il mare silenzioso così come i cieli, scanditi soltanto da qualche timido cinguettio che ancora non ti rende giustizia. Da quando ti ho conosciuta, non ti ho mai vista così stanca, provata dalla fatica di cui incessantemente lotta, ad ogni costo, senza un attimo di pace. Pace. La sola cosa di cui, ora, hai un disperato bisogno. Pace.

Eppure resti lì, implacabile. Salda e fiera come un cavaliere a spada tratta, a difesa del feudo, pronta a compiere il tuo dovere, pronta al sacrifico fin quando le braccia reggeranno. Mentre l’ombra sembra ergersi contro di te, gli sguardi colmi di ammirazione accompagnano i tuoi passi, tributi di stima alla tua nobile resistenza, non per fatuo orgoglio ma a presidio della tua integrità.

Eppure sei lì, implacabile. È la speranza a sorreggerti. La speranza che quei giorni di primavera torneranno; che finalmente potrai deporre le armi e riposare, lasciandoti cullare dalla piacevole brezza che, dolce, accarezzerà il tuo viso. La speranza che la fatica e la paura cederanno il passo alla gioia di un abbraccio, che il silenzio si riempia di canti e risa perché allora sarà finita.

Francesco Merenda

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