Agenda settimanale dal 22 al 28 gennaio 2018 in Campania, programmata dal Circuito Teatro Pubblico Campano

Cinema Teatro Italia di Eboli

Info 0828365333

Martedì 23 gennaio, ore 20.30

 

Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei

Info 0818577725 – 3337361628

Da venerdì 26 a domenica 28 gennaio

(feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)

 

Best Live

presenta

 

Francesco Cicchella in

 

Millevoci

uno spettacolo scritto da

Francesco Cicchella, Vincenzo De Honestis e Gennaro Scarpato

 

Millevoci è uno show comico-musicale nel quale Francesco Cicchella mostra le sue doti di comico, cantante ed intrattenitore. Sul palco, oltre allo showman, Vincenzo De Honestis (storica spalla di Cicchella in tutti i suoi spettacoli ed in molte delle sue apparizioni televisive), con il quale dà vita ad esilaranti siparietti comici, ed una band di sei elementi capitanata dal maestro Paco Ruggiero.

Il titolo, che strizza l’occhio al celebre varietà televisivo degli anni ’70, è quanto mai emblematico. Le mille voci a cui fa riferimento sono quelle che Cicchella porta sul palco, facendo vivere una moltitudine di personaggi e giocando continuamente con la sua vocalità anche quando veste i panni di se stesso.

Sul palco, infatti, oltre alle celebri parodie televisive del comico (Massimo Ranieri, Michael Bublé, Gigi D’Alessio etc.), che rientrano tra i momenti più esilaranti dello spettacolo, diversi numeri da vero showman, che proiettano il pubblico in un viaggio assolutamente ironico e giocoso attraverso il mondo della musica, condotto in maniera sorniona da Cicchella il quale si dimostra capace di impressionare e divertire il pubblico, spiazzandolo continuamente con numeri caratterizzati allo stesso tempo da grande spessore musicale ed artistico, ma anche da devastante forza comica.

Il performer fa apprezzare le sue doti canore passando da Stevie Wonder a Pino Daniele, da Michael Jackson ai Maroon 5, da Bruno Mars a Tiziano Ferro, senza mai prendersi troppo sul serio ed offrendo sempre allo spettatore un nuovo punto di vista, originale ed ironico, dal quale partire per giocare con la musica.

Cicchella esamina la musica ed i cantanti attraverso la lente del comico, regalando momenti di puro divertimento oltre che performances musicali di classe, in uno show fresco, leggero, sempre godibile e di pregevole fattura.

Teatro Diana di Nocera Inferiore

info 3347009811

Martedì 23 gennaio, ore 20.45

 

Teatro Massimo di Benevento

info 082442711

Mercoledì 24 gennaio, ore 20.45

 

Teatro Italia di Acerra

Info 0818857258, 3333155417

Giovedì 25 gennaio, ore 20.30

 

Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta

info 0823444051

Da venerdì 26 a domenica 28 gennaio

(feriali ore 20.45, domenica ore 18.00)

 

GITIESSE Artisti Riuniti

in collaborazione con

Festival dei Due Mondi di Spoleto

presenta

 

Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses

in

 

Filumena Marturano

di Eduardo De Filippo

 

con

Nunzia Schiano, Mimmo Mignemi

 

e con

Ylenia Oliviero, Elisabetta Mirra, Fabio Pappacena,

Eduardo Scarpetta, Gregorio Maria De Paola, Agostino Pannone

 

scene e costumi Raimonda Gaetani, musiche originali Teho Teardo

luci Luigi Ascione, assistente alla regia Marina Bianchi

 

regia Liliana Cavani

Filumena Marturano è il testo di Eduardo più rappresentato all’estero, ispirato da un fatto di cronaca dal quale Eduardo ha costruito una delle più belle commedie dedicata alla sorella Titina.

È la storia di Filumena Marturano e Domenico Soriano: lei  è  caparbia, accorta, ostinata contro tutto e tutti nel perseguire la propria visione  del  mondo, con un passato di lotte e tristezze, decisa a difendere fino in fondo la vita e il destino dei suoi figli: è la nostra “Madre Coraggio”.

Lui borghese, figlio di un ricco pasticciere, “campatore”, amante e proprietario di cavalli da corsa, un po’ fiaccato dagli anni che passano e dalla malinconia dei ricordi, è stretto in una morsa dalla donna che ora lo tiene in pugno e a cui si ribella con tutte le sue forze.

Ma è soprattutto la storia di un grande amore.

La commedia porta al pubblico il tema, scottante in quegli anni, dei diritti dei figli illegittimi. Il 23 aprile 1947, infatti, l’Assemblea Costituente approvò l’articolo che stabiliva il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare anche i figli nati fuori dal matrimonio, mentre otto anni più tardi, nel febbraio del 1995, venne approvata la legge che abolì l’uso dell’espressione “figlio di N.N.”.

Nel ruolo di Filumena e Domenico due grandi protagonisti della scena italiana: Mariangela D’Abbraccio, che ha iniziato la sua carriera diretta da Eduardo nella Compagnia di Luca De Filippo, e Geppy Gleijeses, allievo prediletto di Eduardo, che per lui nel ’75 revocò il veto alle sue opere.

A dirigere la commedia la più grande regista di cinema al mondo, italiana e donna, Liliana Cavani, che con questo allestimento debutta nella Prosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cinema Teatro Modernissimo di Telese

Info 0824976106

Martedì 23 gennaio, ore 20.30

 

Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere

Info 0823799612

Mercoledì 24 gennaio, ore 21.00

 

Teatro Eduardo De Filippo di Agropoli

Info 0974282362, 3383096807

Giovedì 25 gennaio, ore 20.45

 

Compagnia Enfi Teatro

presenta

 

Biagio Izzo in

 

Di’ che ti manda Picone

testo di Lucio Aiello

 

con Rocío Muñoz Morales

 

e con

Mario Porfito, Lucio Aiello, Agostino Chiummariello, Rosa Miranda,

Antonio Romano, Arduino Speranza, Felicia Del Prete

 

scene Luigi Ferrigno

disegno luci Gigi Ascione

costumi Anna Zaccarini

 

regia Giuseppe Miale Di Mauro

 

dedicato A Elvio Porta

 

Nel 1984 uscì il film diretto da Nanni Loy, Mi manda Picone, che raccontava la storia di un operaio dell’Italsider di Bagnoli che per protestare contro la chiusura della fabbrica si diede fuoco davanti al consiglio comunale sotto gli occhi della moglie e del figlio piccolo.

Nel 1984 io avevo 9 anni e molto probabilmente il film non lo vidi nemmeno (ho poi recuperato crescendo) ma ricordo perfettamente che nella mia famiglia quando c’era da fare qualche incontro importante o qualche faccenda delicata, si diceva: «Di’ che ti manda Picone».

Per anni mi sono chiesto chi fosse quel fantomatico Picone, che solo a nominarlo come faceva Giannini nel film rilasciava crediti e possibilità, poi con il tempo ho capito cosa voleva dire quella frase.

Così, quando mi hanno chiamato per curare la regia di questo testo che partendo dal film racconta che fine ha fatto quel bambino che ha visto il padre scomparire inghiottito dalle fiamme, ho fatto un tuffo nella mia infanzia.

In quell’universo in cui i bambini si isolano e creano il loro mondo personale. Come Antonio Picone, alias Biagio Izzo, che ormai adulto si isola nella vecchia casa di famiglia e vive nel ricordo di un padre andato via troppo presto. Intanto si è fidanzato e ben presto scoprirà che la sua donna aspetta un bambino.

Ciò vorrà dire assumersi delle responsabilità, diventare adulto. Ma Antonio Picone vuole restare bambino, così convinto che crescere voglia dire solo farsi il sangue amaro e ascoltare verità che non gli piacciono.

Purtroppo per lui un nugolo di personaggi subdoli e spietati invaderanno la casa – isola del povero Antonio e lo condurranno nella piaga sociale di una politica fatta di raggiri e inganni. E il bambino, orfano di un martire del lavoro, sarà costretto a diventare adulto e scegliere da che parte stare nel mondo vero.

Il percorso che porterà a questa scelta sarà fatto di amore, tante risate, ricordi, esami di coscienza e prese di posizione. Alla fine Antonio farà la sua scelta. E proprio come succedeva nella mia famiglia, anche in questa ci sarà chi gli sussurrerà quella fatidica frase: «Di’ che ti manda Picone».

 

Giuseppe Miale di Mauro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Teatro Verdi di Salerno

info 089662141

Da giovedì 25 a domenica 28 gennaio

(feriali ore 21,00 – festivi ore 18,30)

 

Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo

in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana

presentano

 

Laura Morante

in

 

Locandiera B&B

di Edoardo Erba

liberamente ispirato a La locandiera di Carlo Goldoni

 

con (in o.a.)

Giulia Andò, Bruno Armando, Eugenia Costantini

Vincenzo Ferrera, Danilo Nigrelli, Roberto Salemi

 

scene e luci Gianni Carluccio

costumi Alessandro Lai

suono Hubert Westkemper

assistente alla regia Luca Bargagna

 

regia Roberto Ando’

 

 

In un’antica villa che sta per essere trasformata in albergo, Mira si ritrova coinvolta in una strana cena organizzata dal marito con ambigui uomini d’affari. Il marito non si è presentato e tocca a lei gestire una serata di cui non capisce clima e finalità.

Il suo unico punto di riferimento, il contabile della società, a metà della cena se ne va senza spiegazioni lasciandola in balia degli ospiti. Finché arriva uno sconosciuto che le chiede una stanza per riposare. I due sembrano irresistibilmente attratti e Mira si appoggia a lui per affrontare una situazione al limite del lecito, mentre via via si aprono squarci inquietanti sulle attività del marito assente.

Col procedere della notte, il gioco si fa sempre più pericoloso e ineluttabile. Ma che parte ha Mira? Davvero è così ingenua e sprovveduta come ci ha lasciato credere?

Humor nero, intrighi, crimini, infatuazioni, la commedia di Edoardo Erba, disegnando il sorprendente profilo di Mira, traccia con surreale leggerezza un inedito ritratto dell’Italia di oggi, un Paese amorale, spinto dal desiderio di liberarsi, una volta per tutte, del proprio passato, ingombrante e ambiguo, e ricominciare daccapo.

A dar vita a Mira, Mirandolina dei giorni nostri, dei nostri tempi di crisi, è una delle attrici italiani più raffinate, ironiche e intelligenti, tra le grandi muse del cinema d’autore italiano e francese, più volte vincitrice di premi prestigiosi come il David di Donatello, il Nastro d’Argento, il Globo d’Oro, il Ciak d’Oro, l’European Film Awards, ma non nuova alle tavole del palcoscenico.

Dopo gli esordi giovanissima con Carmelo Bene, ha fatto più volte ritorno in teatro, sia quando viveva in Francia sia a fine anni Novanta, prima con Monicelli poi con Franceschi, e di nuovo nel 2013 con Roberto Andò.

 

 

Cinema Teatro Politeama di Torre Annunziata

Info 0818611737, 3381890767

Giovedì 25 gennaio, ore 20.45

 

Lu.Scar Produzioni Teatrali

presenta

 

Mamma…ieri mi sposo!

liberamente tratto da Twixt di Clive Exton
adattamento di Carlo Alighiero e Gustavo Verde
con
Gino Riveccio, Sandra Milo, Marina Suma, Fanny Cadeo

 

e con

Ettore Massa

 

costumi Sandra Banco, scene Sissy Granata

luci Alessio Sepe, aiuto regia Alessandra Toniutti
regia Patrick Rossi Gastaldi

 

Una commedia borghese ambientata negli anni 70. Ispirata alla grande tradizione del teatro comico inglese, dove gli equivoci generano situazioni paradossali, scambi di persone, straordinari meccanismi teatrali dove la risata scaturisce spontanea e continua.

Un uomo sui 50anni, apprensivo e assolutamente sprovveduto, tiene nascosto alla madre di essersi sposato da alcuni mesi e alla moglie (Marina Suma) di non aver mai detto a sua madre del suo matrimonio.

Per mantenere l’equilibrio suocera-figlio- nuora si inventa ricorrenti trasferte di lavoro e va invece a rifugiarsi in un villino di campagna, tenuto nascosto alla moglie, dove si incontra una volta al mese con un’altra donna, di cui lui subisce lo straripante amore. Sua madre!

Una sera il nostro eroe si trova in casa: prima la sua segretaria in baby doll, inseguita da un marito furioso, poi la madre, quindi il suo socio in affari, il quale è anche l’amante di sua moglie, e infine la moglie avvertita da una telefonata anonima.

Per evitare pericolose rivelazioni, nel forsennato tentativo di tenere all’oscuro sua madre del suo matrimonio, si trova nella necessità di accumulare bugie su bugie sulle rispettive identità.

Ma alla fine la verità sta per emergere, straripare, non c’è più scampo. Deve scegliere, decidere: abbandonare tutti e andarsene con la moglie? Lasciare la moglie e la madre e fuggire con la segretaria? Lasciare moglie la segretaria e la mamma e scappare con il socio? Quale altra scelta gli resta?

 

 

 

Teatro Auditorium Tommasiello di Teano

info 0823885096 – 3333782429

Sabato 27 gennaio, ore 20.45

 

Teatro delle Arti di Salerno

info 089221807

Domenica 28 gennaio 2018, ore 18.30

 

Balletto del Sud

presenta

 

Le quattro stagioni

di W. H. Auden

 

performance di teatro, musica e danza in un atto
coreografie di Fredy Franzutti
op. n° 30 del 2012

musica di Antonio Vivaldi e John Cage
scene di Isabella Ducrot
poesie di Wystan Hugh Auden

 

personaggi e interpreti

Wystan Hugh Auden, Andrea Sirianni

 

SPRING: the love period

The Truth About Love
Nuria Salado Fustè, Alessandro De Ceglia, Martina Minniti, Stefano Sacco,
Federica Resta, Francesca Bruno, Alexander Yakovlev,
Francesca Raule, Francesco Rovea, Beatrice Bartolomei,
Alice Leoncini, Elia Davolio, Federica Scolla
The Sea and the Mirror
Lucio Mautone, Valerio Torelli
The street of New York
Martina Minniti, Stefano Sacco, Federica Resta, Lucio Mautone,

Francesca Raule, Francesco Rovea, Beatrice Bartolomei,

Alice Leoncini, Valerio Torelli, Elia Davolio, Federica Scolla

 

I believed for years that Love was…
Martina Minniti, Stefano Sacco, Federica Resta, Lucio Mautone,
Francesca Raule, Francesco Rovea, Beatrice Bartolomei,

Alice Leoncini, Valerio Torelli, Elia Davolio, Federica Scolla
SUMMER: state of apathy

Swimming champions
Nuria Salado Fustè, Alessandro De Ceglia, Francesca Bruno, Alexander Yakovlev

 

Degenerated icons
Minnie and Mickey Mouse:Alice Leoncini, Stefano Sacco

 

Goodbye to the Mezzogiorno
Martina Minniti, Francesca Raule, Andrea Sirianni

The brothers of Ischia
Alexander Yakovlev, Elia Davolio, Lucio Mautone, Valerio Torelli

 

AUTUMN: the age of anxiety

Another time
Francesco Rovea, Martina Minniti, Federica Resta, Francesca Bruno,
Francesca Raule, Beatrice Bartolomei, Alice Leoncini

 

Where do they come from?
Francesco Rovea, Martina Minniti, Federica Resta, Francesca Bruno,
Francesca Raule, Beatrice Bartolomei, Alice Leoncini, Federica Scolla
Valerio Torelli, Lucio Mautone, Elia Davolio

 

The Unknown Citizen
Francesco Rovea

 

Erika Mann
Nuria Salado Fusté

 

September 1, 1939
Nuria Saldo Fusté, Alessandro De Ceglia

 

Stars and Stripes
Stefano Sacco

 

WINTER: frozen age

As I walked out one evening
Elia Davolio, Federica Resta

 

Johnny
Alexander Yakovlev

Funeral Blues
Nuria Salado Fustè, Alessandro De Ceglia, Martina Minniti, Stefano Sacco,
Federica Resta, Francesca Bruno, Alexander Yakovlev, Francesca Raule,

Francesco Rovea, Beatrice Bartolomei, Alice Leoncini, Elia Davolio,

Federica Scolla, Lucio Mautone, Valerio Torelli

 

Le quattro stagioni è il 30° spettacolo che il coreografo Fredy Franzutti realizza, nel 2012, per il Balletto del Sud, oggi una delle compagnie più apprezzate del panorama nazionale.

L’argomento trattato utilizza le stagioni per riflettere sulle fasi della vita dell’uomo.

Le stagioni della vita o meglio dei sentimenti non sono dettate da mutamenti repentini scadenzati da giorni precisi del calendario, ma sono legate  alla reazione emotiva de “l’uomo collettivo” agli eventi che accadono.

Per sostenere la tesi Franzutti affida la legazione dei quadri danzati ai versi del poeta inglese (americanizzato nel 1939) Wystan Hugh Auden e alla sua analisi, spesso “peggiorista” –  attributo che Auden aveva coniato per sé – della società dell’uomo comune definito “l’ignoto cittadino”.

I testi sono interpretati dal valido attore Andrea Sirianni spesso impegnato in produzioni di arti integrate e melologhi.

Alle note familiari di Vivaldi si alternano in contrasto le a-melodie  ritmate di John Cage che non solo ci portano alle esigenze dell’uomo moderno (al dissapore e all’amarezza che il confronto con la società ha generato), ma anche alle straordinarie potenzialità espressive di questa età dell’ansia che abbiamo chiamato contemporaneità.

Se dunque la personale primavera è il rapporto con l’amore, il calore dell’estate è l’allegoria dell’immobilità, intesa come inabilità e incapacità di cambiamento, o come disinteresse delle disgrazie  altrui (come nell’Icaro del fiammingo Pieter Bruegel).

L’autunnale caduta  delle foglie e l’arrivo della pioggia insistente ci riporta alla routine dei pendolari,  al modo pratico e consueto di procedere nell’attività quotidiana. Il rumore dei tuoni ci rinnova la paura delle persecuzioni, l’ingiallimento della natura rimanda alla consapevolezza d’appartenenza ad una società incline al marcire e spaventati dall’oscurità delle nubi, perché non vediamo dove stiamo, ci sentiamo (come scrive Auden) persi in un mondo stregato, bambini spaventati dalla notte.

Il gelo invernale cala con la morte: la fine del rapporto, la morte del compagno di viaggio, la morte della persona amata. La morte che rende inutile qualsiasi reazione. “Tirate giù il sole, svuotate gli oceani e abbattete gli alberi. Perché niente servirà più a niente”

Ma le stagioni delle emozioni, come le stagioni metereologiche, non durano per sempre e anche quelle (anche se non con una progressione regolare, continua e prevedibile) ritornano, si alternano, ci sorprendono: E dopo il gelido inverno di un terribile lutto può ritornare una primavera d’amore.

Scopriamo che l’alternarsi delle stagioni delle emozioni altro non  è che la Vita in una società con la paradossale centralità riservata a chi non conta nulla – quei cittadini ignoti che il potere modella come cera, l’industria sfrutta come servi e l’arte canta come eroi.

Le scene sono di Isabella Ducrot, esponente di un personale astrattismo coloristico, le luci di Piero Calò.

 

 

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