Agenda teatrale dal 30 novembre al 6 dicembre 2015 in Campania, programmata dal Teatro Pubblico Campano

Teatro Carlo Gesualdo di Avellino
info 0825771620
1, 3, 4, 5, 6, 7 dicembre
(feriali ore 21.00, festivi ore 18.30)

Tunnel Cabaret
presenta

Alessandro Siani e Christian De Sica in

Il principe abusivo a teatro
soggetto Alessandro Siani

musiche Umberto Scipioni, costumi Eleonora Rella
scenografia Roberto Crea, disegno luci Gigi Ascione

regia Alessandro Siani

Il Principe Abusivo è stato il mio film d’esordio accolto con grande affetto dal pubblico … un affetto nei confronti di questa pellicola che mi ha trascinato a progettarne una versione teatrale. Un adattamento con grandi sorprese nel cast, con tante novità musicali, ma con una sicurezza: Christian De Sica. Una favola moderna che parla di ricchezza e povertà … si dice: il ricco trova parenti tra gli sconosciuti, il povero trova sconosciuti tra i parenti.
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Teatro Massimo di Benevento
info 082442711
Martedì 1 dicembre, ore 20.45

Teatro Verdi di Salerno
info 089662141
Da mercoledì 2 a domenica 6 dicembre
(feriali ore 21,00 – festivi ore 18,30)

La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
presenta

Non ti pago
di Eduardo De Filippo

con (in ordine di apparizione)
Antonella Cioli, Viola Forestiero, Nicola Di Pinto, Federica Altamura
Andrea Cioffi, Gianfelice Imparato, Massimo De Matteo, Carmen Annibale
Paola Fulciniti, Gianni Cannavacciuolo, Giovanni Allocca

regia Luca De Filippo

scene Gianmaurizio Fercioni
costumi Silvia Polidori
musiche Nicola Piovani
luci Stefano Stacchini
aiuto regia Norma Martelli
aiuto scene Olivia Fercioni
aiuto costumi Pina Sorrentino

Continuando il lavoro di approfondimento sulla drammaturgia di Eduardo, a partire da ottobre 2015, la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo propone Non ti pago, commedia tra le più brillanti del repertorio eduardiano che lo stesso grande drammaturgo napoletano ha definito “una commedia molto comica che secondo me è la più tragica che io abbia mai scritto”.
Con Non ti pago la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo porta avanti un percorso specificatamente tematico, preceduto nella stagione 2013/2014 dall’allestimento di Sogno di una notte di mezza sbronza, che ne costituisce il prologo naturale.
La commedia parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’umanità dolente e sfaccendata, che nella cruda realtà quotidiana, fatta di paure, angosce e miseria, non rinuncia però alla speranza, all’illusione, all’ingenua attesa di un colpo di fortuna che determini un futuro migliore.

Breve sinossi
Il protagonista Ferdinando Quagliuolo, è personaggio ambiguo e surreale, che vive tra sogno e realtà. Gestore di un botteghino del lotto a Napoli è un accanito giocatore eccezionalmente sfortunato. Al contrario un suo impiegato Mario Bertolini, suo futuro genero, interpretando i sogni, colleziona vincite su vincite e addirittura un giorno gli capita di vincere una ricca quaterna di quattro milioni delle vecchie lire datagli in sogno proprio dal defunto padre del suo datore di lavoro.
Accecato da una feroce invidia Don Ferdinando si rifiuta di pagargli la vincita e rivendica il diritto di incassare la somma per se. Egli sostiene che lo spirito di suo padre avrebbe commesso un involontario scambio di persona recandosi per errore nella vecchia abitazione della famiglia Quagliuolo dove ora risiede il giovane Bertolini.
La commedia si sviluppa intorno ai vari tentativi di Ferdinando di appropriarsi del biglietto vincente con esasperate contese, dispute surreali e grottesche maledizioni.
Teatro Eduardo De Filippo di Agropoli
Info 0974282362, 3383096807
Giovedì 3 dicembre, ore 20.45

Teatro Diana di Nocera Inferiore
info 3347009811
Venerdì 4 dicembre, ore 20.45

Teatro delle Arti di Salerno
info 089221807
Sabato 5, ore 21.00, e domenica 6 dicembre, ore 18.30

Pietro Mezzasoma
presenta

Giuliana De Sio in

Notturno di donna con ospiti
di Annibale Ruccello

con (in o.a.)
Gino Curcione, Rosaria De Cicco,
Andrea De Venuti, Mimmo Esposito, Luigi Iacuzio

scene Roberto Ricci, costumi Teresa Acone
disegno luci Stefano Pirandello, musiche Carlo De Nonno

regia Enrico Maria Lamanna

Il testo propone, ancora una volta, il viaggio che Ruccello aveva intrapreso nel quotidiano attraversato e contaminato dal thriller, nonché il viaggio nel panorama desolato della periferia urbana, dei ghetti degradati, tra le tv locali e le radio libere.
Un percorso apparentemente triste, che però viene ravvivato ora da una miscellanea di sentimenti, ora da involontaria comicità.
Una serie di colpi di scena con un occhio al cinema “thrilling”; ma mentre “Le cinque rose” ha come riferimento il cinema di Hitchcock, di Argento, di Polanski, nel “Notturno” domina quello anni ’70, per intendersi di Scorsese e di Kubrik.
I canoni sono sempre gli stessi: il luogo isolato, il protagonista barricato all’interno, la minaccia esterna che semina orrore e sgomento fino ad un catartico finale.
L’azione si svolge in una casa a due piani nella periferia di una metropoli: Adriana porta avanti la sua esistenza, nel caldo afoso, tra canzoni e note di un pianoforte, tra televisione ed una terza gravidanza, con un marito, Michele, che lavora di notte e ritorna a casa all’alba.
Una sera accade che strani individui, temuti e desiderati da troppo tempo, si introducano in casa. Improvvisamente riaffiorano senza una logica i ricordi, angoscianti fantasmi del passato, che provocheranno in Adriana una reazione atroce, insensata, ma a lei necessaria per fuggire da quella prigione grigia e ossessiva.
Un progetto in definitiva che segna l’ideale ricostruzione del discorso su Ruccello, sulla violenza e modernità delle metropoli.
La mano del regista ha saputo cogliere gli aspetti più significativi di un testo percorso, come è nello stile dell’autore, da un coacervo di sentimenti contrastanti.
Un particolare ringraziamento alla Sig.ra Giuseppina De Nonno-Ruccello, madre dell’autore, ancora oggi rigorosamente vicina alla “vicenda drammaturgica” dell’indimenticabile Annibale.
Teatro Italia di Acerra
Info 0818857258, 3333155417
Inaugurazione stagione teatrale 2015/2016
Giovedì 3 dicembre, ore 20.30

Cose Production
presenta

Sal Da Vinci in

Se amore è…
Uno spettacolo musicale scritto da Sal Da Vinci, Paolo Caiazzo e Gino Landi

regia e coreografia Gino Landi

assistente Coreografie Cristina Arrò

Corpo di ballo
Francesco Apruzzi, Ylenia D’Agostino, Carmine Verola, Ilaria Leone, Danilo Aiello, Clara Lubrano, Raffaele D’Anna, Noemi Ricci

scene Luigi Ferrigno, disegno luci Francesco Adinolfi
Direttore musicale Maurizio Bosnia
Piano e Keyboards Maurizio Bosnia
Batteria Gianluca Mirra
Basso Gaetano Diodato
Chitarra Acustica e Classica Salvatore Dell’Aversano
Chitarre elettriche Diego Leanza
Percussioni Antonio Mambelli
Costumiste Marika D’angelo e Rita Boccarossa

Tutte le canzoni sono nate sull’onda della sincerità tipica di Sal, quella sincerità figlia della strada che risuona con tanta passione nella sua anima e nella sua voce. La sola urgenza dell’artista è raccontare la vita, nei suoi voli, nei suoi drammi, nelle sue attese, nei suoi riscatti.
Attraverso il disco e attraverso lo spettacolo Sal vuole dare voce a una grande speranza: avvicinare la gente in un momento in cui tutto sembra volerla dividere.
Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta
info 0823444051
Da venerdì 4 a domenica 6 dicembre
(feriali ore 20.45 – festivi ore 18.00)

Nuovo Teatro
diretta da Marco Balsamo
in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola di Firenze
presentano

Stefano Accorsi in

Decamerone
vizi , virtu , passioni
liberamente tratto dal Decamerone di Giovanni Boccaccio

e con
Silvia Ajelli, Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu

adattamento teatrale e regia di Marco Baliani

drammaturgia Maria Maglietta
scene e costumi Carlo Sala
disegno luci Luca Barbati

Progetto “grandi italiani” di Marco Baliani, Stefano Accorsi, Marco Balsamo
Ariosto ORLANDO FURIOSO, Boccaccio DECAMERON, Machiavelli IL PRINCIPE
Le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente vivendo, le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo, l’alito della morte.
Finchè si racconta, finchè c’è una voce che narra siamo ancora vivi, lui e lei che racconta e noi che ascoltiamo.
Per questo ci si sposta da Firenze verso la collina e lì si principia a raccontare.
La città è appestata, la morte è in agguato, servono storie che facciano dimenticare, storie di amori ridicoli, erotici, furiosi, storie rozze, spietate, sentimentali, grottesche, paurose , purchè siano storie, e raccontate bene, perchè la vita reale là fuori si avvicina con denti affilati e agogna la preda.
Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perchè oggi ad essere appestata è l’intera società. Ne sentiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le conventicole, le mafie, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti,la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare.
In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti.
Per ricordare che possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un’altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce.
Per raccontarci storie che ci rendano più aperti alla possibilità di altre esistenze, fuori da questo reality squallido in cui ci costringono a recitare come partecipanti di un globale Grande Fratello.
Perchè anche se le storie sembrano buffe, quegli amorazzi triviali e laidi, quelle puzzonate, quelle strafottenti invenzioni che muovono al riso e allo sberleffo, mostrano poi, sotto sotto, come in tutte le grandi storie, il mistero della vita stessa, un’amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza,
facendoci di botto scoprire che il re è nudo, e che per liberarci dall’appestamento, dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze, riconoscerle, farci un bell’esame, ridendoci sopra, e digrignando i denti, magari uscendo da teatro poco indignati ma ragionevolmente incazzati, anche con noi stessi.
Marco Baliani

Teatro Magic Vision di Casalnuovo
Info 0818030270, 3292180679
Venerdì 4 dicembre, ore 20.45

Gianfranco Gallo e Massimiliano Gallo
in

E’ tutta una farsa!
(ovvero: Petito’s Play)
scritto e diretto da Gianfranco Gallo

con Gianluca Di Gennaro

I fratelli Gallo potrebbero definirsi anche i “Petito’s brothers”, vista la loro esperienza nel recitare i testi del celebre “Totonno ‘o Pazzo” rivisti totalmente dalla riscrittura originale di Gianfranco che riesce a creare uno stile teatrale tutto nuovo e particolare . In linea con questa scelta che da anni ormai decreta il successo dei loro spettacoli , la nuova messa in scena s’intitola “E’ tutta una farsa” ovvero Petito’s Play, in cui i due fratelli giocano con tutta la comicità della nostra tradizione spaziando dalla Commedia dell’Arte , alla farsa appunto, fino ai fenomeni moderni da esse contaminati. I Gallo, al di là del Cinema e della TV, frequentano con amore il Teatro, casa madre dalla quale sono partiti e che mai dimenticano.
La commedia si ispira a varie opere di Antonio Petito per un divertimento senza tempo. Con i due fratelli , il loro nipote Gianluca Di Gennaro, volto noto della TV e la figlia di Gianfranco, Bianca.
Teatro Di Costanzo-Mattiello di Pompei
info 0818577725 – 3337361628
da venerdì 4 a domenica 6 dicembre
(feriali ore 20.30 – festivi ore 18.15)

Gli Ipocriti
presenta

Signori in carrozza!
di Andrej Longo

con
Giovanni Esposito, Ernesto Lama, Paolo Sassanelli
Gaia Bassi, Marit Nissen, Ivano Schiavi, Sergio Del Prete

piano Salvatore Cardone, violino Ruben Chaviano
chitarra Luca Giacomelli, percussioni Emanuele Pellegrini
chitarra e banjo Luca Pirozzi, contrabbasso Raffaele Toninelli

elaborazioni musicali Musica da Ripostiglio – Salvatore Cardone
scene Luigi Ferrigno, costumi Moris Verdiani, coreografie Carlotta Bruni

regia Paolo Sassanelli

Un’occasione straordinaria! Siamo nel dopoguerra, tra la fine degli anni ’40 e gli inizi degli anni ’50.
Un gruppo di attori meridionali viene a conoscenza che stanno decidendo di ripristinare la linea ferroviaria denominata La Valigia delle Indie (India Mail) attiva tra il 1870 e il 1914; questo treno, postale-merci-passeggeri, partiva dalla Gran Bretagna e attraverso Francia e Italia, giungeva a Brindisi dopo 42 h e 30’. I passeggeri lasciavano il treno e si imbarcavano sul Piroscafo Postale Inglese, diretto a Porto Said e, dopo 17 giorni di viaggio, approdavano a Bombay. La notizia pervenuta al gruppo di artisti è che su questo treno e sul piroscafo, i passeggeri sarebbero stati allietati da uno spettacolo di varietà; quindi, si recano a Brindisi, dove sapevano di trovare ospitalità in un teatro semidistrutto dalla guerra. Giunti sul posto tentano di sistemarsi alla meglio in palcoscenico in modo da poter provare il piccolo spettacolo che avrebbero sottoposto alla compagnia ferroviaria.
Grande sorpresa! Incontrano in palcoscenico quattro musicisti ed una famosa cantante-attrice che, avendo appreso la stessa notizia, erano giunti lì con lo stesso scopo. Iniziano le rivalità: ciascun gruppo è intenzionato a sfoggiare il suo repertorio provando pezzi famosi di artisti di varietà, macchiette, canzoni, ecc… con l’intento di affermare la superiorità degli uni sugli altri. La convivenza forzata fa nascere dei sentimenti e dei legami importanti e, alla fine, tutti comprendono che le differenze sono talmente poche e tali da poter preparare e proporre un unico spettacolo. A tirare le fila delle loro azioni, sarà uno strano personaggio che vive e ama quel teatro.
Parte importante dello spettacolo è la musica dal vivo eseguita dal gruppo Musica da Ripostiglio con l’apporto di un pianista e di un violinista.
La Valigia delle Indie
Per raggiungere le sue colonie indiane via mare, la Gran Bretagna doveva far percorrere alle proprie navi il periplo dell’Africa doppiando il Capo di Buona Speranza con un viaggio che durava cento giorni. Questo collegamento, noto come la Valigia delle Indie, era in origine principalmente un servizio postale. Nel 1829 le cose cambiarono allorché Thomas Waghorn, un ex ufficiale della Royal Navy, propose di passare attraverso l’Egitto ed il Mar Rosso; in tal modo per raggiungere Bombay il viaggio si sarebbe ridotto a 60 giorni.
Poiché il Canale di Suez sarà aperto solo nel 1869, questo nuovo percorso prevedeva che le navi provenienti dall’India giungessero a Suez dove merci e passeggeri trasbordavano, quindi pervenivano ad Alessandria d’Egitto a dorso di cammello, attraverso il deserto. Qui i piroscafi della Peninsular and Oriental (P&O) salpavano dirigendosi verso lo stretto di Gibilterra e, attraversatolo, costeggiando la penisola iberica fino allo stretto della Manica, raggiungevano Dover e si era finalmente in patria.
Dal 1839 avvenne un’ulteriore modifica del percorso: il collegamento navale fu limitato da Alessandria al porto di Marsiglia e da qui, via terra, merci e passeggeri giungevano a Boulogne. Non restava che traversare la Manica per essere in Gran Bretagna. Con lo sviluppo ed il progresso della rete ferroviaria francese, dopo lo scalo di Malta, i piroscafi della P&O provenienti da Alessandria d’Egitto terminavano il loro viaggio a Marsiglia; da qui si proseguiva in treno fino a Calais, passando per Lione e Parigi.
Dopo l’unità d’Italia, a seguito dei lavori di scavo del Canale di Suez iniziati nel 1859, il neonato governo propose alle autorità britanniche di utilizzare per la Valigia delle Indie il percorso italiano in alternativa a quello francese, pur sapendo che la rete ferroviaria e lo stato dei porti non permettevano un utilizzo immediato delle strutture. Tuttavia, proprio nel 1862, fu comunque attivato un primo collegamento marittimo tra Ancona ed Alessandria con scalo a Brindisi utilizzando quattro piroscafi della Società Italiana Adriatico-Orientale.
Nel 1869 la validità del percorso alternativo italiano, studiato con attenzione dagli Inglesi, mostrò i suoi vantaggi a seguito di una Valigia delle Indie supplementare che la P&O aveva messo in essere attraverso il territorio italiano, con imbarco nel porto di Brindisi ed arrivo ad Alessandria con l’impiego di una compagnia di navigazione italiana.
Fu il 25 ottobre del 1870 che la Valigia transitò ufficialmente per la prima volta attraverso la penisola con imbarco a Brindisi sul piroscafo Delta, il primo della P&O ad approdare in città. Tuttavia, anche se il Canale di Suez era stato inaugurato l’anno precedente, la Valigia faceva scalo ancora nel porto di Alessandria. Da qui, con il treno, i viaggiatori e le merci venivano trasportati sino a Suez per continuare il viaggio attraverso il Mar Rosso sino a raggiungere Bombay.
Questo treno di lusso, inaugurato venerdì 18 luglio 1890, fu denominato Peninsular Express e, partito da Calais, toccava Parigi, Digione, Torino, Piacenza, Bologna, Ancona, Foggia, Bari e infine Brindisi. In realtà la cosa era nata nel 1879 quando al centro del treno postale per l’India fu attaccato un vagone letto della CIWL limitatamente alla tratta Calais – Bologna. Nel 1886 il servizio fu esteso fino a Brindisi.
Tornando al Peninsular Express, esso si inseriva nel collegamento Londra – Bombay, viaggio che veniva effettuato per treno da Londra a Dover, per battello da qui a Calais, nuovamente per treno fino a Brindisi ed infine per nave, attraverso il Canale di Suez, fino a Bombay.
Il tragitto Londra – Brindisi, secondo le pubblicità dell’epoca, era coperto in appena 45 ore. Cosa strana è che il viaggio era programmato solo per l’andata in India. La partenza da Londra era settimanale, il venerdì, alle ore 15,15; alle 23 si era a Parigi per poi viaggiare l’intera notte, tutto il sabato, ancora una notte per giungere alle 16 della domenica a Brindisi. Dopo una sosta di sei ore ci si imbarcava per Bombay che veniva raggiunta dopo alcuni giorni di viaggio.
Nel 1897 la compagnia di navigazione P&O destinò al porto di Marsiglia i suoi grossi piroscafi, lasciando in esercizio a Brindisi solo Iris ed Osiris, due battelli più piccoli e più veloci diretti a Port Said. Nonostante il rinnovo delle convenzioni, lo scalo brindisino assumeva sempre meno importanza per la compagnia britannica, tanto che gli approdi furono ridotti da quindicinali a mensili.
Questa situazione di precarietà si protrasse fino al 1914, quando, allo scoppio della prima guerra mondiale, dopo circa 40 anni, la Valigia delle Indie fu soppressa definitivamente.

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