Arabia Saudita, tragedia vicino alla Mecca: 717 pellegrini uccisi nella calca

Più di 800 i feriti. E' successo a pochi chilometri dalla città santa, a Mina. E' il secondo incidente più grave di sempre

RIAD – Un massacro. Una distesa di corpi senza vita su una strada, con un bilancio che peggiora ora dopo ora: 717 pellegrini sono rimasti uccisi e più di 800 feriti per la calca che si è formata a Mina, città santa a 5 chilometri dalla Mecca, nel primo giorno di Eid al-Adha, la Festa del Sacrificio. Si tratta del più grave incidente degli ultimi anni alla Mecca, dopo quello del 2006, quando morirono in 364 durante il rito del lancio di pietre, e il secondo della storia, dopo il caso del 1990 con 1.426 morti.

La ressa. Da giorni due milioni di fedeli sono in Arabia Saudita per l’Hajj, il pellegrinaggio rituale alla Mecca e considerato il più vasto raduno al mondo. Non sono ancora chiare le cause che hanno provocato la calca nell’area, dove sono state realizzate importanti infrastrutture per rendere più facile il movimento del fedeli. La ressa si sarebbe formata mentre i fedeli erano diretti verso la simbolica cerimonia della lapidazione di Satana che segna il momento culminante dell’haji. Una tragedia avvenuta probabilmente “per una fuga improvvisa” sulla “strada 204”, che si trova tra due campi allestiti dai pellegrini. Sul luogo dell’incidente sono arrivate 200 ambulanze e 4.000 soccorritori.

Le accuse. Il ministro saudita della Salute, Khaled al-Faleh, ha detto che la tragedia è avvenuta perché i pellegrini tendono a ignorare le istruzioni fornite dai responsabili dell’organizzazione della Festa del Sacrificio. “Molti pellegrini si mettono in movimento senza rispettaregli orari fissati da chi gestisce i riti”, ha aggiunto. L’Arabia Saudita ha mobilitato oltre 100.000 agenti di polizia in occasione del pellegrinaggio. Lungo il percorso dei fedeli, il personale militare, assistito dai volontari, si occupa anche della distribuzione di acqua e cibo.

L’Iran ha puntato il dito contro errori della sicurezza saudita: molte vittime sono infatti iraniane. Il responsabile dell’organizzazione iraniana dell’Haji, Said Ohadi, ha riferito che per “ragioni sconosciute” è stata chiusa una strada vicino al luogo della cerimonia, dove poi è avvenuta la calca mortale.

In 25 anni 2.800 morti. La tragedia segue di poco meno di due settimane la morte di un centinaio di fedeli per il crollo di una gru sulla moschea principale, sottoposta da mesi a imponenti lavori di ristrutturazione. L’Hajj, il pellegrinaggio rituale alla Mecca, si è tragicamente trasformato in un bagno di sangue più volte negli anni con migliaia di fedeli rimasti uccisi, per lo più a causa della ressa.

In 25 anni hanno perso la vita 2.800 persone. Nel febbraio 2004, 270 rimasero uccisi sul ponte Jamarat. Nel 2008 morirono 180 persone, mentre furono 340 nel ’97 e 270 nel ’94. L’incidente più grave – come detto – risale al gennaio 1990 con un bilancio di 1.426 morti, per una ressa in uno dei tunnel che portano ai luoghi sacri della Mecca.

L’Hajj. La festa del Sacrificio è una delle più importanti celebrazioni religiose per musulmani di tutto il mondo. Indossando l’abito tradizionale, due pezzi di stoffa bianca senza cuciture, i pellegrini effettuano il tragitto che collega la Mecca a Mina, attraversando quindi la pianura di Arafat e seguendo il percorso a ritroso. Il pellegrinaggio alla città santa è un dovere per ogni buon musulmano che ne abbia le possibilità, da compiere almeno una volta nella vita.

 

 

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