Caldo e incendi, i rischi per il trasporto di acqua e prodotti agricoli

Nel settore agroalimentare italiano oltre il 90% della movimentazione delle merci avviene su gomma. I problemi stagionali alla base di un rincaro già dovuto alle criticità strutturali di filiera e di sistema

Claudio Donati (Assotir): “In questi giorni c’è un incremento inusuale della domanda di acqua. Dobbiamo fare i conti con la scarsità di risorse idriche e con l’aumento della domanda dei prodotti ortofrutticoli”

 

Il mondo dell’autotrasporto italiano fronteggia il grande caldo e si impegna a fare gli straordinari nella difficile situazione di questi giorni. “La categoria degli autotrasportatori si rivela una volta di più fondamentale per il funzionamento della nostra società” dichiara Claudio Donati, Segretario generale di T.I. Assotir. “Tra gli elementi che viaggiano su gomma, infatti, a ricoprire una parte fondamentale sono i prodotti ortofrutticoli e l’acqua. In questi giorni c’è un incremento inusuale della loro domanda. Altri mezzi non hanno capacità sufficienti o tempistiche adeguate a soddisfare le esigenze di questi trasporti”.

I PRODOTTI AGRICOLI. Il processo di produzione e distribuzione di prodotti agroalimentari coinvolge una rilevante porzione dell’economia italiana, rappresentandone il 13,2% degli occupati (3,3 milioni di lavoratori) e l’8,7% del PIL (circa 119 miliardi di euro). Alle imprese che operano nei diversi anelli della filiera (aziende agricole, imprese di trasformazione alimentare, grossisti, grandi superfici distributive, piccoli negozi al dettaglio, operatori della ristorazione), si affiancano le imprese esterne alla filiera che ad essa offrono servizi essenziali, tra le quali figurano le imprese di autotrasporto di merci. Considerando anche l’indotto generato, l’agroalimentare arriva a rappresentare il 13,9% del PIL italiano. Questi numeri chiariscono la rilevanza socio-economica dell’agroalimentare. Tuttavia, la sostenibilità del settore conosce limiti e difficoltà. Tra le criticità del tessuto produttivo bisogna ricordare anzitutto la ridotta dimensione delle imprese, cui si affianca un grado di concentrazione della fase distributiva non ancora allineato a quanto avviene nei principali paesi europei. Ciò contribuisce a mantenere elevato il numero di passaggi nella filiera e a ridurre la possibilità di raggiungere economie di scala utili alla riduzione dei costi di produzione. Inoltre, si aggiungono gli effetti che derivano dai deficit infrastrutturali e dagli elevati costi «di sistema». Proprio in riferimento ai costi di trasporto è utile ricordare che nel settore agroalimentare italiano oltre il 90% della movimentazione delle merci avviene su gomma ed è proprio attraverso questa modalità che viene garantita la distribuzione delle merci su tutta la filiera del trasporto, partendo dal produttore, passando per i centri di distribuzione, fino a giungere ai consumatori finali. La movimentazione di merci su gomma ha un’incidenza sui costi logistici pari a ¼ del fatturato delle imprese, con punte che nel settore ortofrutticolo sfiorano il 30-35%.

Dentro questo dato” spiega ancora Donati “l’incidenza del costo dell’autotrasporto è assolutamente irrisoria. Proprio l’autotrasportatore, insieme all’agricoltore, risulta essere l’operatore che ottiene la remunerazione più bassa”. Va ricordato, inoltre, che il trasporto agroalimentare rappresenta circa il 20% del totale merci trasportato in Italia e che il numero delle imprese di autotrasporto coinvolte in questo settore si aggira attorno alle 15.000 unità, coinvolgendo un numero pari a 80 – 90.000 addetti.

IL TRASPORTO DI ACQUA. Discorso analogo per l’acqua, con la siccità delle ultime settimane che ha provocato una carenza idrica a livello nazionale. “L’acqua infatti viaggia su gomma e d’estate costituisce uno dei carichi più significativi di quel 90% circa di merci che vengono trasportate su strada, vista l’urgenza e la necessità che riveste” spiega Anna Manigrasso, Presidente Assotir. Gli autotrasportatori, infatti, portano le risorse idriche dai serbatoi centrali ai punti periferici dove la condotta non arriva. “L’utente non si accorge della complessità del processo: apre il rubinetto e ha l’acqua a disposizione. Può percepire il lungo percorso dell’acqua solo se questa viene a mancare, come a volte accade a causa delle condotte disastrate”.

La stagione estiva aumenta le urgenze e i problemi. Bisogna accelerare ogni processo a causa della scarsità di acqua. “I rischi che non si riescano a soddisfare i bisogni abituali per il momento sono scongiurati, ma sono probabili nel medio periodo, tra qualche anno, quando probabilmente si dovrà ricorrere a una razionalizzazione” afferma ancora Anna Manigrasso. “Il dilagare degli incendi aumenta le difficoltà di questi giorni e complica ulteriormente il nostro lavoro: il compito di sedare le fiamme spetta naturalmente ai vigili del fuoco, ma l’aumento del fabbisogno d’acqua richiede anche agli autotrasportatori uno sforzo che va al di là della nostra attività ordinaria”.

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