Cancello ed Arnone: dolore ed umana pietà di Ungaretti nel 1915/18

Il 1° centenario dell’entrata in guerra dell’Italia rievocato da Letteratitudini

Cancello ed Arnone (Raffaele Raimondo) – Il gruppo storico dei soci di “Letteratitudini” (Matilde Maisto, Raffaele Raimondo, Felicetta Montella, Marinella Viola, Laura Sciorio, Lella Coppola, Giannetta Capozzi, Maria Sciorio, Arkin Jafuri), in onore del 1° Centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel Primo conflitto mondiale (24 maggio 1915/2015), ha organizzato un incontro sul tema: La Grande Guerra: dolore ed umana pietà nella testimonianza poetica di Giuseppe Ungaretti. Quasi un “atto dovuto” da parte di un gruppo di lettori organizzati e consapevoli che dappertutto, in quest’anno 2015, si ricorda l’immane conflitto che provocò milioni di morti, fra i quali 651mila militari e 589 mila civili italiani. Doveroso, del resto, oltre che illuminante, attingere alla grande esperienza poetica ungarettiana, per sviluppare un attento ripensamento sulla bufera bellica che sconvolse il mondo e veramente segnò la fine di un’epoca. E, proprio rievocando quel contesto storico, il professore Raffaele Raimondo, relatore della serata, ha ripercorso, in obbligata sintesi, la vicenda umana e l’itinerario poetico di Giuseppe Ungaretti. Tante le emozioni suscitate dalla lettura dei componimenti che l’autore inserì nelle raccolte Porto Sepolto, Allegria di naufragi, Sentimento del tempo: versi riecheggianti un’autobiografia densa d’umana fraternità e di moniti severi contro la violenza, la distruzione, la tracotanza dei potenti a danno dei deboli e degli innocenti. Un incontro assolutamente eccezionale che ci ha fatto rivivere momenti di malinconica ma autentica dolcezza, ascoltando alcuni celebri canti alpini (Era una notte che pioveva, La montanara…) e soprattutto meravigliose poesie come San Martino del Carso, Fratelli, Giorno per giorno, Sono una creatura, Caino, Dove la Luce, La Madre, Mattina (M’illumino d’Immenso)…
E, dopo esserci illuminati d’immenso, ci siamo dati appuntamento al mese prossimo per tuffarci in un’antologia di poesie tutte dedicate al mare. Ci dedicheremo al canto di un amore profondamente condiviso e perciò abbiamo trovato subito il titolo del nuovo incontro: “Al centro della nostra vita: il mare”. Già, l’immensa distesa dai cangianti colori che ogni volta cattura lo sguardo e il cuore; calmo o tempestoso, il mare, sempre fedele compagno di mille confessioni, amico impareggiabile dell’animo afflitto, ma anche fiero di farci assaporare, al pari delle cime innevate, i rari attimi di felicità.

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