Capodrise Rinasce: «Il referendum Pd sul campo sportivo crociata vetero-comunista»

La struttura non sarà privatizzata, ma il Comune ha bisogno di un concessionario che la gestisca

CAPODRISE. «Piegano alle esigenze di bottega uno strumento nobile per porre un argine al progresso». In un volantino, dal titolo “Nel nome di Pietro”, il gruppo consiliare Capodrise Rinasce si esprime sulla paventata ipotesi avanzata dal Partito Democratico di organizzare un referendum sul futuro del campo sportivo della città. «Mentre con il sindaco Angelo Crescente – si legge – stiamo lavorando per restituire il campo sportivo ai cittadini, il Partito democratico sta facendo di tutto per fare in modo che la struttura resti così com’è. L’ultima trovata dei Democratici è l’organizzazione di un referendum, con il quale vorrebbero trascinare i capodrisani in una battaglia vetero-comunista, al grido “bandiera rossa la trionferà”, contro il privato-nemico pronto a colonizzare il campo. Non agli amici del Pd, ma ai cittadini che seguono le vicende della politica assicuriamo che la struttura di via Santa Lucia non sarà mai privatizzata: rimarrà un bene pubblico, dove tutti potranno praticare lo sport, trascorrere del tempo libero, socializzare. Ciò che il governo della città intende fare – precisa il gruppo Capodrise Rinasce -, alla luce del sole e con una procedura pubblica, è individuare un concessionario di buona volontà che si assuma l’onore di gestire il campo sportivo per renderlo efficiente e fruibile. È l’unica strada percorribile: i Comuni non hanno né le risorse economiche né le competenze adatte per riqualificare le strutture senza un aiuto esterno; del resto, il contratto di concessione è in uso in tutte le città d’Italia! Autorevoli esponenti nazionali del Pd, come il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini o lo stesso presidente del Consiglio Matteo Renzi, non sprecano occasione per ribadire la necessità di creare un rapporto virtuoso tra il pubblico e il privato. Anzi – aggiunge il gruppo Capodrise Rinasce -, lamentano il fatto che ci siano pochi imprenditori disposti a investire nei beni pubblici, nelle infrastrutture e nei servizi. E a Capodrise? Da noi i Democratici urlano allo scandalo, imbrattano i giornali e piegano alle esigenze di bottega uno strumento nobile come il referendum per porre un argine al progresso. Allora, ha ragione Renzi!? C’è ancora chi nel Pd cerca il buco nell’Iphone per metterci il gettone! I capodrisani, che hanno buona memoria, ricordano che le stesse crociate i Democratici le hanno ingaggiate contro la gestione privata dei campi da tennis, oggi un’oasi felice che tutti i Comuni vicini ci invidiano. Se è troppo faticoso elaborare delle proposte alternative, ci vengano a dire qual è il vero motivo di tanta ostilità nei confronti nella buona politica e delle idee innovative. Se il Pd fosse un partito moderno e responsabile – rincara il gruppo Capodrise Rinasce -, dovrebbe invitare gli operatori economici locali a partecipare al futuro avviso pubblico; dovrebbe incontrarli, convincerli, stimolarli a occuparsi della città. Invece, per colpa dei soliti noti, non solo non propone nulla, ma si attrezza per non far fare nulla nemmeno agli altri. Perché non propone il ritorno al coprifuoco? Cosa sono queste email e questi social network? Rivogliamo il telegrafo! Anzi il piccione viaggiatore! Proponessero – conclude, ironico, il gruppo Capodrise Rinasce – un referendum per il ripristino del piccione viaggiatore».

Capodrise, 22 novembre 2014

Con preghiera di pubblicazione

Capodrise Rinasce

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