Caserta. Celebrata la 64^ Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro

Una giornata memorabile, la 64^ Nazionale, celebrata per onorare le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, da collocare negli annali della storia dell’ANMIL della Provincia di Caserta.

 di Paolo Pozzuoli

 Mai nelle precedenti edizioni si sono vissuti momenti di straordinaria emozione, profonda commozione, incredibili picchi di rabbia. Tali da sovvertire la scaletta degli interventi, mettere da parte e superare i temi da trattare, e … travolgere lo storico moderatore, Franco Natale, il quale, pur molto più emozionato e meno pimpante rispetto agli anni precedenti, ha comunque presentato i relatori e condotto i lavori in modo brillante e dato lettura del messaggio inviato all’ANMIL dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che giudica “inaccettabile il numero di morti, invalidi e infortuni sul lavoro, una drammatica realtà nonostante la loro diminuzione, palesemente contrastante con i valori fondamentali della dignità e della integrità della persona umana, costituzionalmente garantita”. Tante le novità: liete, con gli esordi (è stata la prima volta per il Vescovo della Diocesi, S. Ecc. Mons. Giovanni D’Alise, il V. Prefetto dr. Vincenzo Lubrano, il Sen. Vincenzo D’Anna, i consiglieri della Regione Campania Onn. Angelo Consoli e Lucia Esposito, il sindaco di S. Maria a Vico, dr. Alfonso Piscitelli, la dott.ssa Antonella Guida, Direttore Sanitario Aziendale ASL Na 1, il dr. Andrea Natale, responsabile della Sede INAIL di Aversa, il cav. Aldo di Biase, neo-Presidente ANMIL/Caserta) e di indicibile mestizia: malinconiche, di quelle che ti appiccicano addosso un magone da portare dentro tutta la vita, per l’esodo di Saverio Cantile, il rappresentativo presidente dell’ANMIL casertana nell’ultimo trentennio (per motivi personali), e del dr. Alfonso Cangiano, il preziosissimo dirigente della sede provinciale dell’INAIL che, nel breve arco di un quadriennio di dirigenza, per stile, preparazione, professionalità, signorilità, è entrato nei cuori di tutti coloro che hanno avuto l’onore di incontrarlo e conoscerlo, che ha operato la scelta prestigiosa di altra attività lavorativa qual è quella di notaio. E Mons. D’Alise ha toccato, all’omelia, il cuore di tutti elevando l’uomo, la dignità dell’uomo-lavoratore al centro dei valori sociali e ponendo la speranza nel futuro. “E’ con immensa gioia e partecipazione” – ha pronunciato S. Eccellenza – “che sono qui con voi a celebrare questa Eucaristia particolare. Tutte le Eucaristie sono particolari ma questa è per me fondamentale. Mettiamo nei cuori e sull’altare le nostre intenzioni per i nostri fratelli che hanno subito un infortunio sul lavoro e per quelli che hanno lasciato la vita per il lavoro. Gesù è venuto a stare con noi, è entrato nella nostra storia e ci ha portato al banchetto dell’Eterno Padre dove tutti siamo stati invitati a vivere con Lui. Per coloro che ascoltano la Parola di Dio sono aperte le porte. Ma siamo pronti ad adeguare la nostra vita alla Parola del Signore? Qui nasce la speranza: Dio è con noi e resta sempre in mezzo a noi fino alla fine dei tempi ma è importante avere un cuore e rispondere all’amore di Dio con il nostro cuore. È importante il cuore, non voglio da voi sacrifici ma l’assenso del cuore. In questo clima siamo qui a ricordare tutti i nostri fratelli. Lo dico con forza e sarebbe bello riportarlo davanti all’intera comunità perché è importante prendere coscienza di ciò che è necessario per la sicurezza e la dignità dell’uomo. Non si può considerare il lavoratore un numero e una forza. C’è bisogno di una risposta forte. Non solo riguardo all’aspetto economico ma producendo ciò che è necessario per la sicurezza. Il nostro pensiero è sempre rivolto a chi è partito per il lavoro e non è ritornato, per le famiglie che hanno aspettato invano e per quelli che portano le conseguenze forti. Necessita innalzare la civiltà della sicurezza. Oggi vogliamo pregare perché il lavoro ci sia. Non so come io possa rispondere. Oggi eleviamo le nostre preghiere e il Signore ci potrà suggerire i rimedi per superare. Preghiamo anche per quelle cose che non sono riuscito a trasmettere e preghiamo il Signore che ci dia quanto serve per questa nostra civiltà”. Da quasi tutti i relatori intervenuti al Teatro ‘Izzo’ (… sul palco spiccavano i gonfaloni dei Comuni di S. Felice a Cancello e della Città di Bellona, mentre in platea si notavano, fra gli altri, il Col. Pasquale Antonucci, consigliere comunale di Caserta, aspirante a transitare al Consiglio della Regione Campania, il Cancelliere Vincenzo Sabatino, i coniugi Liliana e Bruno Riccardi e Silvana e Federico Lucciola, i funzionari INAIL Girolamo Meccariello e Franco Antonucci) dove è stata celebrata la cerimonia civile della 64^ Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro è stato toccato il tema della prevenzione e della sicurezza (Lucia Esposito ha evidenziato che il “numero degli incidenti sul lavoro è da considerare un monito perché dobbiamo lavorare sulla prevenzione; ci sono ancora troppi casi di lavoro nero e notevoli carenze in tema di sicurezza”; Alfonso Piscitelli ha posto l’accento sui “rischi sul lavoro che contrastano con le difficoltà del mondo del lavoro sicché è necessario prestare la dovuta attenzione a chi svolge questo lavoro con dignità”; Vincenzo Lubrano, nell’accennare al ruolo della Prefettura “tenuta ad interviene al fine di contrastare il fenomeno infortunistico”, ha esortato tutti ad una “maggiore sensibilizzazione per la promozione della sicurezza sui luoghi di lavoro”; Pio Del Gaudio, sindaco di Caserta, ha affermato che “il numero degli infortuni sul lavoro è diminuito sia perché è diminuito il lavoro sia perché parecchie volte gli infortuni non vengono denunciati”, ha aggiunto che “bisogna diffondere la cultura della prevenzione e sicurezza dando più risorse all’INAIL” e concluso che “in Cina dove sono stato recentemente con altri sindaci, non c’è percezione di quanto forma oggetto della prevenzione e sicurezza”; Francesco Burlin, primario medico-legale delle Sedi INAIL di Avellino, Benevento, Caserta, Aversa ed altre sedi locali, nel confermare l’attenzione che l’INAIL pone nel campo della prevenzione, ha affermato che è in atto un particolare interesse all’indirizzo delle malattie professionali per avere “consapevolezza dei rischi e possibilità di avere le necessarie cognizioni per affrontare le insorgenze dei casi” <attenzione, prof. Burlin, a non imboccare un tunnel senza via di uscita; per diversi casi di M.P. denunciati non è stato possibile accertare il nesso eziologico con l’attività lavorativa perché, nelle more, le aziende hanno chiuso i battenti senza lasciare traccia alcuna dell’organizzazione e dell’intero ciclo produttivo>; per Angelo Consoli “la perdita di un giovane sul posto di lavoro è un qualcosa di indicibile e l’esperienza di questa giornata serve a tutti ed alle istituzioni in particolare perché ci si adoperi a salvaguardare la sicurezza sui luoghi di lavoro”; Gianni Piccirillo, nella sua disamina storica e dotta, ha sostenuto che “questa celebrazione non deve essere annoverata fra le liturgie delle occasioni ma fare sì che ci sia necessità di unione fra organismi perché la prevenzione deve essere una cultura, deve appartenere ad una persona come fatto fondante ed entrare a far parte del patrimonio scolastico di ogni ordine e grado; in proposito, non posso non ricordare che il testo di farmacologia adottato dalla Scuola Medica Salernitana, la più antica ed importante della storia, iniziava con <la prima cosa è non far male>; l’INAIL ha fatto molto in termini di prevenzione, cure e riabilitazione, ma è necessario che tutto l’insieme degli organismi sociali e politici che formano la comunità si adoperino per sostenere la cultura della prevenzione; dare dignità all’uomo, alla persona, non costa nulla così come investire sulla salute è un risparmio anche economico; i beni essenziali come la salute e la cultura sono quelli che costano meno”; Elpidio Russo, Sindaco di Casagiove, ha affermato che, pur in presenza di un “calo di eventi infortunistici sui luoghi di lavoro, causato anche dalla crisi economica che ha fatto diminuire l’occupazione, deve comunque stimolarci ad impegnarci di più per far sì che ci siano più prevenzione e sicurezza”; Vincenzo D’Anna ha affermato di aver votato nell’aula del Senato della Repubblica, unitamente a tute le altre forze politiche, le “norme più stringenti in tema di asprezza di pena per quanto si riferisce alla inosservanza in tema di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro”, ha aggiunto che “vi è scarsa vigilanza perché gli enti preposti sono sprovvisti di personale”, “a minori stanziamenti corrispondono minori controlli e quindi minori efficienze” e, per finire, atteso che “le gare di appalto si devono aggiudicare con il massimo ribasso, ne consegue che l’imprenditore ritiene superfluo spendere quanto serve in tema di prevenzione”; Margherita Riccitelli, Coordinatrice di Cittadinanza Attiva del Matese, ha brevemente ma molto chiaramente illustrato il fine dell’associazione “rispettati i diritti di ogni cittadino, in particolare la salute, la sicurezza, il lavoro, l’istruzione”; Daniela Mingione, responsabile della Prevenzione e Prestazioni della sede provinciale dell’INAIL, ha snocciolato tutta la serie di interventi (fondi alle imprese, ultimamente anche alle aziende agricole ed a quelle del settore dei lapidei, fondi dati in capitale, senza restituzione) e di protocolli di intesa sottoscritti con altri enti, organismi, associazioni e scuole e, significativamente, ha sostenuto che “l’INAIL rappresenta l’interesse dello Stato per la sicurezza e l’ANMIL è il vissuto vostro quotidiano che avete sulla vostra pelle il risultato di un evento tragico sul lavoro; posso, inoltre, assicurare che da noi, la platea degli infortunati e di ciascun assicurato non viene assolutamente trascurata in quanto fa parte del nostro patrimonio genetico; nel rimanere a disposizione di tutti voi, vi garantisco che l’esodo del dr. Cangiano è una perdita per voi e noi”; da Alfonso Cangiano alcune note di affettuosa riflessione: “è il quarto anno con voi tutti e soprattutto il rapporto condiviso con Saverio <… Cantile, storico presidente dell’ANMIL provinciale cui è stato tributato un caloroso applauso, n.d.r.>, un rompiscatole, di quelli positivi che pungolano le amministrazioni; grazie, Saverio, per tutti i consigli che mi hai dato, anche per la disponibilità datami pur occupando un’altra posizione; la nostra è una politica dalle porte aperte che abbiamo adottato da diversi anni; c’è stato un abbattimento di infortuni, ma l’INAIL non intende speculare, non essendo un istituto di lucro, su quanto risparmiato; oggi, i nostri medici si stanno ponendo il problema di cercare alle origini le cause delle malattie professionali; l’INAIL è la punta di diamante delle amministrazioni italiane e siamo orgogliosi di essere servitori dell’INAIL e vostri; ho avuto la possibilità di crescere con voi e tutto quello che ho fatto l’ho fatto per voi e per la crescita del Paese”). Prevenzione e sicurezza: due ammalate, affette da patologie ormai croniche, giacciono in condizioni sempre più critiche sul vasto e variegato letto del mondo del lavoro; al loro capezzale – scongiurato, per il momento, il rito della estrema unzione – sono accorsi ben 8 medici (Francesco Burlin, Angelo Consoli, Vincenzo D’Anna, Franco De Luca, Antonella Guida, Gianni Piccirillo, Alfonso Piscitelli, Maria Pia Sallustro).
Di ampio raggio la relazione che ha rappresentato l’esordio del cav. Aldo di Biase, quale neo-presidente dell’ANMIL e, considerate le premesse, siamo certi che non farà rimpiangere il predecessore Saverio Cantile, ai vertici dell’associazione per quasi sei lustri. Ha toccato diversi temi, a partire dal ruolo positivo espletato dai lavoratori, una risorsa sociale, dall’imperante fenomeno infortunistico, dall’elevato numero di lavoratori diversamente assicurati, dai lavoratori irregolari e quindi, laddove infortunati in occasione di lavoro, obbligati a non denunciare l’evento, al costo globale degli infortuni, calcolato in oltre 30 miliardi di euro l’anno, ad un maggiore impegno in termini di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro, alla proposta di un allargamento di competenze per l’INAIL, alla contestazione della norma che cumula la rendita INAIL con altri cespiti, alla richiesta di una maggiore attenzione che non significa ‘privilegi generici, ma prestazioni adeguate sia in termini di indennizzo del danno che di riabilitazione e reintegro al lavoro’. Da far accapponare la pelle le testimonianze degli invalidi Pedata Luigi da Marcianise e Papa Gennaro da Cellole: accuse circostanziate e dirette, all’indirizzo dei loro datori di lavoro e tanti altri, magistrati compresi. Quanto rappresentato da Gennaro Papa e Luigi Pedata non è un remake ma il canovaccio di film vissuti, dove gli attori principali sono trattati alla stregua di tanti burattini da registi, imparziali e garantisti a parole, autonomi e indipendenti, aggettivi che taluni, in modo molto semplicistico e fatuo, interpretano ‘possono fare tranquillamente tutto quello che vogliono, tanto non devono dar conto a nessuno’, mentre altri si chiedono se abbiano o meno una coscienza cui rispondere. Certamente. Una coscienza dovrebbero averla ma è dello stesso colore della toga che indossano: NERA! Sono la vergogna di una intera categoria, spingono quei pochi che ancora credono nelle istituzioni dello Stato repubblicano a prendere le distanze, consentono la costituzione e la proliferazione di cellule malavitose e camorristiche. Può considerarsi un miracolato chi, pur portandosi dentro una serie infinita di tribolazioni, riesce a stare ancora in piedi, a sopravvivere.
In proposito, l’altro giorno abbiamo riportato che ‘tanti anni fa – sono ormai passati più di quarant’anni – nel corso di una inchiesta pretorile presso un noto opificio, pur avendo fatto notare che la macchina cui era addetto il lavoratore che aveva subito un grave infortunio al braccio dx. era stata spostata di proposito (… dolo manifesto), non venne preso alcun provvedimento!’. In altra occasione, la gratuita affermazione di un noto magistrato, presidente di una sezione civile di un Tribunale che, gratuitamente e con tanta sicumera, etichettava come ‘irresponsabili’ due persone convenute in giudizio (è il caso di dire che, fra noti personaggi che si autoproclamano servitori dello Stato, c’è sempre chi – lo apprendiamo quotidianamente dalla cronaca spicciola – è pronto a servire soltanto e solamente se stesso e/o ad essere servito). Continuiamo con la sentenza, assurda, della ‘signora giudice’, togata del lavoro poi sconfessata dalla Corte d’Appello Lavoro, che, in una vertenza di lavoro (… dovrebbe essere l’A-B-C della peculiare materia per chi fa questo mestiere) aveva, nella specie, sentenziato che la competenza spettava al T.A.R. (… provocava, così nel ricorrente, già arbitrariamente penalizzato e mortificato dal proprio datore di lavoro, ulteriori danni morali, psichici, esistenziali, materiali). Nei giorni scorsi abbiamo assistito alla ‘manfrina’, presso il tribunale di Milano, di due cosiddetti ‘alti’ magistrati. Ecco, questo è oggi lo spettacolo, inverecondo, che offre il nostro Paese. Nella migliore ipotesi meriterebbero la gogna mediatica o il pubblico ludibrio. Invece … nessuno se ne cura. Ancora, per la nostra esperienza, siamo convinti che, laddove i due infortunati fossero stati stranieri e, per giunta, senza permesso di soggiorno (… ricordiamo di aver vissuto e sofferto per oltre 45 anni il dramma degli infortunati e delle loro famiglie di ogni ceto, nazionalità e religione, ma ne abbiamo piene le scatole quando si prendono certe prese di posizione), sarebbero stati meno ‘maltrattati’. La 64^ Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro – alla cui realizzazione hanno validamente collaborato Rosa Piccirillo e Gabriele Vincenti dell’ANMIL – si è conclusa con la consegna dei ‘Brevetti e Distintivi d’onore’ concessi dalla Sede provinciale dell’INAIL, ai lavoratori, invalidi minori, Mosca Nicola da Aversa, Puma Sergio da Casagiove, Piscitelli Pasquale da S. Felice a Cancello e Raucci Domenico da Marcianise, e … poi, tutti i corteo, fino a Piazzale Majorana dove è stata deposta la corona di alloro ai piedi del monumento eretto in onore dei caduti sul lavoro.

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