Che cosa vedere a Padova: alcuni luoghi da non perdere

Ci sono tantissime persone che in occasione della festività di Sant’Antonio decidono di fare un pellegrinaggio a Padova per omaggiare il Santo chiedendo grazie e benedizioni. Ma una volta giunti nella città consiglio di visitare alcuni luoghi molto importanti da non perdere.

Una città antica, culla di università e commerci, che ha sempre avuto una particolare attenzione per l’arte, la cultura e la scienza. Una città da scoprire a piedi o in bicicletta, con lentezza e curiosità. Una città che presenta numerosissimi attrattori spesso poco noti: perché al di là della Cappella degli Scrovegni, dove Giotto ha dipinto uno dei suoi capolavori, in pochi conoscono tutti i musei, i giardini, le chiese, i monumenti che offre Padova. Ecco perché partire alla sua scoperta può rivelarsi una piacevolissima sorpresa.

Venezia la bella, e Padova sua sorella“, recita un detto popolare. Il paragone con Venezia dovrebbe già far comprendere, a chi non è mai stato in questa città, cosa troverà durante la sua visita. La Cappella degli Scrovegni di Giotto, il più importante ciclo pittorico del mondo, basterebbe già da sola a giustificare una visita a Padova.

Sempre in tema di arte, i Musei Civici raccolgono una bella collezioni di pittori soprattutto veneti (Tiepolo, Tintoretto, Veronese) e nel Battistero del Duomo è perfettamente conservato un altro straordinario ciclo di affreschi, quello di Giusto de’ Menabuoi.

Non si può dimenticare la presenza del “Santo” come lo chiamano i padovani: Sant’Antonio la cui presenza secolare in città si ritrova non solo nelle reliquie conservate nella Basilica ma anche nei tanti dolci che portano il suo nome.

Le molte piazze cittadine, in particolare Piazza delle Erbe, della Frutta e dei Signori, tradiscono il piacere dei padovani (o patavini) per la socialità, di cui lo Spritz è l’emblema contemporaneo. Una scelta insolita per gli abitanti di una città del Nord, dove il clima non è sempre clemente. Poi c’è una straordinaria gastronomia, la presenza dotta ma giovane dell’Università e molti altri motivi di interesse. In questa pagina vi consigliamo le 10 cose da vedere assolutamente durante una vacanza o un week end a Padova.

 

GLI AFFRESCHI DI GIOTTO E GIUSTO
Uno dei cicli di affreschi medievali più famosi al mondo è quello che decora la cappella degli Scrovegni. A realizzarlo fu Giotto, nel 1305, su commissione del nobile patavino Enrico Scrovegni, che voleva esservi sepolto. D’obbligo una visita per ammirare il ciclo della vita della Vergine e del Cristo (meglio prenotare); ma senza dimenticare che affreschi altrettanto suggestivi si trovano all’interno del battistero di San Giovanni Battista: qui fu Giusto de’ Menabuoi a realizzare il capolavoro (1376-78). Entrambi da non perdere (così come quelli al punto 10…).

La Cappella degli Scrovegni a Padova

 Un visitatore distratto che passi davanti all’edificio che ospita la Cappella degli Scrovegni, potrebbe tranquillamente tirar dritto pensando che non ci sia nulla di eccezionale per cui valga la pena entrare.

La Cappella degli Scrovegni a Padova
La Cappella degli Scrovegni a Padova

In realtà, quella “semplice costruzione” come la definì lo stesso Giotto, ospita il più importante ciclo di affreschi del mondo.

Stupitevi ammirando il cielo stellato sotto il quale si svolgono gli episodi della vita di Gioacchino e Anna (riquadri 1-6), quelli della vita di Maria (riquadri 7-13) e gli episodi della vita e morte di Cristo. Stupitevi un pochino di più pensando che Giotto ci mise solo due anni a completare il tutto. Nel 1303 riceve l’incarico da Enrico Scrovegni e nel 1305 ha già terminato. Enrico volle costruire la Cappella in suffragio dell’anima del padre, Reginaldo Scrovegni, che di cose da farsi perdonare ne aveva molte. Banchiere e usuraio, talmente famoso e temuto, da essere collocato da Dante nell’inferno della Divina Commedia. Con la Cappella degli Scrovegni, Giotto cominciò la rivoluzione della pittura moderna.

 

LE PIAZZE: DALLE ERBE AL PRATO
C’è Piazza delle Erbe, il fulcro commerciale della città, sede del mercato ortofrutticolo e fiancheggiata dal bellissimo palazzo del Municipio: qui è d’obbligo fermarsi la sera per uno spritz. Poi c’è piazza dei Signori, con il palazzo del Capitanio: il suo orologio, primo in Italia, indica oltre alle ore, i mesi, il giro del sole per lo zodiaco, le fasi lunari e i moti dei pianeti. E poi Prato della Valle, una grandiosa piazza triangolare che fino al 1775 era un acquitrino insalubre: grazie al provveditore della Serenissima Andrea Memmo diventò un grande giardino ovoidale circondato da un canale e da una serie di statue di personaggi illustri. Si dice che sia la piazza più grande d’Europa.

L’ORTO BOTANICO
Fondato nel 1545, l’Orto botanico di Padova è il più antico del mondo e uno dei più importanti. Negli scorsi anni si è rinnovato grazie a un avveniristico spazio che aggiorna il modo di fare e vivere la botanica, abbinando tecnologia, ricerca e intrattenimento: bellissima la teca di vetro lunga cento metri e alta 18 che ospita oltre un migliaio di piante. Consigliamo la visita, dunque, non solo a chi è appassionato di piante, ma a tutti coloro che vogliono scoprire un po’ di più sul passato e sul futuro della città.

LE CHIESE: ANTONIO, MA ANCHE MANTEGNA
Chi visita a Padova non può perdere la chiesa del “Santo”, ovvero Sant’Antonio, il nume tutelare di Padova: la basilica fu eretta tra il 1232 e la metà del Trecento per accogliere le reliquie del santo portoghese ed è oggi uno dei luoghi più venerati d’Italia. Per gli amanti dell’arte, da non perdere i capolavori di Donatello: la statua equestre in piazza e l’altare all’interno della basilica (nella foto sotto). Ma c’è un’altra chiesa che merita la visita: è quella degli Eremitani. Qui il capolavoro del Mantegna, che aveva affrescato la cappella Ovetari a metà Quattrocento, è stato ridotto in briciole da un bombardamento maldestro nel 1944, ma con la tecnologia e molta pazienza tanto è stato recuperato: recatevi nella chiesa anche solo per imparare la storia.

IL PALAZZO DELLA RAGIONE
Chi non l’ha mai visto rimane a bocca aperta. Provate a entrare nel Palazzo della Ragione, che si affaccia su Piazza delle Erbe, e sarete davvero sorpresi. Perché la sala del tribunale comunale (in funzione dal 1218 al 1797) è davvero unica: in alto, una immensa copertura a carena rivestita in piombo; ai lati, le pareti affrescate con i mesi dell’anno e i segni zodiacali; lo spazio, lungo 82 metri e largo 28, è dominato da un cavallo di legno del Quattrocento. Bellissimo!
Ingresso ridotto per i soci Tci.

L’UNIVERSITA’
Celebre è l’Università di Padova, una delle più antiche d’Italia e d’Europa. E celebre è il suo teatro anatomico, inaugurato nel 1595, il primo spazio permanente di pubblica esposizione della scienza in Europa. La forma ellittica a cono rovesciato consentiva una perfetta visione da parte di oltre 200 studenti. Oggi è possibile visitare il teatro insieme a Palazzo del Bo, dove recentemente è stata aperta anche la parte novecentesca, realizzata da Gio Ponti.

LA SPECOLA
Altro fiore all’occhiello di Padova è l’osservatorio astronomico, detto anche Specola, che dal 1777 è collocato sull’antica Torlonga del castello. Oggi la struttura è un museo, accessibile mediante visite guidate: numerosi gli oggetti esposti (dai cannocchiali agli strumenti per lo studio della meteorologia) e belissima la vista sui canali.

IL MUSME
Ha aperto le porte da meno di un anno, il 5 giugno 2015. Ma il Musme (Museo di Storia della Medicina in Padova) è davvero un luogo unico nel suo genere. E merita una visita approfondita, non solo per chi ha già in programma una giornata nel capoluogo veneto, ma anche per chi ha piacere di ammirare un museo moderno, interattivo, dove la tradizione si coniuga perfettamente con i nuovi ritrovati della tecnologia. E dove i Volontari Touring per il Patrimonio culturale aiutano ogni giorno ad accogliere i visitatori, nell’ambito dell’iniziativa Aperti per voi.
Leggete di più sul Musme nella nostra news dedicata.

I TANTI PICCOLI TESORI
Tra uno spritz e l’altro – se non vi piace, assaggiate una pazientina: quella mette d’accordo tutti – cercate i tanti piccoli tesori della città. Dal Museo del precinema, che ospita la collezione Minici Zotti, composta di vedute ottiche, giochi e strumenti ingegnosi dell’epoca prima del cinema (biglietto ridotto soci Tci), al ghetto, fino ai canali interni e al Bacchiglione, su cui si possono effetturare escursioni diurne e notturne.

 

Prato della Valle a Padova

 I padovani sono fieri della grandezza di Prato della Valle (88620 mq), una piazza che per estensione totale è seconda solo alla Piazza Rossa di Mosca. Per comprendere quanto effettivamente sia grande, basta pensare che è formata da un’isola centrale, completamente verde, chiamata Isola Memmia in onore del podestà che commissionò i lavori.

Prato della Valle a Padova
Prato della Valle a Padova

Intorno all’isola c’è una canale di circa 1,5 km di circonferenza, circondato da una doppia fila di statue numerate (78) di personaggi famosi del passato. Per raggiungere l’isola centrale ci sono 4 viali incrociati con relativi ponti sul canale. Prato della Valle sorge in un luogo da sempre fulcro della vita di Padova: qui c’era un grande teatro romano e un circo per le corse dei cavalli. Qui furono martirizzati due dei quattro patroni della città, Santa Giustina e San Daniele. Nel Medioevo si svolgevano fiere, giostre e feste pubbliche. Oggi in Prato della Valle turisti e padovani passeggiano, vanno in bici, prendono il sole d’estate o fanno tardi la sera. Dopo anni di abbandono, la Piazza ha finalmente ripreso la sua centralità nella vita di Padova.

Musei Civici di Padova

In Piazza Eremitani, a pochi metri dalla Cappella degli Scrovegni, ci sono i Musei Civici che comprendono il Museo Archeologico e il Museo d’Arte Medievale e Moderna.

Musei Civici di Padova
Musei Civici di Padova

Duomo e Battistero di Padova

La Basilica di Sant’Antonio prende gran parte dell’attenzione dei turisti che si recano a Padova, mettendo in secondo piano il Duomo e il Battistero. Il Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta, fu costruito a partire dal 1522 su progetto di Michelangelo Buonarroti.

Duomo e Battistero di Padova
Duomo e Battistero di Padova

La facciata su cui si aprono i tre portali è incompleta mentre l’interno è ampio e armonioso anche se di non particolare originalità. Molto più bello è il Battistero adiacente al Duomo con un ciclo di affreschi considerato il capolavoro di Giusto de’ Menabuoi. Appena si alza lo sguardo verso la cupola ci si sente osservati da centinaia di occhi di angeli e santi e lo sguardo severo del Cristo Pantocratore al centro della scena. Sulle altre pareti e sui pennacchi sono rappresentate “Storie della Genesi“, “Profeti ed evangelisti” e le “Storie di Cristo e del Battista“.

L’Archeologico raccoglie reperti di epoca paleoveneta, pre-romana e romana e una sezione egizia con i ritrovamenti dello straordinario esploratore padovano Giovan Battista Belzoni. Il Museo d’Arte Medievale e Moderna raccoglie opere dei grandi maestri della pittura italiana nel periodo dal 1300 al 1800. Il pezzo forte della collezione è il Crocifisso di Giotto, che prima si trovava sull’altare della Cappella degli Scrovegni. Folta la presenza di pittori veneti: Boccaccio Boccaccini con la “Madonna col Bambino“, il Veronese, Tintoretto con la “Cena in casa di Simone” e “La Crocifissione“, Giambattista Tiepolo con “San Giuseppe col Bambino“, “Madonna” e “Cristo nell’orto degli ulivi“.

 

Cosa mangiare a Padova

La cucina padovana è una cucina di orto e di corte, basata cioè sulle verdure che si possono coltivare negli orti di casa e sugli animali che si allevano in cortile.

Cosa mangiare a Padova
Cosa mangiare a Padova

Abbondano, quindi, i piatti in cui i protagonisti sono la Gallina Padovana e tutti i suoi parenti stretti: l’oca, il cappone, l’anatra, la faraona, la Gallina Polverara, il galletto nano e i più comuni polli. Da questi ingredienti nascono i piatti tipici della tradizione: tra i primi, da assaggiare i bigoli (spaghetti grossi e ruvidi) e i tradizionalissimi risotti: non solo “risi e bisi“, riso e piselli ma anche con asparagi, o il radicchio. I bigoli si sposano splendidamente con “l’Oca in Onto“, carne d’oca dissossata, salata e conservata nel suo stesso grasso, usata anche come secondo piatto. Ancora tra i primi piatti: la pasta e fagioli, la zuppa con verze o altri ortaggi. I secondi seguono la linea della tradizione: bollito misto alla padovana, prosciutto di petto d’oca, i salami, la soppressa, la salsiccia luganega e il cotechino. Non mancano secondi piatti e salumi a base di cavallo e mulo. Tra i dolci da provare, la fugassa padovana (focaccia), la figassa (torta di fichi), la smegiassa (con uvetta) e la sbrisolona. C’è poi una lunga tradizione pasticciera legata a Sant’Antonio con il Pan del Santo, il Dolce del Santo gli Amarettoni e i Merletti. Ogni pranzo si apre con un classicissimo aperitivo Spritz e si chiude con una grappa. Per i vini non avete che scegliere: siete in Veneto!

Dove dormire a Padova

Padova è meta di diversi tipi di turismo in quasi tutti i periodi dell’anno: ci sono i pellegrini in visita alla Basilica di Sant’Antonio, gli studenti e i professori dell’Università, gli uomini d’affari in giro per la zona industriale e, ovviamente, i turisti.

Dove dormire a Padova
Dove dormire a Padova

La quantità di strutture ricettive non è eccezionale, quindi è meglio prenotare in anticipo il vostro soggiorno. Il prezzo medio di un hotel 3 stelle nel centro parte da 70 €. Durante alcune manifestazioni come la Processione di Sant’Antonio il 13 giugno, potrebbe essere difficile trovare le camere più a buon prezzo.

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