Elezioni regionali, Bonaccini incassa il risultato: «L’arroganza non paga mai»

Il governatore dopo la conferma: «L’Italia assomigli all’Emilia. C’è chi ha cercato lo show suonando i campanelli»

di Marco Imarisio

 

A mezzanotte e mezza parte un urlo dalla stanza dal guardaroba. «Ce l’abbiamo fatta». (Tutti i dati) Fino a quel momento gli uomini della comitato elettorale di Stefano Bonaccini avevano fatto la spola tra il palco al centro della Casa dei popoli di Casalecchio di Reno e la sala più lontana, diventato il punto di raccolta dei fedelissimi. Non erano bastati gli exit poll, e neppure la prima proiezione. «Abbiamo avuto tanta paura, come mai prima d’ora» riconosce Andrea Rossi, il deputato reggiano del Pd che ha tirato le fila di questo mese così intenso. La paura stava mangiando l’anima del centrosinistra di una regione che fu rossa. Forse è stata la benzina sul fuoco di una mobilitazione che ha deciso queste elezioni così importanti e così incerte.

L’argine dell’Emilia-Romagna ha tenuto. In un modo che ha sorpreso anche i diretti interessati. Stefano Bonaccini arriva quasi due ore dopo quell’urlo, sulle note di Un mondo migliore, del suo amato Vasco Rossi. Gli applausi, gli abbracci che non finiscono più, hanno qualcosa di liberatorio. La verità è che non se l’aspettava nessuno, una vittoria così netta. E invece. «Questa terra libera e grande ha decretato la prima, vera sconfitta di Matteo Salvini. Grazie a tutti quelli che ci hanno dato una mano in questa straordinaria campagna elettorale. L’abbiamo affrontata a modo nostro, con correttezza, senza cadere in basso. Tanta gente, donne e uomini, ci hanno messo la faccia, perché sapevamo tutti che sarebbe stata una partita decisiva, non solo per noi». La giornata era cominciata con le foto delle chat della sinistra radicale e dei Cinque stelle che in extremis invitavano al voto disgiunto. Ma soprattutto c’erano le immagini delle code ai seggi, la variabile che avrebbe potuto cambiare l’esito di elezioni che altrimenti sarebbero state rassegnate allo spirito del tempo, come in fondo lo è stata l’ultima settimana di campagna elettorale. Una mobilitazione imponente, qualcosa che non si vedeva da decenni. «Stiamo facendo il pieno dei nostri voti» facevano sapere dal campo di Bonaccini. Se si muove il popolo per una elezione regionale, questa la tesi di fondo, deve essere per forza la nostra gente.

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