FESTA DELLA DONNA – PENSIERO DI VINCENZO ATZENI

8 Marzo festa della donna

Ne ho lette e sentitte tante su questa festa e ogni volta che leggevo o ne sentivo parlare… mi chiedevo se la donna dovesse essere così festeggiata. Non sono d’accordo che un giorno dell’anno sia dedicato alla donna e che in questo gli uomini sentano il “dovere” di rivolgersi a queste con frasi magari cercate (come moltissimi fanno) su libri e quant’altro allo scopo di trovare una frase elegante e di effetto. I regali, naturalmente, sono accompagnati da queste frasi e parole che, tranne qualche rara eccezione, mai nascono dal cuore.
Ma davvero si può pensare ed immaginare che si debba omaggiare in questo mondo le donne? Mai!!!
Per quanto mi riguarda, le donne sono fiori profumati (lungi da me essere mieloso, populista o servile) e, si badi bene, fiori profumati di campo che sono unici perché così li ha fatti la natura. Dai colori ineguali, dalle composizioni surreali e meravigliose che solo la natura sa mettere insieme. Non quei fiori che pur belli vengono recisi dopo essere stati modificati geneticamente per renderli (secondo alcuni) più belli.
Secondo questo principio si dovrebbe modificare anche le donne a seconda dei nostri gusti estetici? Le donne sono il nostro valore aggiunto nella vita. Sono il fiore che sentiamo profumare giorno dopo giorno nelle nostre case e che ci allieta al solo pensare di tornare a casa sapendo di trovarla per quella che è: DONNA e basta; quindi meravigliosa. Se ci allietano e regalano la loro vita e il loro amore tutti i giorni perché ci si deve preoccupare di omaggiarle e pensarle in modo particolare un giorno dell’anno? Nossignori. Trovo e ho trovato questo modo e questa festa quasi un insulto alle donne. E’ vero che deve esserci il rapporto di reciprocità ma, è anche vero che le donne sono il nostro vaso di Pandora dentro il quale, dopo scoperto, rimase in fondo a questo la sola speranza che svanì quando incautamente si aprì per la seconda volta.
Ecco. Noi dobbiamo evitare che – come appunto il vaso di Pandora – questo vaso venga incautamente aperto una seconda volta per evitare che svanisca la speranza. Questa speranza trovo sia rappresentata dalle donne. Sono il nostro ieri, il nostro oggi e il nostro domani. Quindi, per quanti impegni si possano avere, troviamo ogni dì quell’attimo che nasce dal profondo del cuore per regalare alle donne, alla nostra donna il fiore del ringraziamento per la speranza che ci donano per il solo fatto di esistere.
Care amate donne, so bene che l’8 marzo in questi ultimi anni lo state decicando ad uscire in compagnia delle vostre amiche con il preciso passaparola che non ci siano uomini. Le ragioni che vi hanno indotto a questo sono comprensibile ma quanto sarebbe più bello se foste accompagnate dai vostri mariti, amanti, compagni per godervi una serata romantica fatta di mille immagini che spesso fanno lacrimare di felicità i vostri occhi. Ma… queste serate devono essere la regola non l’eccezione.
Da uomo mi rivolgo agli altri uomini: guardate meglio e più attentamente a chi vi accompagna nella vita; una vita che si trascorre troppo spesso a guardare altrove mentre abbiamo ogni giorno dell’anno e davanti agli occhi il sorriso di una donna che non sappiamo più comprendere. A voi donne un amato suggerimento: non pensiate sempre che dedicare tempo al vostro corpo sia un dovere solo quando uscite di casa ma fatelo anche quando sapete che è in arrivo il vostro amato e vi vede in tutto il vostro splendore che non è solo il trucco ma, come ho detto in altra occasione, la femminilità e perché no, la sensualità non di maniera ma quella che vi nasce spontanea perché conoscete il vostro lui. Siete stanche, lo so e come noi ed è per questo che entrambi dobbiamo festeggiarci, senza pensare a quale giorno dell’anno sia.
Vincenzo Atzeni

P.S.

Penso che ciò che dice Vincenzo Atzeni debba essere largamente pubblicizzato per mostrare che ci sono al mondo anche uomini del suo calibro che, con semplicità ed eleganza, sanno parlare delle donne conferendo loro tutto il rispetto dovuto.

Grazie Signor Atzeni, a nome di tutte le donne, Tilde Maisto

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