Fukushima, preghiere tra le macerie 5 anni dopo il terremoto e il disastro della centrale nucleare

Fukushima, preghiere tra le macerie 5 anni dopo il terremoto e il disastro della centrale nucleareCondividiTweet 11 marzo 2016Tra le macerie di Sendai, piccoli altari improvvisati sono coperti di fiori fin dalle prime luci dell’alba. Una lenta processione di parenti e amici, si raccoglie in preghiera davanti a quelle che un tempo erano case, uffici, negozi e ora sono solo rovine.
Un uomo spazza il cortile della scuola Okawa di Ishinomaki dove i monaci intonano canti e genitori piangono i figli. A Rikuzentakata, nella prefettura di Iwate, qualcuno si inchina davanti al pino solitario, l’unico albero che sopravvisse alla furia del mare; è stato curato e poi rimesso al suo posto ed è diventato un simbolo di speranza.
Oggi, il Giappone si è fermato per ricordare le vittime del triplice incidente che colpì la nazione 5 anni fa. L’11 marzo del 2011, un terremoto di magnitudo 9 colpì la costa nordorientale del Giappone provocando uno tsunami che spazzò via interi centri abitati e si lasciò alle spalle un bilancio di 18mila morti.
L’onda anomala colpì anche l’impianto di Fukushima e i suoi generatori di emergenza, lasciando i tre reattori operativi senza raffreddamento. Il governo dichiarò lo stato d’emergenza atomica evacuando migliaia di persone e nei giorni successivi, dal 12 al 15 marzo, si verificarono diverse esplosioni nei reattori a causa dell’alta concentrazione di idrogeno.
Durante la cerimonia al Teatro Nazionale di Tokyo, a cui hanno partecipato l’imperatore Akihito con la consorte Michiko, assieme al premier Shinzo Abe, è stato osservato un minuto di silenzio alle 14:46 (le 6:46 in Italia), l’ora della scossa di magnitudo 9. Le cerimonie di commemorazione si sono poi susseguite nelle tre prefetture di Fukushima, Miyagi a Iwate. Ancora oggi nelle tre prefetture quasi 58.000 persone vivono nei complessi di prefabbricati adibiti a centri di accoglienza, per gran parte persone anziane vulnerabili a problemi fisici e mentali connessi all’incidente e continua il processo di smantellamento della centrale nucleare che richiederà tra i 30 e i 40 anni.

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