Giochi online e slot machine, quando don Oreste tuonava contro la nuova droga degli italiani

SAN NICOLA LA STRADA – Nel corso di un’approfondita indagine contro il malcostume dell’assenteismo sul posto di lavoro, meglio noto al grande pubblico con il nome dei “Furbetti del cartellino”, i Carabinieri di Cosenza hanno denunziato oggi, martedì 7 febbraio 2017, 18 fra dirigenti e dipendenti degli uffici decentrati di Rogliano (Cs) dell’Asp di Cosenza. Si assentavano dal posto di lavoro per dedicarsi alle faccende più disparate: dalla spesa al supermercato fino a giocare alle slot machine. I Carabinieri hanno documentato la bellezza di ben 725 episodi di assenteismo. Contro le slot machine e più in generale i giochi a premi, vorrei pubblicare uno degli ultimi interventi del nostro amatissimo “don Oreste” che il 19 novembre 2014 tuonava contro quella che è una vera e propria malattia la “ludopatia”. “I giochi, dalla febbre per il superenalotto al più semplice “gratta e vinci”, o al “Win for Live”, ed ultimamente ai giochi d’azzardo online, si rivelano sempre di più una nuova “droga” per gli italiani. È ora di dire basta e di pensare ai nostri fratelli più bisognosi”. Fu questo il grido d’allarme che don Oreste Farina, parroco della Chiesa Santa Maria della Pietà alla Rotonda, lanciò all’indirizzo dei suoi fedeli, considerato anche il particolare momento di grave crisi economica che tutto il Paese sta attraversando e che durerà ancora parecchio. L’allora settantasettenne don Oreste definì il gioco d’azzardo come un “veleno sociale”. “La dipendenza dal gioco” – aggiunse – “è distruttiva tanto quanto la tossicodipendenza e l’alcolismo, in termini di separazioni nelle famiglie e fallimenti finanziari. Alla gente viene continuamente proposta l’immagine della “bella vita” ottenuta grazie alla fortuna ed alle grandi vincite. Questo messaggio” – sottolineò don Oreste – “viene promosso sulla stampa, alla radio, alla televisione, su Internet e sui cartelloni pubblicitari. Così facendo, ci dimentichiamo dei nostri fratelli più deboli, di quelli che avrebbero bisogno di un nostro aiuto concreto, invece, pensiamo a spendere centinaia di euro a settimana solamente per la droga da “Superenalotto”. Tutto ciò è immorale”. La denunzia del presule non è infondata. Oltre 3 milioni di persone, infatti, sono a serio rischio di dipendenza da gioco, mentre sono più di 700.000 i ludopatici gravi, ovvero coloro per i quali la mania del gioco si è trasformata in una vera e propria patologia. Sono sempre più numerosi gli italiani che giocano d’azzardo, soprattutto maschi di giovane età: infatti circa 15 milioni di italiani, il 38,3% delle persone tra 15 e 64 anni, almeno una volta nella vita hanno giocato d’azzardo, il 50% dei maschi, il 29,2% delle donne. Tra i giochi preferiti dai giovani di entrambi i sessi risultano in pole position i gratta e vinci, poi lotto, superenalotto, videopoker, scommesse sportive e simili. Il giocatore più a rischio gambling (dipendenza da gioco) è di solito un individuo impulsivo e poco prudente, che non percepisce né teme il pericolo e, per questo, tende a giocare anche grosse somme senza capire a cosa va incontro. Il gambling è una vera e propria dipendenza come le droghe ed è sempre più diffusa. “È necessario” – concludeva don Oreste – “che lo Stato adotti politiche più restrittive nei confronti del gioco, soprattutto quello d’azzardo “legale”, dalle scommesse al bingo alle slot-machines. Quella del gioco è una sindrome pericolosa perché lo stato di euforia del giocatore d’azzardo é paragonabile a quello prodotto dall’assunzione di droghe, e come nella dipendenza da droghe possono manifestarsi nei giocatori crisi gravi di astinenza”.

Nunzio De Pinto

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