Gran Ballo Viennese di Roma, un sogno antico nella Capitale

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Quale donna non ha mai sognato di sentirsi come Cenerentola almeno per una sera? No, non intendiamo maltrattata dalle sorellastre e costretta a pulire ogni giorno una casa immensa per poi andare a dormire in una soffitta; parliamo della parte in cui arriva il vestito meraviglioso, la carrozza con il cocchiere e poi si va al ballo nel palazzo reale dove c’è un cavaliere bello, aitante e sicuro di sé. Prendete allora lo splendido salone dell’Acquario di Roma, 32 fanciulle con un bellissimo abito bianco indosso e altrettanti allievi ufficiali in alta uniforme che le accompagnano sulle note del valzer e il sogno realtà diverrà: tutto questo è ilGran Ballo Viennese di Roma.
Dopo essere stata rappresentata in tutto il mondo, la tradizione dei Balli Viennesi nel 2007 è arrivata a Roma. Gemellato con l’Opernball, questo evento è l’unico nel suo genere, in Italia, voluto direttamente dalla città di Vienna e dall’Ambasciata d’Austria. Giunto alla sua IX edizione, il Gran Ballo Viennese è un tuffo nel passato, un momento in cui sembra di respirare la magia dei tempi antichi dove stupende principesse vivevano la loro favola tra immensi saloni e vestiti meravigliosi.

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Quest’elegante serata di gala è anche un momento di solidarietà: il ricavato sarà devoluto a FIABA Onlus per la realizzazione del progetto “Con FIABA gioco anch’io” finalizzato all’acquisto di giochi da posizionare all’interno di aree ludiche urbane. Come ogni anno verrà assegnato il “Premio Vindobona” ad artisti di fama internazionale e la premiazione sarà seguita da numerose esibizioni tra le quali ci sarà quella del Balletto di Roma che incanterà il pubblico in punta di piedi esibendosi nel “Graduation Ball”.
Ma uno dei momenti chiave è la cerimonia d’apertura rappresentata dal Ballo delle Debuttanti, scena che ormai si può vedere quasi solo nei film o immaginare leggendo una favola. Elvia Venosa, colei che cura l’organizzazione e la direzione artistica del Ballo, ha raccontato a noi di Lineadiretta24.it cosa c’è dietro questa tradizione tanto antica quanto affascinante. “Il ballo come mezzo di comunicazione, il volersi sentire principesse per una sera e avere al proprio fianco un cavaliere forte, ma allo stesso tempo dolce che quella sera è lì solo per noi”; in un’epoca in cui è molto più facile e talvolta si preferisce conoscere una persona tramite una chat, il concetto di ballo come mezzo di comunicazione e d’approccio va molto controcorrente. La nostra società è frenetica e spesso i tempi sono ridotti, i social ci aiutano a rimanere in contatto anche quando non si ha tempo per vedersi ma forse ci hanno un reso un po’ pigri. Ed ecco che viene a mancare il corteggiamento, le emozioni si esprimono con una faccina invece che a parole, per discutere di qualcosa si fa una chat di gruppo e non ci si siede più intorno ad una tavola.
Un messaggio importante, quello di Elvia Venosa, rivolto a tutte le ragazze per ribadire che siamo donne che vivono in una società moderna, ma che forse insieme ai diritti acquisiti negli anni ci siamo lasciate trascinare troppo da questa modernità. E allora bisogna riscoprire come conoscersi, il contatto fisico e visivo dal vivo e non attraverso un’immagine del profilo, la voglia del corteggiamento, la spontaneità dei gesti e la galanteria. In un’epoca in cui forse c’è bisogno di un’educazione alla conoscenza, il Gran Ballo Viennese diventa scuola e, nella settimana di preparazione al debutto, alle ragazze viene insegnato il giusto portamento, il modo in cui truccarsi e prendersi cura del proprio viso, ma soprattutto i passi del valzer. “Le nostre ragazze sono ragazze coraggiose”, queste le parole di Elvia Venosa per descrivere le debuttanti, giovani che non hanno paura di mostrare a tutti la loro voglia di sentirsi principesse per una sera.
Ma questa serata unica cosa lascia nel cuore di chi vi prende parte? L’ex debuttante Alice Panicchia ci ha raccontato la sua esperienza:”Ho partecipato al Ballo delle debuttanti perché era il mio sogno. Sono sempre stata una sognatrice e ho sempre voluto, almeno per una sera, sentirmi davvero come una principessa e ballare sulle note di un valzer. È stata la miglior esperienza della mia vita che rifarei ogni anno, se potessi! Oltre ad aver vissuto una serata indimenticabile con un Cavaliere con la C maiuscola, ho scoperto lati di me che non conoscevo e conosciuto persone meravigliose con cui, fortunatamente, i rapporti continuano tutt’oggi. La cosa più bella, che non scorderò mai, sono state proprio le mie compagne. Eravamo un gruppo molto unito e, nonostante le possibili differenze sociali, non vi era nessun tipo di rivalità o gelosia. Abbimo vissuto quella settimana unite, condividendo ogni singola cosa e, quella sera, non era solo il mio, ma il nostro Ballo”.
Il debutto si fa simbolo di un ritorno al passato e della volontà di credere in alcuni valori dimenticati, l’eleganza e la classe diventano gli abiti di giovani ragazze accomunate dalla voglia di vivere un sogno. Ed ecco che il Gran Ballo Viennese di Roma si fa il cavaliere perfetto di una principessa chiamata Magia.

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