Il bullismo e cyberbullismo a scuola: prevenzioni e sanzioni

di Domenico PETRILLO.

Nell’aula magna dell’Istituto Tecnico “Michelangelo Buonarroti”, nato  sulle  radici del Regio Istituto Tecnico Agrario voluto da  Ferdinando II di Borbone nel 1864, si è tenuto un importantissimo Service sul ” Bullismo e Cyberbullismo ” organizzato per l’Anno del Centenario, dal Club Lions Caserta Host di cui è Presidente  la già Ispettrice Superiore della Pubblica Istruzione Dottoressa Gaetana Conti. La tematica, sempre attuale, ha attirato nella sala, strapiena fino all’inverosimile, una moltitudine di alunni unitamente a docenti di ogni ordine e grado, dirigenti scolastici e soci Lions. Dopo il saluto della Presidente Conti che con un breve inciso ha sottolineato gli scopi sociali che si prefigge il “Lionismo”, la  padrona di casa, Dirigente Scolastica del Buonarroti Dott.ssa Vittoria De Lucia, ha indirizzato un caloroso saluto ai convenuti, ben apprezzando l’iniziativa lionistica promossa dalla Presidente Conti che, per la trattazione della delicata materia, tanto preoccupa genitori, discenti e docenti. Ulteriore saluto è stato indirizzato ai presenti dalla delegata del Sindaco Assessore alla Cultura Professoressa Daniela Borrelli. Prima di entrare nel vivo dell’argomento, la presentatrice del Service Dottoressa Rosaria Picozzi,  già Dirigente Scolastica ed esponente nazionale dell’UCIIM, ha introdotto lo spinoso problema con un simbolico quadro del bullismo traendone esempio dal un passo del libro Cuore.  Il riferimento, molto ben calzato per la questione trattata, riguardava l’alunno Franti che già all’epoca risalente al 1886,  riuniva in sé tutte le peculiarità del bullo di sempre, ovvero:  Era malvagio; godeva per le partacce da altri ricevute, se la rideva sul pianto degli altri, picchiava i piccoli, tormentava il compagno di classe perché aveva ” il braccio morto”, burlava un alunno solo perché camminava con le stampelle. Non solo, quando faceva a pugni, s’inferociva e tirava a far male; non temeva nulla, rideva in faccia al maestro, rubava quando poteva, negava con una faccia invetriata. Era sempre in lite con qualcuno, odiava  tutti e tutto, la scuola, i compagni,  il maestro.   Dopo questo inciso, la moderatrice ha passato la parola alla psicologa Dottoressa Daniela Manfredi del centro antiviolenza che, forte della propria esperienza, ha ben specificato il significato di bullismo spiegando che si riferisce ad una espressione psicologica o fisica ripetuta nel tempo,  perpetrata da una persona o da un gruppo di persone più forti nei confronti di un’altra percepita come più debole. Esso è considerato un comportamento aggressivo con  caratteristiche distintive come l’intenzionalità perché mira deliberatamente a ferire, offendere, arrecare  danno o  disagio  con persistenza nel tempo. Naturalmente gli attori che prendono parte a questi episodi di bullismo si identificano nei bulli che mettono in atto le prevaricazioni e le malcapitate vittime che ne subiscono le conseguenze. Il bullo non rispetta le regole e disumanizza la vittima al fine di giustificare le sue violenze; provoca con  il suo comportamento una scarsa autostima nella  stessa  rendendola, così,  insicura e sensibile tanto da farla chiudere in se stessa rendendola ancora più vulnerabile di quanto già non lo sia.  Vi  è poi il cyberbullismo che si identifica nell’uso delle nuove tecnologie per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere altre persone.   Come ha poi proseguito anche il successivo  relatore Dottor Sergio Enea, Magistrato e figliolo della Presidente Lions,  giusto come inserito nel disegno di legge nr. 1261, il cyberbullismo si concretizza utilizzando molti media come facebook, istagram, telegram e altri ancora.  Mediante questi Social, si impiegano telefonate, messaggi, chat, video imbarazzanti, furti di identità, mail minacciose ed altri sistemi al solo scopo  intenzionale e predominante di isolare un minore, porre in essere seri abusi che possono rientrare o meno in reati penali come la molestia punita dagli art.660 e 612bis del c.p. oppure il ricatto art 610 c.p., diffamazione art.  595 o dal furto di identità  punibile dall’art. 494 del  c.p. stolking ecc…   I rimedi possibili??? Sono pochi e non facili perché non è semplice eliminare da un profilo social immagini o altro materiale denigratorio anche perché indagare è difficile in quanto si tratta di social network che hanno la sede in paesi esteri ed extraeuropei non soggetti alle leggi nazionali.. L’unica possibilità è quella di rivolgersi al codice di autoregolamentazione per gli operatori dei social network  in Italia ma, più efficiente ancora, è la formazione dei docenti per rendersi soggetti attivi nella prevenzione e contrasto al cyberbullismo. Il Magistrato continua esplicitando che ancor di più, la legge prevede che ciascun minore o ciascun genitore può chiedere al gestore del sito Internet e social network, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore diffuso nella rete e,  se entro 48 ore non vi  provvede il sito Internet o il social network,  ci si può rivolgere al Garante per la Protezione dei dati personali. Chi viola l’ordine del Garante, rischia la reclusione da tre mesi a due anni.  Comunque, il Dottor Enea consiglia che miglior sistema è quello di prestare attenzione a ciò che si invia o si riceve, cercando di parlare di più con le parole e di  meno con l’invio di messaggi e fotografie che ci riguardano poiché dopo non sono più facilmente cancellabili. E’ comunque importante che i ragazzi sappiano di non essere soli e hanno a sostegno Associazioni come il Telefono Azzurro, Associazione contro il Bullismo Scolastico, Polizia Postale, i propri genitori, gli insegnanti e perché nò, anche i buoni amici.  E’ intervenuto poi il Luogotenente dell’Arma dei Carabinieri  Francesco  Ciardiello che ha ricordato come, anche durante la  prima puntata del Festival di Sanremo si è parlato di bullismo sia con l’intervento dei ragazzi dell’associazione pugliese contro il bullismo MaBasta che con l’esperienza personale vissuta dalla giornalista Diletta Leotta. Non di meno, ha fatto riferimento al romanzo I turbamenti del giovane Törless in cui vengono perpetrati atti di bullismo già nel 1906 in una scuola militare austro – ungarica. A tal proposito, ha aggiunto che spesso la scuola non è più luogo di innocenza ma palestra di violenza.     Ha chiuso il convegno il Vice Governatore del Distretto Lions Clubs 108 YA  – Avvocato Francesco Capobianco che, dopo aver ringraziato a nome dei Lions tutti i presenti, ha voluto elogiare  i relatori per l’ottimo stato dell’arte e la precisione incisiva con cui hanno saputo illustrare questo dramma sociale che investe tutti i giovani adolescenti e non solo.   Ha inoltre evidenziato come i Lions,  che contano nel mondo ben 1.400.000 (unmilionequattrocentomila) Soci, si interessano dei giovani, per la propria cultura, per una loro crescita sana e propositiva utilizzando appropriate strategie pedagogiche tese anche ad alleviare i disagi minorili che esistono ed esisteranno sempre.  Ha accennato anche alle opportunità che i Lions adulti,  offrono al giovani consigliandoli ad entrare a far parte della grande famiglia dei  Leo Lions.  Essere Lions  significa essere disposti al servizio, saper creare e promuovere uno spirito di comprensione e d’intesa fra i popoli del mondo promuovendone i principi di buon governo e buona cittadinanza.  Non a caso il motto Lions è WE SERVE.

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