INFINITI RINGRAZIAMENTI A SALVATORE MINIERI – VITTORIO RUSSO – MARIA LUISA VENTRIGLIA E TONINO DEL SOLE

Cancello ed Arnone (Redazione) – Non ci è possibile chiudere questo evento senza ringraziare nuovamente  i nostri ospiti eccellenti che con la loro presenza e le loro storie uniche  e speciali  hanno reso la serata molto più interessante e coinvolgente.

 Personaggi della nostra provincia di Caserta, che abbiamo voluto omaggiare  assegnando loro dei premi speciali, in quanto  con il loro operato contribuiscono a tenere alto il nome di una provincia come quella casertana dove le numerose eccellenze vengono oscurate dalle frequenti emergenze:

Il giornalista e scrittore Salvatore Minieri che, pur sapendo di mettere a serio rischio la sua vita, come un guerriero della luce continua tuttora a squarciare con i suoi libri e le sue denunce il velo oscuro fatto di  omertà, indifferenza e clientelismo, che copre la provincia di Caserta.

Ma che cos’è che ti spinge a comportarti in questa situazione di pericolo per la tua persona – gli è stato chiesto – e lui ha risposto “in realtà sono un incosciente, ma non possiamo far finta che vada tutto bene e nasconderci dietro al dito, qualcuno deve pur parlare!”

ECCOVI UNA SUA BREVE CRONISTORIA:
Salvatore Minieri (1973) è un giornalista e scrittore italiano.
Giornalista professionista, scrittore e reporter.
Ha lavorato per Il Mattino , La Gazzetta di Caserta, Il Roma, Corriere di Caserta, Italia News. Le sue inchieste hanno portato alla luce alcuni scandali nel campo delle ecomafie operanti nel Mezzogiorno italiano.
Nel gennaio del 2008, dopo la pubblicazione di una sua inchiesta sui beni gestiti dalla malavita organizzata, è stato vittima di un attentato intimidatorio a colpi di arma da fuoco, nei pressi della sua abitazione.
Ha pubblicato il libro, nel 2014, “I Padroni di Sabbia – Castel Volturno, storia di un abbandono”, sulla condizione delle coste campane e dei corsi d’acqua avvelenati in provincia di Caserta.
Nel 2015, un suo reportage ha fatto scoprire la più grande discarica tossica d’Europa, venuta alla luce a Calvi Risorta, in provincia di Caserta.
Nel 2016, ha pubblicato il libro “I Pascià, storia Criminale del clan Bardellino e della discoteca Seven Up”, nel quale ha svelato i segreti della nascita dei Casalesi e le collaborazioni del clan casertano con i cartelli di Escobar, sotto l’egida del Partito Socialista Italiano, della Massoneria e della parte deviata della Democrazia Cristiana. Per la prima volta, ne I Pascià è stata avanzata l’ipotesi di attentato per l’esplosione mortale della grande discoteca di Formia (Latina), gestita proprio dal clan Bardellino con le ombre della Banda della Magliana che avevano iniziato a interessarsi ai pacchetti azionari della struttura. Il libro è stato stampato in tre edizioni, visto lo straordinario successo ottenuto a pochi mesi dall’uscita.
A luglio del 2017, ha pubblicato il libro “Criminal, Enriqueta Martì la donna più sanguinaria d’Europa” (Edizioni Italia, 367 pagine), un viaggio terrificante nella Barcellona di inizio Novecento che tratteneva il fiato al passaggio di Enriqueta Martì, la Vampira di Barcellona, prima donna a sfruttare la pedofilia come fonte “industriale e massiva” di guadagno, tra gli orchi della Catalogna più ricca e borghese. Il libro si è aggiudicato il Premio Letteratura 2017, Fondazione Culturale “A.De Sisto”. Il testo tratta anche della condizione politica europea nei primi decenni del Novecento e documenta le rivoluzioni barcellonesi (con atti mai pubblicati prima) contro lo strapotere del clero e della politica di Madrid.
È stato minacciato più volte dai clan della zona in cui si ostina a vivere. Una delle sue denunce ha trascinato davanti alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli i figli del ras Vincenzo Lubrano, vicinissimo a Totò Riina e a Bernardo Provenzano, coinvolto, inoltre, nell’uccisione del sindacalista Franco Imposimato, fratello del Giudice Ferdinando (il primo omicidio del viluppo sanguinario tra Mafia, Camorra e Banda della Magliana)
Ha vinto il Premio Nazionale “Olmo” per la sezione Giornalismo d’Inchiesta e gli è stato assegnato il Premio Nazionale “Legalità Campania” e il World Solidarity Award, per il suo impegno professionale in difesa dell’ambiente e della legalità. Vive tra Formia, sul litorale laziale, e Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta.

Maria Luisa Ventriglia, una donna partorita dal più forte dei dolori che un essere umano possa provare, la perdita del proprio figlio a causa di una malattia neurodegenerativa provocata dall’ingestione di carni infette ed al cui capezzale lei ha giurato a se stessa di rendergli giustizia informando l’opinione in merito alle encefalopatie da prioni.  MARIALUISA VENTRIGLIA E’ AUTRICE DEL LIBRO “NERO SU BIANCO” – LA VITA DOPO IL DRAMMA: IL LUTTO, L’IMPEGNO, LA RINASCITA. QUESTO E’ IL LIBRO “NERO SU BIANCO”, STORIA DI UNA MADRE, MARIA LUISA VENTRIGLIA, RINATA DOPO LA PERDITA DEL FIGLIO.
Per lo scrittore napoletano Vincenzo Torella “Nero su Bianco” è “un romanzo, un diario, un tributo a una vita spezzata. Uno sfogo, una denuncia. Tante sono le definizioni, ma tante soprattutto le emozioni, che attraversano il viaggio emotivo tracciato nelle pagine del libro. Il viaggio emotivo di una madre che lotta, che cade e si rialza, che cerca la verità, che si informa, che protegge la sua famiglia, che fa fronte alla tragedia meno comprensibile: sopravvivere ad un figlio che ha perso la sua battaglia contro una malattia che poco ancora fa sapere di sé. E’ un libro che resta tatuato addosso, come un segno indelebile, come un insegnamento dal valore inestimabile. Dopo questo viaggio emotivo non si torna indietro”.

Vittorio Russo, capitano di marina, giornalista e scrittore che ha saputo trasfondere nelle sue opere le emozioni dei suoi viaggi traducendole in autentiche lezioni per affrontare il viaggio più lungo, quello della vita, vita che ci scorre davanti agli occhi e che impariamo a vedere nella sua essenza, solo se proviamo a spogliarci delle nostre sovrastrutture ed è allora che riusciremo a parlare davvero con l’altro di noi, che sia un uomo bianco, nero, giallo, un cane, un gatto, una formica, un ruscello, un albero o un fiore. Vittorio Russo è nato a Castel Volturno nel 1939.
Capitano di marina mercantile nonché giornalista, è autore di numerose monografie e di racconti di viaggio. Cultore di studi storici e di storia delle religioni, è l’artefice di una ricerca sul Gesù storico in contrapposizione al Cristo della fede. L’opera è articolata in due volumi: Introduzione al Gesù storico e Il Gesù storico pubblicati alla fine degli anni ’70.
Uno dei suoi lavori letterari più famosi è L’India nel cuore pubblicato nel 2012 da Baldini e Castoldi (premio letterario Albori-Costa d’Amalfi 2012).
Dopo gli studi presso l’Istituto Nautico di Napoli Duca degli Abruzzi è stato imbarcato su navi militari e mercantili. La descrizione dei paesi visitati appare in molti suoi lavori. Particolarmente interessato ai problemi del sacro, ha approfondito le sue ricerche con lo storico del cristianesimo Ambrogio Donini e il biblista Marcello Craveri. Ha pubblicato studi di cristologia. L’autore ha collaborato alla stesura del testo Rajasthan Delhi Agra (Touring Club Italiano ed. 2016). L’ultimo libro, Transiberiana, è stato pubblicato nel novembre 2017 da Sandro Teti Editore.

Un’ altra eccezionale persona premiata al “Calliope” 4 è il grande chef Antonio Del Sole.  Egli è il titolare e proprietario del Ristorante La Tortuga, ossia la location che ha ospitato l’evento. A vederlo si capisce subito che è un uomo ricco di valori e di tanta umanità, che fanno da cornice alla sua eccellente personalità.
Un uomo, un artista dei fornelli, un padre di famiglia, ricco di valori che in tanti anni di sacrifici si è saputo aggiudicare non solo la simpatia della sua affezionata clientela, ma anche l’attenzione dei critici del settore, tanto da essere insignito nel 2014 della Stella d’Oro al Merito come Discepolo di Escoffier.
Oggi Antonio Del Sole è il presidente del Campania Team – Associazione Nazionale dei Cuochi, responsabile dei corsi di cucina che si organizzano negli istituti penitenziari della Campania e in particolar modo in questo ultimo periodo nel carcere di Pozzuoli, tutto con il fine primario di insegnare una professione che possa permettere agli ex detenuti di realizzarsi dopo aver scontato la pena.
«Ecco perché – afferma lo chef Del Sole – parliamo di “ricette di speranza”, per offrire, con passione e piacere a chi è cresciuto a pane e violenza, l’appetito per il bello e per il buono».
Le sensazioni che Antonio vive durante questi insegnamenti è di poter riuscire a recuperare i giovani e sinora ne va fiero perché ne ha recuperato circa una quindicina, di cui alcuni hanno lavorato e stanno lavorando presso il suo ristorante e altri ristoratori della zona, senza avere riconoscimenti di nessun genere dalle istituzioni del territorio.
Un valido collaboratore che affianca Antonio Del Sole nel suo progetto è il maestro pasticcere Ciro Maiorano della Pasticceria Lisita di Mondragone, anch’egli iscritto al Campania Team.
Lo Chef afferma che l’80% della clientela viene nel suo locale per mangiare, ma un 20% si presentano per affiancare le sue opere sociali.
Si assume in tutte queste opere una grande ricchezza interiore e Antonio fa riferimento, emozionandosi, ad una cena tenutasi a Pozzuoli il 29 dicembre scorso con la Comunità di Sant’Egidio tenendo ospiti anche ragazzi musulmani, i quali hanno mangiato quello che lui aveva cucinato senza infangare la loro religione.
Antonio è vicino alla Caritas affiancando il personale volontario che si avvicina ai barboni e per essi lui cucina un pasto caldo. Anche il Maestro Ciro Maiorano afferma che queste opere riempiono il cuore e l’animo, arricchendo tanto la persona.
Purtroppo le istituzioni non sempre mantengono le promesse fatte e quindi si va avanti con il cuore e ti senti soddisfatto. Il piatto preferito dello Chef Antonio Del Sole che lo rappresenta è la “Casareccia alla Gennarino” mentre per il Maestro Pasticcere Ciro Maiorano è la “Coda d’Aragosta”.

Anche per questa serata lo Chef Antonio Del Sole si è posto al servizio della solidarietà preparando una eccellente cena il cui ricavato è stato tutto devoluto in beneficenza a favore della Fondazione Giambrone per la ricerca sulla guarigione dalla Thalassemia.

Grandi personaggi, quindi, che noi organizzatori non possiamo che ringraziare con tutto il cuore augurando loro nuovi e sempre più ambiti successi.

 

Gli organizzatori: Matilde Maisto e Mattia Branco

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