Intenso week-end di Capua il Luogo della Lingua festival
Capua, il Luogo della Lingua, festival X edizione
direzione artistica Giuseppe Bellone
Gli eventi del secondo week-end
Venerdì 19 giugno
ore 19.00 Palazzo Lanza
Bicentenario del Trattato di Casalanza 1815 – 2015
Verso una modernità possibile. Il Trattato di Casalanza: tra continuità e discontinuità.
Esattamente duecento anni fa, il 20 Maggio 1815, nella residenza di campagna della famiglia Lanza, a pochi chilometri da Capua, la Storia decise l’incontro tra l’esercito austriaco, alleato di Ferdinando di Borbone, e l’esercito sconfitto del Re di Napoli Gioacchino Murat.
Dopo molte ore e diverse trattative i Generali napoletani Colletta e Carascosa riconsegnavano il Regno a Ferdinando permettendo cosi al Congresso di Vienna di compiersi con la restaurazione anche dei Borbone sul proprio trono.
Gioacchino Murat perderà tragicamente la vita di lì a pochi mesi, in un audace e disperato tentativo di riconquistare il regno appena perduto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Casalanza
Nadia Verdile giornalista e scrittrice
incontra
Maria Rosaria Rescigno ISSM-CNR
Indirizzi di saluto
Carlo Lanza – Famiglia Lanza
Carmine Antropoli – Sindaco di Capua
Giovanni Diana – Sindaco di Pastorano
Giovanni Salemi – Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie
Pierluigi Sanfelice di Bagnoli – Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
A seguire reading di Massimo Santoro – Accademia tiberina
Ore 21.00 Ex Libris ristorante
Le stagioni di Capua. A cena con la Storia. Mille anni tra letture e degustazioni
L’Ottocento: dal Trattato di Casalanza a Ferdinando Palasciano.
Cena con menu tematico ispirato all’Ottocento
Ricette tratte da:
Il Cuoco galante, Napoli 1793 di Vincenzo Corrado,
Cucina teorico-pratica, Napoli 1837 di Ippolito Cavalcanti,
MENU
Antipasto
Sartù di riso con pomodorini e ricotta
Primo
Timballo di maccheroni con corteccia di melanzane
Secondo
Arrosto di nero domestico con gateau alla giardiniera
Dolce
Biancomangiare alle mandorle
Acqua, Vini di Terra di Lavoro, caffè
Cena completa 30.00
25.00 per soci Touring Club Italiano e Slow Food
info e prenotazioni Ex Libris tel. 0823 622924 – 3389993220
Sabato 20 giugno
ore 18.30 Palazzo Lanza
Rosaria Capacchione
incontra
Francesco Caringella
autore di
Non sono un assassino
Newton e Compton
Luisa Bossa
autrice di
Donne in carne e ossa
Centoautori
Non sono un assassino Newton e Compton
È un freddo e piovoso mattino d’autunno, quando una scena raccapricciante sorprende la domestica del Sostituto procuratore Giovanni Mastropaolo: l’uomo giace nello studio della sua villetta, la fronte bucata da un proiettile. Non ci sono segni di effrazione e gli inquirenti rimangono sconcertati: l’omicidio non ha le caratteristiche tipiche di quelli compiuti della malavita organizzata, ipotesi che sembrava la più probabile, dato che la vittima era nota per le sue indagini contro la nuova camorra pugliese. E così, anziché rivolgersi verso l’ambiente criminale, i sospetti si concentrano su Francesco Prencipe, vicequestore, legato a Mastropaolo da antichi rapporti di amicizia e di collaborazione professionale. Dopo un drammatico interrogatorio, il funzionario viene accusato del crimine e arrestato. A questo punto l’unico modo che Prencipe ha per non finire i suoi anni in galera è quello di imbarcarsi in un’ardua battaglia giudiziaria per dimostrare la propria innocenza. Ma nel processo che lo attende verità e menzogna troppo spesso si intrecciano, separate da un sottilissimo filo… Un omicidio senza movente, un’indagine mozzafiato e un finale inaspettato per un esordio sorprendente e unico, che vi terrà incollati fino all’ultima pagina.
Francesco Caringella Barese d’origine e romano d’adozione, ha indossato le divise di ufficiale della Marina militare e di commissario di polizia, poi la toga di magistrato penale, prima di diventare Consigliere di Stato. È giudice del Collegio di garanzia della giustizia sportiva e componente della Commissione di Garanzia dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Non sono un assassino è il suo primo romanzo pubblicato per la Newton Compton.
Donne in carne e ossa Centoautori
Cinque racconti, cinque storie di disagio e coraggio per altrettante donne del Sud. Donne istintive, sanguigne, raccontate senza sfumature, in presa diretta, perché queste, anche se trasfigurate dalla penna dell’autrice, sono storie vere. Dal magma di una scrittura incalzante, profonda, emergono così la pasticciera Annina, che non accetta le molestie al suo garzone di bottega; Cristina, che a suo modo si ribella ai soprusi dell’usuraio che vuole approfittare di lei; e ancora Assuntina, donna di camorra che a-ffronta il boss di turno per vendicare i propri gli; e poi Concettina, che sda le regole della realtà chiusa e malavitosa in cui vive, scegliendo la morte come fuga da un amore impossibile. Inne c’è Melania, ragazza madre che squarcia il velo di silenzio e vergogna che l’ha avvolta e fa il nome del sacerdote padre di suo figlio. Magistralmente introdotti da Paola Binetti, Rosaria Capacchione, Monica Guerritore, Manuela Piancastelli e Gloria Sanseverino, questi racconti presentano una galleria di personaggi drammaticamente veri. Di donne indimenticabili, in carne e ossa.
Luisa Bossa Sposata, tre figli, è insegnante di latino e greco. Attiva nel volontariato sociale, ha militato nel Movimento per la Pace e nel Movimento Internazionale per la Riconciliazione. Sindaco di Ercolano dal 1995 al 2005 è stata nominata dall’Unicef “Sindaco difensore dei bambini”. Membro della Commissione Parlamentare Antimafia, nel febbraio 2013 è stata rieletta deputato al Parlamento per il Partito Democratico
ore 20.00 Palazzo Lanza
Marilena Lucente
incontra
Francesco De Core autore di
Un pallido sole che scotta. Da Africo a Napoli, viaggio nel cuore del Sud
Edizioni Spartaco
IL LIBRO
Il Meridione raccontato da Francesco de Core è amore e tormento, incisione profonda nella carne di un territorio dell’anima che poteva essere e non è, di una patria con troppe bandiere, un eterno purgatorio di attese tradite. È un cammino della speranza, repressa dagli occhi e voluta con il cuore. In buona, ottima compagnia di scrittori e artisti, apolidi e icone di un’Europa smarrita, anacoreti alla ricerca di un loro deserto dove vivere e pregare, poeti che amano parole e colori. Niente acquerelli, eppure non solo fotografie in bianco e nero, ma nitide tracce di un giornalista che oltre alla penna porta in valigia un’accetta affilata. Attento e curioso, ama aggirarsi tra le mura sbrecciate di Casertavecchia, come Pier Paolo Pasolini. Assieme ad Albert Camus si lascia abbagliare dai resti maestosi ed eterni di Paestum. Schiuma di rabbia con Giuseppe Berto sul suolo calabro violato e si ferma con pudore accanto a Leonardo Sciascia all’ingresso della Certosa di Serra San Bruno. Poi si tuffa nei versi di Alfonso Gatto, il coriaceo amante di Salerno e della divina costiera. A Marcianlse, sulle orme di Roberto Saviano, sale sul ring nella fabbrica di campioni del maestro Domenico Brillantino: qui respira sudore e grinta, disciplina e sacrificio. Sembra soffocare nel corpo dilaniato di Napoli, con le lacrime di cenere di Giuseppe Montesano e i richiami a Elena Ferrante, Nicola Pugliese e Luigi Compagnone. Sullo sfondo il profilo rigoroso di un esule, Gustaw Herling.
Francesco de Core (Caserta 1965), giornalista, è redattore capo del quotidiano “Il Mattino”. Ha scritto, con Ottorino Gurgo, Silone, l’avventura di un uomo libero(Marsilio, 1998), Burocrati e saltimbanchi siete il veleno della sinistra. Il libro rosso di Lev Davidovic Trotzky (Pironti, 1999), Silone, un alfabeto(l’ancora del mediterraneo, 2003). Ha curato il libro di scritti giornalistici di Ignazio Silone Esami di coscienza (e/o, 2000. Premio Capri San Michele) e Stanza 1304. La finestra sulla guerra (Graus, 2004). Suoi interventi compaiono nei volumiL’eredità di Tempo presente (Fahrenheit 451, 2000), Nel Sud. Senza bussola(l’ancora del mediterraneo, 2002), Silone. La libertà (Guerini e Associati, 2007),Stranieri. Albert Camus e il nostro tempo (Contrasto, 2012), Fuoco sulla città (Ad est dell’equatore, 2013), F For Fake (Editori Internazionali Riuniti, 2013).
ore 20.30 Palazzo Lanza
Reading musicale
Gea Martire
legge
Francesco De Core autore di Un pallido sole che scotta. Da Africo a Napoli, viaggio nel cuore del Sud Edizioni Spartaco
al pianoforte Lello Petrarca
Gea Martire nota ed apprezzata attrice italiana, ha lavorato con i maggiori registi italiani.
Al cinema ha interpretato ruoli per Ferzan Özpetek (Magnifica presenza, 2012), Vittorio Sindoni (La mia casa è piena di specchi, 2010), Ruggero Cappuccio (Il sorriso dell’ultima notte, 2004), Mario Monicelli (Facciamo paradiso, 1995), Daniele Luchetti (La scuola, 1995), Carlo Verdone (Stasera a casa di Alice, 1990), Ettore Scola (Romanzo di un giovane povero, 1995), Dino Risi (Dagobert, 1984), Giancarlo Giannini (Ternosecco, 1986), Elvio Porta (Se lo scopre Gargiulo, 1988), Giancarlo Planta (C’è posto per tutti, 1989), Nanni Loy (Scugnizzi, 1989).
In teatro è stata diretta da Maurizio Scaparro (Fatto di Cronaca di R. Viviani, Pulcinella di M. Santarelli), Luigi Squarzina (Come prima meglio di prima di L. Pirandello, La locandiera di C. Goldoni), Luca De Filippo (Il contratto di E. De Filippo), Armando Pugliese (Questi fantasmi! di E. De Filippo, Eduardo al Kursal atti unici di E. De Filippo, Jovinelli varietà di Serena Dandini), Antonio Capuano (Medea 24), Nanni Moretti (Caro Diario), Francesco Silvestri (Streghe da marciapiede, Premio Idi 1992), Ruggero Cappuccio (Delirio marginale premio Idi 1994, Mai più amore per sempre, Desideri mortali, Nel tempo di un tango, Il sorriso di San Giovanni).
Come autrice per il teatro ha scritto Tempo scaduto (regia Gea Martire) e Radio Radioattiva (regia Nadia Baldi).
ore 22.00 Palazzo Lanza
L’Ensemble vocale Teatro di San Carlo
Cantori Neapolitani
presenta
Canto sommerso
Rapsodia su musiche di Pino Daniele
Per gruppo vocale, pianoforte e mandolino
di Alessandro De Simone
soprani
Margherita De Angelis, Antonella Sdaia
contralti
Antonietta Bellone, Clorinda Vardaci
tenori
Alessandro Lualdi, Giuseppe Valentino
bassi
Rosario Natale, Giuseppe Scarico
mandolino
Marianna Astarita
pianoforte
M° Vincenzo Caruso
Con Canto Sommerso non si vuole solo rendere omaggio al cantautore Pino Daniele recentemente scomparso, ultimo aedo di una città dalle mille contraddizioni, ma si cerca di mettere in luce il significato che la sua produzione artistica ha assunto nel panorama della cultura locale e italiana, in un particolare momento caratterizzato da forti contestazioni contro il perbenismo di una certa classe piccolo borghese, ancorata a modelli ormai vieti e preconcetti. Contestazioni cui Daniele partecipa e che attiva mediante l’impiego di un linguaggio gergale, graffiante, dalla sillabazione non convenzionale, e soprattutto attraverso un canto rapsodico ricco di contaminazioni, dal melos mai prevedibile, a volte spigoloso, spezzato, che si dispiega in un registro ardito di oltre due ottave, dai bassi rochi, a volte strimbrati, quasi afoni, ai falsetti impiccati, metafisici quasi surreali, che costituiscono la cifra stilistica e identitaria del cantore.
In tal senso si è cercato di evidenziare questi aspetti trattando la melodia di Daniele come un cantus firmus, svincolandola sia da una armonizzazione convenzionale quanto da sterili speculazioni avanguardistiche di tipo atonale o poliarmonico, nel vano tentativo di svecchiarla.
Piuttosto si è cercato di restituire i brani al loro clima culturale, ricco di spunti e suggestioni, dal blues al folk, che pur si innestano su monconi e brandelli della tradizione, nel chiaroscuro di un passato glorioso, ma ormai al tramonto. Per tale motivo alle note melanconiche di “Alleria” rispondono flebili echi della Gymnopedie di Satie, quasi a voler ristabilire un dialogo con una certa tradizione colta, di cui Daniele subisce le suggestioni, così come il canto puerile della lullaby “Ninnanàninnanoè” viene riletto nella trasparenza della Berceuse di Chopin o “Napul’è” che, nella sua ostinata fissità armonica, quasi ritualizzata, viene riscritta alla luce di Imagine di John Lennon, alla quale sensibilmente si ispira, o ancora “Je so pazzo” che si chiude in una vorticosa tammorriata stilizzata dove gli spunti jazz si contrappuntano a quelli folk. Il componimento di chiude con “A tazzulella e’ cafè”, vero canto politico alla stregua dei sirventese trobadorici, di protesta contro le istituzioni, di denuncia contro gli abusi di irriducibili “Mani sulla città” che sembrano non arrestarsi mai. In linea con tale significato ecco allora che nel brano riaffiorano temi della canzone napoletana più marcatamente folclorica di Tammurriata nera, Funiculì Funiculà, a ‘O sole mio, per concludere con la Tarantella di Ricci, il tutto in una disintegrazione armonica e melodica, dove è la disintegrazione stessa di tutta una tradizione ad essere rievocata, una tradizione degradata e svenduta a mero oggetto di consumo dalle classi abbienti per turisti e stranieri, dove il “couleur napoletane” diventa amaramente l’unico elemento identitario di un popolo ormai fagocitato in una babele culturale, esattamente come in Full metal racket la marcia di Micky Mouse, crollato ogni ideale e ogni vecchio credo, diventa per i Marines de-umanizzati il solo legame con il passato e con la propria identità perduta.
Alessandro De Simone
Domenica 21 giugno
ore 19.30 Palazzo Lanza
Il sogno nel cassetto
La piccola editoria e l’autopubblicazione sono spesso il primo passo per il successo letterario.
Ma sono piene di insidie, trappole e rischi. Vale la pena pubblicare sempre e comunque?
Marilena Lucente ne discute con l’editrice Silvia Tessitore di Zona editrice
e gli scrittori:
Enzo Marino autore di Belle pazzie e bugiarde aurore
Giuseppe Melone autore di Niente altro che uno sguardo discreto
Michela Salzillo autrice di Confessioni del cuore
Mario Campagnuolo autore di E si confonde il mio con il tuo respiro
Malfisia Foniciello autrice di E poi ci sono io
ore 21.00 Palazzo Lanza
Reading
Salvatore Minieri
In
Piccola storia di giunchi anarchici
(monologo in due respiri, tra contadini e salsedine)
Tratto dal suo libro
I padroni di sabbia. Villaggio Coppola storia di un declino
Il testo racconta, senza alcun filtro o smussatura del reale, l’agghiacciante storia di Villaggio Coppola, la “Las Vegas campana”, in realtà, la più grande speculazione edilizia d’occidente. Oltre un milione e mezzo di metri cubi di cemento su suoli demaniali, a poche decine di metri da uno degli ecosistemi più puri e importanti del Mediterraneo, ormai scomparso irrimediabilmente. Una narrazione che sembra uscita dal più angosciante racconto noir, appare subito vicenda reale, consumata e dimenticata in soli tre decenni.
Salvatore Minieri, giornalista professionista e documentarista, vincitore del Premio Nazionale “Olmo” per il giornalismo d’inchiesta.
Conduce Daniela Volpecina
Gli eventi dei prossimi week-end
Venerdì 26 giugno
ore 21.30 Palazzo Lanza
Pino Imperatore & Friends in
GIOCHI DI LINGUA
Session comica con la partecipazione di
Edgardo Bellini
Maurizio De Angelis
Francesco Di Domenico
Gianni Puca
Lucio Rufolo
Un divertente viaggio nella comicità, nell’umorismo e nella ludolinguistica a partire dall’ultimo romanzo di Pino Imperatore, “Questa scuola non è un albergo” (Giunti). Le tappe del percorso creativo e narrativo all’insegna della risata realizzato negli ultimi dieci anni a Napoli dal GULP (Gruppo Umoristi Ludici Postmoderni) e dal Laboratorio di scrittura comica e umoristica “Achille Campanile”.
Pino Imperatore è nato a Milano nel 1961 da genitori emigranti napoletani. Vive ad Aversa e lavora a Napoli, dove nel 2001 ha fondato il Laboratorio di scrittura comica e umoristica “Achille Campanile”. Ha esordito per Giunti con “Benvenuti in casa Esposito” (2012) e “Bentornati in casa Esposito” (2013), veri e propri bestseller del passaparola. Dal primo romanzo ha tratto, con la collaborazione di Paolo Caiazzo e Alessandro Siani, una commedia teatrale di grande successo. Tra i numerosi riconoscimenti, ha ottenuto il premio “Massimo Troisi” per la scrittura comica. Con Nando Mormone ha curato l’antologia “Capita solo a Napoli” (Mondadori, 2014). Da poche settimane è in libreria il suo nuovo romanzo, “Questa scuola non è un albergo”.
Sabato 27 giugno
ore 21.00 Palazzo Lanza
Incontriamo l’attore/scrittore Enrico Ianniello
vincitore del Premio Campiello Opera prima
con il libro
La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin
Conduce Mariamichela Formisano
Il Libro
Isidoro nasce in uno sperduto borgo della provincia di Avellino, con una dote tutta speciale: fischietta come un uccello. La sua infanzia trascorre felice tra l’amore per i suoi strambi genitori e quello per Marella, una bellissima bambina spastica con cui comunica a parole stentate e molti cinguettii. Come migliori amici, un merlo indiano e un operaio con il sogno di fondare una rivoluzione di classe sul suo insolito talento fischiante. Nel volgere di un niente, però, la rivoluzione fallisce, Marella si trasferisce a Napoli e i genitori di Isidoro se ne vanno insieme al terremoto dell’Ottanta. Recluso in orfanotrofio e privato definitivamente della parola a causa dello choc, Isidoro viene salvato da Enzo, il cieco del paese, che lo conduce nella grande città: Napoli. Ma neanche Enzo è cieco per davvero, lo è per una delusione d’amore, e questo è il segreto che li rende inseparabili. Piano piano, i due riacquistano le facoltà perdute, Isidoro trova un lavoro e rimane a vivere nello splendido appartamento nel cuore di Napoli di cui Enzo gli fa dono. Un giorno come gli altri, tra le gabbiette di un piccolo negozio di animali, Isidoro riconosce un profilo che non ha mai dimenticato: è Marella. Da allora in poi sarà amore, e sarà per sempre.
Enrico Ianniello (Caserta, 1970) è un attore, regista e traduttore. Ha lavorato a lungo nella compagnia di Toni Servillo. Dal catalano ha tradotto le opere di Pau Miró. Al cinema ha lavorato con Nanni Moretti nel film Habemus Papam, Mia madre, in televisione è il commissario Nappi della serie “Un passo dal cielo” a fianco di Terence Hill. Per Feltrinelli ha pubblicato “La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin” (2015), il suo primo romanzo, con il quale ha vinto il Campiello opera prima 2015, tra i vincitori del Premio Selezione Bancarella 2015, attualmente finalista al Premio Berto 2015.
Domenica 28 giugno
ore 19.30 Palazzo Lanza
Le donne di Terra di Lavoro
Un incontro dedicato alla enogastronomia al femminile di Terra di Lavoro
Marina Alaimo
incontra
Liliana Lombardi e il suo Conciato romano,
Manuela Piancastelli e il suo Pallagrello,
Antonietta Melillo e la sua Cipolla alifana,
Rosanna Marziale, la chef stellata de Le Colonne
Donne straordinarie che con coraggio e passione sono state spesso motivo di riscatto ed orgoglio per questo areale che in genere fa notizia per questioni poco edificanti.
ore 21.30 Palazzo Lanza
Giuseppe Montesano
Incontra
Matteo Garrone
Regista e sceneggiatore del film
Il racconto dei racconti (2015)
Tratto da Lo Cunto de li cunti di Gianbattista Basile
EX Libris di Palazzo Lanza
caffetteria e ristorante, libreria e biblioteca, eventi e musica, bed and breakfast
C.so Gran Priorato di Malta 25 Capua (Ce) 0823622924 – 3389993220
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