L’1 ottobre è la giornata mondiale del caffè: dibattiti ed eventi

Da 5 anni a questa parte il 1° ottobre in tutto il mondo si festeggia la bevanda più amata: 3 miliardi le tazzine consumate ogni giorno nell’intero globo. L’iniziativa è stata lanciata dall’International Coffee Organization e vuole celebrare non solo il caffè di per sè ma anche e sopratutto il lavoro umano di milioni di persone in tutto il mondo, dai caficoltori ai baristi passando ovviamente per i torrefattori. Non stupisce dunque che il tema specifico scelto dall’ICO quest’anno sia la “sostenibilità economica del caffè”, con l’obbiettivo di sensibilizzare sulle condizioni di vita di milioni di contadini impiegati nella coltivazione di coffea che, nonostante l’aumento dei consumi, guadagnano sempre meno.

Se ne è parlato anche al recente Trieste Coffee Experts, evento organizzato dalla torrefazione Bazzara con l’obbiettivo di riunire i migliori specialisti della penisola, grazie all’intervento del triestino Andrej Godina, presidente di Umami Area, a cui è stato affidato proprio il tema della sostenibilità. Godina ha portato l’esempio dalla sua esperienza di lavoro in piantagione spiegando come il prezzo del caffè pagato alla quotazione di borsa non sia sostenibile per il medio/piccolo caficoltivatore. L’intervento si è concluso elencando una serie di comportamenti da abbandonare per favorire un nuovo modello di business sostenibile: basta impoverire il piccolo coltivatore, basta illudere il consumatore che un caffè sia socialmente responsabile solo per un bollino apposto sulle confezioni, basta offrire una tazzina di caffè a solo 1 euro e basta parlare di specialty coffee anche come sinonimo di maggior sostenibilità. Nel medesimo evento Michele Cannone, marketing manager Lavazza, ha sottolineato come ci debba essere un progetto di filiera che veda coinvolti tutti i protagonisti per introdurre un nuovo modello economico realmente sostenibile. Dello stesso avviso anche Gloria Isabel Ramirez, Ambasciatore della Colombia in Italia e Carolina Castaneda, direttrice europea della Federacion Nacional de Cafeteros de Colombia. Entrambe, infatti, si sono focalizzate sulla necessità di riuscire a riconoscere il giusto salario ai coltivatori e sul pericolo che non ci sia un adeguato ricambio generazionale nei paesi produttori visto che, a causa del bassissimo ritorno economico, la presenza di giovani nella filiera caffeicola sta precipitando, con il serio rischio di disperdere una tradizione e una cultura inestimabile.

Di questo e di tanti altri temi si parlerà al Trieste Coffee Festival, evento divulgativo annuale promosso da Assocaffè Trieste rivolto ai consumatori finali, che va ad indagare il profondo legame tra la nera bevanda e la città, un amore iniziato oltre 300 anni fa e consacrato dal titolo di Capitale del Caffè. La kermesse, solitamente organizzata alla fine ottobre, permette ai consumatori di scoprire, parlando con gli addetti al settore, molte nozioni e curiosità dall’arrivo del caffè crudo in porto alla sua preparazione finale passando ovviamente dalle lavorazioni dei chicchi nelle torrefazioni. Il Festival, infatti, tradizionalmente inizia con l’evento “Porte Aperte al Caffè”, in cui il pubblico può vedere da vicino i laboratori di alcune torrefazioni cittadine scoprendo i segreti dell’arte tostatura per bocca di chi quotidianamente lo lavora. Lo scorso anno le torrefazioni aderenti all’open day sono state Primo Aroma, Guatemala, Amigos ed Excelsior. La partecipazione è sempre gratuita; è gradita la prenotazione della visita ai recapiti dell’azienda che si intende visitare.

 Molte altre le iniziative poi nell’ambito di un evento diffuso, con diverse location e tour in giro per la città, che coinvolge crudisti, torrefattori, caffè storici e pubblici esercizi con incontri divulgativi ma anche laboratori per bambini, eventi letterari e l’ormai celebre sfida dei baristi triestini che si contendono la “Capo In B Championship”.

 

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