LA QUADRIGA – I QUATTRO CAVALLI IN BRONZO DORATO SULLA LOGGIA DELLA BASILICA DI SAN MARCO A VENEZIA

 

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di  Matilde Maisto

Ricordo con nostalgia e con orgoglio quella volta che anch’io collaborai all’allestimento della mostra “I cavalli di San Marco”; correva l’anno 1977…
La mostra sotto l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica, il compianto Alessandro Pertini, catalogo dell’Electa Editrice, fu allestita a Milano nel Palazzo Reale.
Giunti sino a noi dall’antichità, i quattro cavalli di San Marco conservano intatto l’enigma delle loro origini. Anche per questo, il tema della grande mostra allestita a Palazzo Reale fu molto affascinante. E ad esso la rassegna offrì sviluppi che presentarono un eccezionale interesse, grazie alla ricca varietà degli apporti messi a disposizione da musei e collezioni di molte città italiane e di vari paesi d’Europa e d’America. A tal proposito si ricordano il complesso dei capolavori di Leonardo, Pisanello, Paolo Uccello, Bellini, Carpaccio (Per citare solo alcuni nomi illustri) che fecero da incomparabile contorno alla quadriga bronzea e offrirono al pubblico una carrellata storica senza precedenti dell’arte equestre.
Non c’è dubbio che tra le opere d’arte provenienti da Costantinopoli, la più celebre è rappresentata dai famosi cavalli di bronzo dorato e argentato, di incerta origine, che furono presi dai Veneziani dall’Ippodromo della capitale dell’Impero Romano d’Oriente e posti sopra il portale centrale della basilica di San Marco a Venezia.
Delle molte quadrighe che ornavano gli archi trionfali dell’antichità, questa è l’unico esemplare al mondo rimasto. Dopo un lungo restauro, i cavalli di San Marco fecero un lungo giro intorno al mondo, e con la sua tappa milanese la mostra , organizzata e presentata dalla Società Olivetti, arrivò al suo momento conclusivo, un ultimo incontro con il pubblico italiano, prima che le opere ritornassero alle loro destinazioni (sono conservati oggi nel Museo di San Marco all’interno della basilica, sostituiti sulla basilica da copie in ferro).
La mostra itinerante, dunque, ebbe la sua prima tappa, durante il lungo viaggio transoceanico, nelle sale della Royal Academy, dove la mostra si arricchì con opere della collezione della Regina d’Inghilterra, dai disegni di Leonardo al “Capriccio” del Cataletto, del British Museum e del Victoria and Albert Museum.
Nella successiva tappa di New York, presso il Metropolitan Museum, altre opere si aggiunsero, appartenenti alle ricchissime collezioni di quella istituzione. Vi fu poi il trasferimento a Città del Messico, dove la mostra collocata in prossimità del Museo Nazionale di Antropologia, una delle istituzioni più straordinarie e suggestive di arte precolombiana, costituì un vero avvenimento: la perfezione formale, la nobiltà, la potenza dell’arte classica posta non a confronto, ma accanto ai manufatti artistici del Centro America, dove per di più fino all’arrivo dei coloni spagnoli il cavallo era sconosciuto e non ve ne è quindi rappresentazione, suscitò un grandissimo interesse. La penultima tappa fu quella del Grand Palais a Parigi, dove la Direzione dei Musei di Francia mise a disposizione un numero rilevante di tesori d’arte, a cominciare dai prestiti del Louvre, per fare degna corona alle opere provenienti dall’Italia.
Ovunque la mostra ebbe un grandissimo successo di pubblico e unanimi consensi. Per cui quando arrivò a Milano (ultima tappa) aveva già il prestigio di un incontestabile successo; inoltre per la prima volta non venne presentato uno solo dei cavalli della quadriga di San Marco, ma l’intero gruppo dei quattro cavalli che troneggiavano nella sala del trono del Palazzo Reale di Milano e toglievano il respiro al visitatore che se li trovava dinanzi quasi all’improvviso.

Ricordo…..bellissimo!

 

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