La regionalizzazione della scuola è incostituzionale – I sindacati in piazza domenica 7 aprile mattina per raccogliere firme contro la balcanizzazione

I sindacati scuola e del mondo dell’associazionismo (oltre 50 enti ed associazioni) esprimono il loro più netto dissenso riguardo alla richiesta di ulteriori e particolari forme di autonomia in materia di istruzione avanzata dalle Regioni Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, a cui sono seguite quelle di altre regioni. Una ipotesi che per i sindacati e le Associazioni pregiudica la tenuta unitaria del sistema nazionale in un contesto nel quale già esistono forti squilibri fra aree territoriali e regionali. I diritti dello stato sociale, sanciti nella Costituzione in materia di sanità, istruzione, lavoro, ambiente, salute, assistenza vanno garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale.

E’ un appello alla mobilitazione rivolto al mondo della scuola e alla società civile per fermare un disegno politico disgregatore dell’unità e della coesione sociale del Paese.

“Domenica mattina saremo presenti a Largo San Sebastiano – spiega Rosaria Manco, Segretario Generale Cisl Scuola Caserta – insieme a Cgil e Uil per raccogliere le firme non solo dei lavoratori ma di tutta la popolazione. Altro gazebo si troverà a Mondragone, nell’are posta di fronte la fiera settimanale.

 Se dovesse andare avanti questa idea di secessione di tipo federalistico è chiaro che saranno determinate due Italie a diverse velocità, ultime fanalino di coda non potranno che essere, considerato il pil di queste regioni, le scuole delle regioni del sud. L’appello sarà poi oggetto di discussione in tutti i luoghi di lavoro, già dal 15 aprile prossimo, e si definiranno anche modalità di raccolta  di ulteriori adesioni per quanti, singoli o associazioni, intendessero sottoscriverlo”.

Presente al gazebo della città capoluogo anche Giovanni Letizia, Segretario Generale Cisl Ust Caserta: “Con questo appello noi firmatari vogliamo portare all’attenzione di tutti la nostra contrarietà alla regionalizzazione della scuola di qualsiasi natura essa sia.

Il lavoro degli insegnanti, dei dirigenti e di tutto il personale della scuola ha lo stesso valore su tutto il territorio nazionale, quindi rigettiamo ogni ipotesi di differenziazione e di trattamento salariale tra personale che opera su regioni diverse.

Tutti gli studenti che risiedono e sono cittadini del Paese hanno pari diritto ad accedere alle stesse proposte di istruzione nel territorio in cui vivono.

Noi tutti ci auguriamo che la proposta di regionalizzazione dell’istruzione non veda mai la luce, ciò rappresenterebbe la distruzione definitiva della scuola e con essa del futuro del nostro Paese”.

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