L’attesa è terminata … Ecco i finalisti del “Il racconto nl cassetto”

Signore e signori, señoras y señores, madame e monsieur, ladies and gentleman, ecco a voi i finalisti del concorso, in ordine alfabetico per cognome.

RACCONTI (FINALISTI)
La pupata di Raffaele Galiero
Il dono della parola di Luca Ragazzini
Tutti i figli di Al-Khalil di Andrea Turella

FIABE (FINALISTI)
Canto libero di Silvia Celeghin
La vera storia di Cenerentola di Federica Ferro
Clarà ha due papà  di Elena Kolczok

CORTI DI SCENA (FINALISTI)
Inshalom di Maurizio Capuano
Partenogenesi di Fabio Cassano 
Mio Padre è un grande di Massimiliano Carmelo Di Finorio

La scelta dei finalisti è stata complicata visto l’ottimo livello di tutte le opere partecipanti rendendo più difficile la scelta della giuria, come ti ho già accennato nelle precedenti news. Adesso anche tu che hai partecipato al concorso sei comunque entrato a far parte della nostra comunità letteraria. Per questo voglio condividere con te l’amore per  la lettura e la scrittura e regalarti l’ebook di Nessuno ci ridurrà al silenzio, di Edizioni Cento Autori partner del Racconto nel Cassetto.

Di seguito puoi leggere le sinossi dei racconti finalisti alla dodicesima edizione del Concorso nazionale “Il Racconto nel Cassetto – Premio Città di Villaricca

SEZIONE RACCONTI:

Tutti i figli di Al-Khalil
di Andrea Turella (Verona)
Hebron è contesa. Nel cuore della Cisgiordania, ebrei ultraortodossi occupano il centro antico rivendicando il territorio quali eredi del patriarca Abramo. Palestinesi, che da secoli chiamano la città con il nome arabo Al-Khalïl, fronteggiano spargendo sangue l’insediamento e la milizia di Israele. Incaricato di vigilare per conto dell’ONU, il corpo della Temporary International Presence in Hebron è spettatore delle violenze tra le due fazioni. In questo racconto, in un passaggio di testimone continuo, ogni tipologia di abitante vive un frammento di giornata. L’idealista capitano Sammaria dei Carabinieri italiani, agente esperto del TIPH. Il collega Thomassen, cinico norvegese preoccupato dalla sola carriera diplomatica. La vecchia Sharifa, madre di ribelli palestinesi, appartenente al gruppo di emancipazione femminile Women in Hebron. La soldatessa israeliana Abiela, stordita dalla violenza che pratica nell’esercito. E Yossel, giovanissimo ebreo ortodossa trascinato dalla propaganda fanatica. Questi sono tutti i figli di Al- Khalïl. Il resto del mondo se ne sta in disparte, ritratto in due giovani benestanti seduti di fronte al televisore che concedono alla vicenda solo pochi fotogrammi di notiziario prima di abbandonarsi a uno zapping annoiato.

Il dono della parola
di Luca Ragazzini (Viterbo)
Manlio Leccesi è un anziano scrittore, dotato di uno straordinario talento. Ha dedicato la vita al perfezionamento stilistico della propria arte, senza preoccuparsi di dare alle stampe neanche uno dei romanzi realizzati nel corso degli anni, e quando si presenta alla porta della casa editrice del direttore Alfio sembra solo uno strambo e taciturno letterato. L’anziano non parla, si esprime solo a cenni o con brevi frasi appuntate su un block-notes e, all’interno della casa editrice, il suo unico interesse pare rappresentato da uno dei redattori, un uomo di mezza età che, a sua volta, ha fatto della lettura il perno della propria esistenza. Asprezze caratteriali, scelte radicali, attese, rifiuti, sacrifici: uno speculare filo invisibile comincerà a emergere dal passato dello scrittore e del redattore, che si troveranno via via coinvolti in un drammatico confronto, all’inizio criptico e sotterraneo, ma poi sempre più dichiarato e comprensibile. E per venirne a capo, per comprendere davvero ciò che li rende tanto simili, i due dovranno scendere tra i labirinti della scrittura, tra le sue finzioni, i suoi tranelli e la sua capacità di influenzare il destino degli esseri umani.

La pupata
di Raffaele Galiero (Napoli)
La protagonista, Rosa, ha quindici anni quando va via di casa. Non scappa, si chiude semplicemente la porta alle spalle. Sa che la madre non la cercherà. E’ ancora una bambina ma ha  il corpo di una donna. E’ facile attirare l’attenzione dei ragazzi del paese dove vive. Sa difendersi, ma le aggressioni le vengono anche dagli sguardi e quelli non le fanno paura né le danno fastidio. Anzi. Guardate pure. Guardate. Sa difendersi e a tutti dice di no, tranne che a Geppino, il ragazzo, che fa il muratore, saltuariamente,  e che ama le moto e i vestiti firmati. Si vogliono bene e pensano dia andare a vivere insieme. Un po’ di soldi ci sono e riusciranno ad andare in Spagna, aprire un negozio, fare altri soldi e vivere bene. Ma i soldi finiscono presto, la Spagna si allontana e l’unico mezzo per procurasi da vivere è usare il corpo di Rosa. E’ giovane, bella, e i clienti non mancheranno.  Il tempo passa, e i risparmi che Geppino dice di aver accumulato finiscono invece in moto e vestiti firmati. Rosa si ribella,  è stanca di essere usata. Allora sono mazzate, calci pugni. Un giorno un cliente le regala una Pupata, una di quelle bambole di una volta che quando si stendono chiudono gli occhi e dicono mamma.  Rosa si affeziona e ci gioca nei momenti di pausa. Gioca alle signore, a mamma e figlie, la veste , la pettina. Ma quel rapporto piano piano la trasformerà ,  e le due diventeranno sempre più simili, sempre più uguali fino a diventare, tragicamente,  una sola cosa.

SEZIONE FIABE E RACCONTI PER RAGAZZI

Canto libero
di Silvia Celeghin (Treviso)
Lara è una bambina che ama cantare, dimostra fin da piccola un talento eccezionale. Vive in un paese dove l’educazione dei bambini ha una forte impronta competitiva ed è finalizzata al raggiungimento di un unico obiettivo: la vittoria ad un prestigioso concorso. Vincere diventa essenziale, a qualunque prezzo, anche a costo di sovrastare gli intimi desideri dei bambini e indirizzare spietatamente le loro abilità. Lara viene selezionata per partecipare alla manifestazione di canto e tutti in paese sono convinti che, visto il suo talento, non avrà rivali e conseguirà la vittoria. Ma, al momento dell’esibizione, davanti alla platea attonita, la sua voce rimane muta. A quel punto, amareggiata per aver deluso ogni aspettativa su di lei, spaventata, fugge. Soltanto l’aiuto di un giovane violinista le permetterà di ritrovare amore e passione per il suo talento e di dar voce nuovamente alla sua interiorità.

La vera storia di Cenerentola
(Il Diario segreto di Lady Tremaine) di Federica Ferro (Padova).
Una contro favola in versione realistica raccontata con un linguaggio semplice e immediato. Si racconta la vera storia di Lady Tremaine, matrigna di Cenerentola, basata sul ritrovamento del suo diario segreto scritto su antiche pergamene.
Come può differire la realtà se interpretata con occhi diversi?
Chiunque si è commosso nel leggere la storia di Cenerentola, conosciuta come la dolce e bella fanciulla maltrattata e odiata dalla matrigna e dalle sorellastre, che poi riesce ad avere il suo lieto fine. Ma chi si è mai domandato quale fosse il punto di vista della matrigna e delle sorellastre e cosa sia avvenuto dopo il principesco matrimonio di Cenerentola? Si dice che la storia sia scritta dai vincitori o semplicemente da chi è più veloce a scriverla! Quella che noi conosciamo è la versione scritta da Cenerentola prima di diventare madre, ma con l’inaspettato ritrovamento dell’antico diario di Lady Tremaine, finalmente abbiamo l’opportunità di leggere un punto di vista alternativo sugli stessi episodi che hanno contraddistinto la vita della fanciulla con l’aggiunta di alcuni dettagli sulla vita della matrigna più famosa al mondo … nulla è come sembra!

Clarà ha due papà
di Elena Kolczok (Bruxelles)
L’omosessualità genitoriale é una tematica scottante, di cui gli adulti, solleciti, parlano senza posa, dimenticando che i diretti interessati sono i bambini. Ma come parlare loro di questa tematica e spiegargliela, senza cadere in descrizioni di una biologicità scabrosa? La storia di Clarà parte da una situazione, ai suoi occhi di bambina, di normalità, che viene intaccata dalle malelingue della società che minano la sua sicurezza e invertono la sua ottica, distorcendola, fino a farla esitare sia dell’amore dei suoi due padri, che di se stessa. La trama, piuttosto lineare, racconta del suo arrivo in una nuova scuola e una nuova città e del suo difficile percorso di integrazione. L’incontro parallelo con Eugenio, un bambino che vive con la madre e la nonna, quindi in una situazione anch’essa di omogeneità genitoriale ma, in questo caso, socialmente accettata, la porta a ritrovare equilibrio e fiducia in se stessa. Alla tematica principale, si aggiungono le difficoltà di integrazione in una scuola italiana date dalla lingua, il Francese, che é la sua lingua madre. Inoltre, l’argomento sussurrato dell’abuso infantile é rappresentato dal personaggio della compagna di banco Laura e la problematica del bullismo scolastico affiora a tratti tra le pagine del racconto. Il conflitto tra “i grandi”, che vogliono imporre la loro visione, e i “piccoli” é risolto e quasi annientato dalla freschezza e l’ingenuità dei due bambini protagonisti che vedono l’amore come creazione sempre e comunque pura, quale ne sia l’origine.

2 Comments

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    Valeria Maggio 04, 2016

    Salve Signori,
    io spero vi siate resi conti che:
    – Il racconto di Andrea Turella (Verona) intitolato “Tutti i figli di Al-Khalîl” non è affatto un inedito. L’articolo 5 del vostro bando prevede l’esclusione in questi casi. Potete controllare voi stessi;
    – Inoltre, anche “Inshalom” di Maurizio Capuano, non è inedito.
    Spero verranno presi dei provvedimenti, tutto ciò è ingiusto.

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      matilde Maisto Maggio 04, 2016

      Gentilissima signora, personalmente non saprei che cosa dirle dal momento che io sono solo un giornale on line e pubblico notizie. Lei se crede può fare le sue rimostranze direttamentre agli organizzatori del “Il racconto nel cassetto”. Grazie, saluti!

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