L’eroina tunisino-.catanese Narval e il dramma dei profughi nel primo libro di Daniele Biella

di Daniele Palazzo

 

CATANIA-C’è tanto di Catania e ancora di più del dramma di quanti scappano dalla guerra e dalle persecuzioni politiche perpetrate nei loro paesi di origine nel primo libro del giornalista brianzolo Daniele Biella, che, in forza a”Vita”, si occupa, su diverse testate giornalistiche, anche on line, di diverse tematiche attinenti alla sfera del sociale, con particolare propensione a quelle riguardanti il mondo dell’immigrazione, annessi e connessi. “Narval, l’Angelo dei Profughi”(questo il titolo del tomo) centra in pieno l’essenza e il cuore di un problema mondiale, che può trovare soluzioni eque ed efficaci solo se la comunità internazionale, nessuno escluso, se ne fa carico sul serio, magari cominciando a varare quell’intesa di cooperazione e collborazione che, fatte franche solo le idee di pochi balordi della politica, arroccati su misere ed inconcludenti posizioni populistico-xenofobe, la parte buona ed oculata dell’umanità vivamente auspica e richiede. Il volume bielliano è incentrato sulla figura e sull’esempio di Narval, una giovane di origini marocchine giunta e stabilitasi a Catania fin dalla più tenera età. E’ lei l’Angelo’ di cui narra Biella nella sua bella pubblicazione. E’ lei l’eroina che, con sprezzo dei pericoli ai quali si espone, si fa carico delle ansie e delle speranze di ogni fuggitivo e di ogni richiedente asilo, cercando, in ogni modo e in maniera assolutamente volontaristica, di portare vero conforto e concreti mezzi di sopravvivenza alle migliaia di disperati che, braccati continuamente dalla morte e dall’odio umano, non hanno che una sola via d’uscita dal vortice malefico che li avviluppa, quella che, pur con i rischi che comporta, li porta a sfidare il Mediterraneo, alla ricerca, spesso vana ed illusoria, di una vita migliore e, soprattutto, più dignitosa. Ma, l’impegno principale di Narval è e rimane quello informare il popolo dei “gommoni” e delle “carrette del mare” su tutte le porcherie e le nefandezze di cui sono capaci gli scafisti al solo di schiavisti senza Dio, per i quali, unici idoli il dio quattrino e il suo mefistofelico mondo, la vita di ogni singolo migrante vale meno che niente. Insomma, il racket dell’immigrazione da una parte, Narval e i suoi amici dall’altra per dire no alla mortificante escalation di miseria e pochezza umana in atto per le spregevoli gesta dei pochi e per niente scrupolosi individui che, finora, hanno fatto il bello ed il cattivo tempo, arricchendosi alle spalle e sulla pelle di tanti disperati. Diverse, negli ultimi mesi, le iniziative di presentazione della prima fatica letteraria di Biella, che, va detto, altre ad un buon riscontro in fatto di vendite, va incamerando successi di critica sempre più marcati e convinti. L’ultima, in ordine di tempo, quella tenutasi, l’altro giorno, nella magnifica cornice della Biblioteca “Frera”, di Tradate, in provincia di Varese.

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