Lettera aperta a Renato Natale ed ai sindaci dei comuni soci del Consorzio Agrorinasce

Caro Sindaco,

ho letto oggi su Il Mattino che i sindaci dei comuni soci di Agrorinasce si accingono ad uscire dal Consorzio per un motivo tecnico collegato al DDL del 19-08-2016 ed integrato dal DL 16-06 2017, emanato dalla Corte dei Conti.

A me sembra una decisione di particolare gravità, di disimpegno. Non mi sembrano convincenti le dichiarazioni di Renato Natale che afferma: “Ci stiamo solo attenendo alla legge. Non c’è niente di personale” (e che vuol dire?). Senza aggiungere alcun commento sul ruolo che Agrorinasce ha svolto in questi decenni, un modello di uso e gestione sociale dei beni confiscati alla camorra. Una buona pratica osservata e studiata anche a livello europeo e nazionale.

Ancora peggiore è la dichiarazione del sindaco di S. Cipriano, che con un linguaggio in perfetto burocratese si limita a dire  “abbiamo deciso di chiudere la collaborazione …. tutti i comuni usciranno dal consorzio perché non possiamo andare contro legge”. Senza aggiungere niente su cosa succederà, quali soluzioni alternative saranno prese per coprire un vuoto istituzionale in una fase delicata.

Con questa decisione ci sarà un palese arretramento sul fronte della lotta alla criminalità, che in Agrorinasce ha uno dei baluardi di efficienza e funzionalità in merito alla gestione dei beni confiscati alla camorra. Temo che in questo modo faremo un salto nel buio con un bel regalo all’economia mafiosa. Di certo sarà indebolito quel fronte impegnato per la legalità democratica, che aveva un punto di forza distintivo proprio per quelle buone pratiche di cooperazione tra associazioni, mondo del volontariato ed istituzioni. Su questo Agrorinasce rappresenta un modello unico a livello nazionale. Tra l’altro diverse associazioni locali hanno usufruito e potuto realizzare i loro progetti di economia sociale e di servi in strutture riadattate dal Consorzio, grazie a fondi pubblici. Per questo non comprendo e condivido le motivazioni addotte dai sindaci.

Come Forum del Terzo Settore non possiamo restare a guardare. E’ necessario avviare una nuova stagione di confronto e di approfondimento per capire cosa sta succedendo nella nostra provincia. A tal fine sarebbe utile che il movimento anticamorra aprisse una fase di riflessione, anche con una iniziativa promossa dai principali attori sociali ed istituzionali: dalla Prefettura di Caserta alla Camera di Commercio, dalla Associazione Mo Basta a Libera e Comitato don Diana, dal cSV Assovoce – Osservatorio sui beni confiscati – alle organizzazioni sindacali e datoriali

Pasquale Iorio                                                          

Le Piazze del Sapere-Aislo Campania                                               Caserta, 09 ottobre 2017

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