Libri. Ristampata l’opera principale dello scrittore di Calvi Risorta Bruno Mele
E’ stata ripubblicata da IlMezzogiorno edizioni, l’opera principale
dello scrittore caleno Bruno Mele morto nel 2011. Autore di diversi
libri e racconti, ha testimoniato nei suoi scritti la vita dei
contadini di Terra di Lavoro. Il binario dei mesti sorrisi e, in
appendice, racconti di “Stupidaggini Memorabili” raccolgono tutta la
sua opera principale.
Meno illustre rispetto a tanti suoi contemporanei o semplicemente meno
conosciuto, il professore era un attento osservatore: prendeva appunti
a mente, rielaborava i suoi ricordi e disegnava i suoi racconti con
una celata malinconia ed ironia. Egli stesso li definiva: “una
galleria di quadri allegri” che scorrevano lungo il “binario dei mesti
sorrisi”.
L’opera di Mele è interessante perché descrive ai posteri l’Italia
contadina delle periferie, durante il periodo storico del Ventennio e
del Primo Dopoguerra. Mele lo fa con un realismo fuori dal comune,
proiettando il lettore a vivere i suoi tempi. Eccolo descrivere
l’omaggio dell’asino che doveva inchinarsi al passaggio del podestà
fascista, ecco la spietatezza de “l’eccidio della verdura” che avvenne
nei giorni delle quattro giornate di Napoli nelle sue terre.
Sono trenta anni di vita contadina, un quadro realistico di un paesino
tra i tanti del Mezzogiorno, più o meno simbolo di quella parte
d’Italia che ancora oggi conserva tracce labili di una miseria
lontana. Molti nomi e nomignoli sono stati presi in prestito per la
loro singolarità, ma le persone a cui sono stati appioppati nulla
hanno a che vedere con le vicende narrate; “…mi son serviti – diceva
il Mele – per dare un tono più allegro a fatti alquanto tristi.
Insomma fanno da cornice ad avvenimenti di cui forse hanno solo
sentito parlare”. Il binario scorre lungo racconti di vita dei campi
del suo piccolo borgo pedemontano circondato, come in un morso di
tenaglia, da monti, anfratti e colline che rendono il clima mite. La
vita si svolge senza molte pretese: l’aspirazione è quella di vivere
tranquilli, senza problemi di sorta, se non quello della precarietà
del vivere quotidiano. Ecco così ladruncoli notturni di ghiande più o
meno organizzati, ladri nei campi di giorno delle merende dei
contadini, meretrici che si concedono ai militari anglo americani;
ecco il “mazzamauriello” lo spirito campestre, una sorta di ‘mbriana
napoletana fuori dalle mura domestiche. Ecco un quadro di un’Italia
contadina degno di essere conservato nei migliori musei.
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