Locri, corteo di Libera per la Giornata della memoria. In testa i familiari delle vittime di mafia

 

 

 

 

 

Ieri 21 Marzo il corteo di Libera per celebrare a Locri la XXII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. In testa al corteo ci sono i familiari delle vittime che reggono due striscioni di Libera con lo slogan della Giornata di quest’anno: “Luoghi di speranza, testimoni di bellezza“. Dietro di loro una grande bandiera della pace portata da ragazzi migranti minorenni giunti in Calabria a bordo di barconi nei mesi scorsi. A seguire i gonfaloni, le autorità e migliaia di persone giunte da tutta Italia.

“Ci vuole una rivolta culturale, sociale ed etica nel nostro Paese. Sennò non ne usciamo fuori”. Don Luigi Ciotti reagisce così alle scritte offensive trovate ieri mattina a Locri dopo la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Mi dispiace per gli sbirri – afferma il fondatore di Libera a margine della Giornata della Memoria delle vittime della mafia – Oggi anch’io sono uno sbirro, perché qui ricordiamo il nome di tanti uomini che hanno perso la vita per quello che hanno fatto. Dobbiamo parlare dell’intreccio tra criminalità economica e politica. Oggi più che mai la corruzione e le mafie sono le due facce della stessa medaglia”. Anche il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho si è soffermato sull’episodio delle scritte “Meno sbirri più lavoro” sul muro del vescovado di Locri. “È l’ennesima truffa alla gente e a coloro che leggono le scritte. Il lavoro manca perché l’ha tolto la ‘ndrangheta che si è assunto il monopolio delle imprese. Non so se verrà provata processualmente e giudiziariamente la matrice ‘ndranghetista del gesto. Ma l’importante è che esistano delle persone che si sentono legate a un contesto ‘ndranghetista, anche se incensurate”. Quelle scritte, secondo Maria Falcone, sorella del magistrato  di Palermo Giovanni ucciso nel 93, sono la dimostrazione che la “mafia è disturbata da questa presenza dei cittadini e vuole riappropriarsi di un territorio dove spadroneggia”.

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