Memling. Rinascimento fiammingo a cura di Till-Holger Borchert.

11 ottobre 2014 - 18 gennaio 2015 Scuderie del Quirinale, Roma

Hans Memling, Ritratto di donna, 1470 – 1475, olio su tavola, cm 26 x 21, Rhode Island, Little Compton, J. William Middendorf II

La mostra dedicata ad Hans Memling nel 1994 a Bruges, nel cinquecentesimo anniversario della sua morte, avvenuta nel 1494, ebbe il merito di portare all’attenzione del pubblico e della critica questa figura eccezionale dell’arte fiamminga, dando ragione della sua influenza sull’arte italiana e mondiale. Nei vent’anni successivi innumerevoli pubblicazioni hanno esplorato le diverse sfaccettature della sua opera e dei suoi successi e la mostra organizzata nel 2005 (che toccò le città di Bruges, Madrid e New York) dimostrò come questo maestro sia stato uno dei ritrattisti più capaci ed esperti del Rinascimento.

Mai prima d’ora si era fatta una mostra in Italia dedicata a Memling, nonostante nel nostro Paese siano presenti svariati suoi capolavori e nonostante il suo genio abbia influenzato artisti quali Leonardo, Raffaello, Lotto, Ghirlandaio e molti altri, se è vero, come ormai universalmente riconosciuto dagli esperti che perfino il paesaggio alle spalle della Gioconda lo si deve a Memling come racconta Paula Nuttall nel suo saggio in catalogo Memling e la pittura italiana.
Grazie a prestiti eccezionali, spesso pressoché inamovibili per la loro delicatezza e importanza, che generosamente e sulla base del valore del progetto scientifico e della autorevolezza di una sede come le Scuderie del Quirinale di Roma, la mostra che si apre l’11 ottobre, e che rimarrà aperta fino al 18 gennaio 2015, si profila sin da ora come un’occasione unica e irripetibile per il pubblico italiano, gli specialisti e non solo.

“Memling. Rinascimento fiammingo” – sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in coproduzione con Arthemisia Group – riunirà i capolavori di Memling e non solo, provenienti da raccolte pubbliche e private, tra cui il Groeninge Museum di Bruges, la Royal Collection di Londra, il Museo del Louvre nonché la Frick Collection di New York, la National Gallery of Art di Washington, il Metropolitan Museum di New York, il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona e il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa.

E questo grazie all’impeccabile progetto espositivo di Till-Holger Borchert, curatore del Memling Museum di Bruges, studioso di livello internazionale dell’arte fiamminga del XV secolo, che intende dimostrare “come la pittura italiana, a Firenze e in altri centri, fosse influenzata in misura considerevole dai dipinti fiamminghi importati, stabilendo che in questo processo le opere di Hans Memling ebbero un ruolo particolarmente importante”.
Più di tutti i suoi contemporanei, Memling divenne il pittore preferito della diaspora italiana a Bruges, traendo grande vantaggio dalla reputazione della precedente generazione di fiamminghi, in particolare Jan van Eyc, Rogier van der Weyden e Petrus Christus. Fin dall’inizio della sua attività indipendente come pittore di tavole, Memling riuscì a creare una sintesi dei notevoli risultati di quei maestri, già tenuti nella più alta considerazione dalla nobiltà italiana e dalle élite urbane.

Durante tutto il XV secolo, l’Italia e le Fiandre strinsero solidi legami economici e finanziari collegando i due Paesi mediante una sorta di bretella ideale sulla quale transitarono uomini e mezzi da un capolinea all’altro dell’Europa, con Bruges e Gand al nord e Firenze e Genova al sud.
Furono strade percorse da funzionari del Banco dei Medici (appartenenti alle famiglie Tani, Portinari e Baroncelli) e segnate dal transito di manufatti pregiati: tessuti, arazzi, gioielli, libri miniati, dipinti e sculture. La ricca borghesia commissionava ritratti e opere di destinazione ecclesiale esattamente come fino ad allora aveva fatto solo l’aristocrazia. Opere che arrivarono in Italia e tanta parte ebbero nel cambiare l’arte italiana.

LE SEZIONI DI MOSTRA
L’esposizione si compone di sette sezioni. Nella prima saranno esposti i lavori iniziali di Memling accanto a quelli del suo presunto maestro Rogier van del Weyden. Il confronto tra i due artisti farà comprendere perché Memling divenne così popolare presso la committenza italiana e perché i suoi lavori erano parimenti richiesti dai clienti e dagli artisti. Tra le opere presenti in questa sezione rammentiamo la Deposizione di van der Weyden, il Trittico per Jan Crabbe, per la prima volta ed eccezionalmente ricostruito per l’esposizione dal momento che la parte centrale arriva da Vicenza, le ali interne dalla Morgan Library di New York e quelle esterne dal Groeninge Museum di Bruges.

La seconda sezione evoca il tema delle grandi commissioni per i committenti italiani attivi nelle Fiandre. A testimonianza di una reciproca fascinazione tra le Fiandre e l’Italia, si presenta in questa sezione una grande tavola lignea di Ignoto maestro napoletano che, nella figura di San Michele, riecheggia in modo patente la figura del Trittico del Giudizio universale di Danzica, in particolare quella dipinta sull’anta posteriore.
Memling è stato un eccellente ritrattista. Le sue opere furono modello per la ritrattistica rinascimentale tanto in Italia quanto nelle Fiandre.

La terza sezione dunque è dedicata ai suoi ritratti messi a confronto con altri pittori a lui coevi in Belgio. Tra le opere presenti in questa sezione rammentiamo il Ritratto d’uomo della Frick Collection, quello della Royal Collection e ancora quello dell’Accademia di Venezia.
A conclusione di questa sezione viene presentato il monumentale Trittico per la famiglia Moreel proveniente dal Groeninge Museum di Bruges, dove le figure dei donatori dipinte sugli sportelli laterali mettono a frutto le straordinarie doti di ritrattista.

La quarta sezione è focalizzata sulla pittura di narrazione di Memling. Il pittore di Bruges è stato anticipatore di questo genere creando moltissime opere affascinanti che accrebbero la stima nei suoi confronti. La Passione di Cristo, commissionata da Tommaso Portinari ed entrata nella collezione dei Medici, oggi conservata alla Galleria Sabauda e presente in mostra, fece sì che molti pittori italiani cominciassero a trattare la pittura narrativa in modo completamente nuovo.

La quinta sezione è dedicata agli altari devozionali di committenza privata. In essa saranno presenti un numero consistente di lavori mai mostrati prima al pubblico. La sezione è costituita di tre parti: la prima contiene i lavori di Memling, mentre la seconda è centrata sui pittori che a Bruges lavoravano per clienti italiani e proprio in questa parte saranno presenti alcuni tra i lavori più importanti delle collezioni italiane sottoposti a indagine scientifica per la prima volta. Nella terza parte della sezione alcune opere di Memling che recano i primi segni dell’ornamentistica rinascimentale che venne fatta propria dal nord Europa. Tra le opere presenti in questa sezione La Madonna con Bambino ed Angeli dalla National Gallery of Art di Washington, alcune tavole recentemente scoperte provenienti dalla Spagna e lo straordinario monumentale trittico di San Lorenzo della Costa, dipinto per l’omonimo mercante genovese, parzialmente attribuito a Memling e che testimonia degli scambi tra Genova e il Nord.
Una specifica attenzione è dedicata alla fortuna della pittura devozionale nordica. Molti maestri italiani copiarono meticolosamente i prototipi di Memling per emulare la sua arte e anche per soddisfare le esigenze dei loro clienti italiani che erano rimasti colpiti dalle immagini devozionali del Nord Europa. In questa sezione si potranno ammirare, una parte del Dittico memlinghiano, ovvero il Cristo Benedicente da Genova, nonché la copia esatta che ne fece Ghirlandaio e che testimonia la presenza del quadro nella Firenze del XV secolo.

L’ultima sezione rende testimonianza delle importanti commissioni di famiglie altolocate a Memling e ai suoi contemporanei, tra cui il prestito eccezionale del Trittico di Adriaen Reins da Bruges, il Trittico della Resurrezione dal Louvre e, infine, il Trittico Pagagnotti che unisce alla tavola centrale Madonna in trono col Bambino e due angeli proveniente dagli Uffizi gli scomparti laterali con San Giovanni Batista e San Lorenzo, provenienti dalla National Gallery di Londra.

Catalogo Skira

IMMAGINI SCARICABILI DA QUI: http://bit.ly/1q3z42d

——————————————————————————–
Ufficio Stampa Arthemisia Group
Adele Della Sala – ads@arthemisia.it – M +39 345 7503572
Anastasia Marsella – am@arthemisia.it – T +39 06 69380306

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *