“Misericordes sicut Pater” Si conclude il Giubileo della Misericordia, il Papa chiude la Porta Santa a San Pietro

Il Santo Padre in un tweet: "il Giubileo della Misericordia, che oggi si conclude, continui a portare frutti nei cuori e nelle opere dei credenti". Oltre 100mila persone a Piazza S.Pietro

 “Chiudiamo oggi la Porta Santa, ringraziando Dio per averci concesso questo tempo straordinario di grazia” scrive Papa Francesco in un messaggio su twitter. “Il Giubileo della Misericordia, che oggi si conclude, continui a portare frutti nei cuori e nelle opere dei credenti”, spiega il Santo Padre.

Per la prima volta nella storia, il Papa ha voluto che il Giubileo fosse davvero diffuso, celebrato in tutte le cattedrali del mondo. E’ per questo che, simbolicamente, ha potuto anticiparne l’apertura dalla cattedrale della martoriata Bangui, nel Centrafrica, il 29 novembre durante il suo viaggio apostolico. Gli ultimi sono stati il cardine dell’Anno Santo: i carcerati, gli ammalati, gli esclusi, i disabili. L’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) ha fatto sapere che in questi mesi sono stati accolti oltre 50mila pellegrini disabili e malati. Oggi alla cerimonia di chiusura erano presenti le alte cariche dello Stato: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il premier, Matteo Renzi. Tra i presenti, anche la sindaca della capitale, Virginia Raggi. In piazza almeno 100mila pellegrini. In eredità, ha detto monsignor Fisichella, il Giubileo lascia “la grande gioia innanzitutto provocata dal mettere di nuovo al centro della vita della Chiesa la misericordia”. La volontà di Papa Francesco, al di là dei numeri, era che l’Anno Santo non fosse tanto un anno di clamore, quanto un’occasione di riflessione e riscatto. Lo dimostra una delle iniziative più significative che ha voluto adottare: i venerdì della misericordia. Per un venerdì di ogni mese dell’anno, il Papa si è recato personalmente a sorpresa, senza telecamere, a far visita agli ultimi: come quando, il 18 dicembre, pochi giorni dopo l’inaugurazione del Giubileo, ha aperto una porta santa nell’ostello ‘Don Luigi Di Liegro’, della Caritas di Roma, a pochi passi dalla stazione Termini. O come quando, il 24 marzo, ha lavato i piedi ai giovani profughi ospiti del Cara di Castelnuovo di Porto, o, ancora, il 26 febbraio, ha fatto visita ai ragazzi tossicodipendenti in cura nel Ceis-Centro italiano di solidarietà ‘don Mario Picchi’. Papa: Vangelo non si diffonde con potere, Giubileo ci riporta a essenziale “Quante volte, anche tra noi, si sono ricercate le appaganti sicurezze offerte dal mondo. Quante volte siamo stati tentati di scendere dalla croce. La forza di attrazione del potere e del successo è sembrata una via facile e rapida per diffondere il Vangelo, dimenticando in fretta come opera il regno di Dio. Quest’Anno della misericordia ci ha invitato a riscoprire il centro, a ritornare all’essenziale”, ha detto il Papa nell’omelia. “Questo tempo di misericordia – ha spiegato – ci chiama a guardare al vero volto del nostro Re, quello che risplende nella Pasqua, e a riscoprire il volto giovane e bello della Chiesa, che risplende quando è accogliente, libera, fedele, povera nei mezzi e ricca nell’amore, missionaria. La misericordia, portandoci al cuore del Vangelo, ci esorta anche a rinunciare ad abitudini e consuetudini che possono ostacolare il servizio al regno di Dio; a trovare il nostro orientamento solo nella perenne e umile regalità di Gesù, non nell’adeguamento alle precarie regalità e ai mutevoli poteri di ogni epoca”. Dopo la messa il Papa firma lettera “Misericordia et misera” Al termine della celebrazione eucaristica, Papa Francesco ha firmato la sua lettera apostolica ‘Misericordia et misera’ indirizzata a tutta la Chiesa per continuare a vivere la misericordia con la stessa intensità sperimentata durante l’intero Giubileo straordinario. In rappresentanza di tutto il Popolo di Dio, hanno ricevuto la Lettera dalle mani del Papa: il card. Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila, una tra le più grandi metropoli del mondo; mons. Leo William Cushley, Arcivescovo di Saint Andrews ed Edimburgo; due sacerdoti Missionari della Misericordia, provenienti rispettivamente dalla Repubblica Democratica del Congo e dal Brasile; un diacono permanente della Diocesi di Roma, insieme alla sua famiglia; due suore, provenienti rispettivamente dal Messico e dalla Corea del Sud; una famiglia composta da genitori, figli e nonni originari degli Stati Uniti d’America; una coppia di giovani fidanzati; due mamme catechiste di una Parrocchia di Roma; una persona con disabilità e una persona malata.

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