Olimpiadi di Roma un’ignobile farsa

di Raffaele CARDILLO

Se la storia c’insegna qualcosa, ci riallacciamo alla “teoria dei corsi e dei ricorsi” di vichiana memoria, ove il grande filosofo napoletano sosteneva che taluni accadimenti, in positivo o in negativo, si ripetevano con le stesse modalità, anche a distanza di anni, obbedendo a un disegno voluto dalla Divina Provvidenza: ebbene noi siamo dell’avviso che quanto accaduto in Grecia per i giochi Olimpici del 2004, dove furono profusi ben 9 miliardi di euro per l’allestimento delle infrastrutture, in un Paese già ampiamente in <default> e vampirizzato dalle banche tedesche e francesi, potrebbe verificarsi in Italia, con una situazione economica non molto dissimile da quella ellenica.

Abbiamo iniziato il nostro intervento con questa protasi, per significare tutta la nostra disapprovazione, circa il potenziale progetto faraonico di candidare Roma come città ospitante delle Olimpiadi del 2024: è davvero una stortura macroscopica, basti pensare al deficit del Comune che ammonta a 13, 6 miliardi di euro, una voragine infinita che  fanno dell’Urbe la città più tartassata d’Italia, con i tributi locali triplicati senza soluzione di continuità.

Non tenendo conto dei mali endemici che affliggono la Capitale, quali le consorterie affaristiche politico-mafiose, la tenuta dell’arredo urbano in stato comatoso e tante altre  piccole, ma non meno importanti, criticità che costellano  e fotografano in maniera impietosa quella che era la città dei Cesari.

Prescindendo da tutte le amenità proferite dai vari promotori e fautori dell’insano e osceno progetto, ci chiediamo, e la domanda è legittima, dove verranno reperiti i fondi e a quali indebitamenti si dovranno ancora sottoporre gli italiani, per soddisfare gli appetiti delle solite lobbies e degli onnipresenti personaggi, sempre pronti a presiedere e patrocinare una causa, con risultati scontati?

La Politica, chiaramente, la farà da padrona, favorendo certe cordate, con ritorni d’immagine e anche di altra natura: tutto a discapito della povera gente che affonderà  sempre di più nell’indigenza assoluta.

Bisogna fermare a tutti i costi questo inqualificabile salto nel buio, anche con il ricorso all’istituto referendario, come proposto dal probabile futuro sindaco di Roma, la pentastellata Virginia Raggi: che siano i romani a decidere del loro futuro, pare che ne abbiano titolo, o no?

O tempora, o mores!

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