“PAROLE ALLA BISOGNA” DI EVENTO UNICO

Parole alla bisogna
“Vossignoria è noto per essere un amico fedele ed assiduo della penna e di tutti i suoi frutti, sensibile alle innumerevoli sfumature dell’amore ed intento a cantare ogni nota del cuore”.

Così si era rivolto a me l’uomo abbigliato d’altri tempi nel mio sogno notturno.

“Ebbene ?”

Risposi cercando di assecondare per quanto potevo quella lingua desueta “…quand’anche fosse vero, in quale guisa potrei servirvi ? Le mie frequentazioni della parola sono ignote ai più e serbo per pochi amici tale manifestazione del mio narcisismo. Non m’è dato di sapere come veniste a conoscere di codesto vezzo e, come detto, cosa avrei a spartire con voi.”.

Ancora intento a richiamare il braccio ed il cappello piumato ad esso ancorato nel periplo di tutta l’aria a lui antistante, appena sollevando il capo, chiarì l’intento: “Amore, mio gentil signore. Esso irrompe in me ogni volta che ella incontro e arresta la favella che pure avrebbe tanto da dire, ma che non può operare alcuna scelta avendo un così scarso campionario. S’arretra, dunque, e lascia esprimersi solo il rossore che colora le mie gote adulte. Mai innamoramento fu per me così forte e mai sentii tanto angusto lo spazio della mia cultura, dovendo per suo tramite conquistare la fanciulla. Orbene, se voi vorrete, potrete vendemi la vostra penna ed io sarò debitore per tutti gli anni a venire per simil dono per il quale, tuttavia, non dispongo di ricompensa adeguata.”

Il motivo della richiesta, pure assai bizzarra, mi ispirò tenerezza per quello strano uomo che mi conduceva in secoli passati già solo con il suo parlare. Il suo era un bisogno senza tempo e adeguata avrebbe dovuta essere la mia risposta. Per cui, nonostante fossi ignaro di simili servizi, gli dissi che accettavo e gli chiesi di parlarmi della fanciulla, giacchè per lei avrei dovuto scrivere la lettera d’amore che mi chiedeva.

“Il pudore riveste di sè ogni suo gesto ed il suo sguardo è raro da incrociare giacchè ella lo dispensa con parsimonia estrema, quasi timorosa di arrecar danno con quel riverbero di luna. Il portamento ritrae l’incedere delle stelle e traccia, pure nella luce più intensa, la scia delle comete più lontane alla cui attesa molte vite possono dedicarsi senza tema alcuna di essere state vane. Leggiadro è il corpo, che compete con la sua voce, manifestazioni entrambi dell’essere divino che pare intento a percorrere questo nostro mondo terreno per attestare di sè e della sua magnificenza. Potrei aver vissuto anche solo un istante se, nello stesso, volesse pronunciare il mio nome, rivolgendo a me la sua attenzione da molti invocata. Sarei stato ombra per un suo raggio, ucciso da quello stesso, nel momento dell’incontro. L’amore è grande quanto riusciamo a dare per esso e nessuna altra misura è possibile per la nostra mente mortale. Tutto, ordunque, giacchè nulla più mi necessiterebbe dopo averle professato il mio amore”.

Riprese fiato, quasi ansimante per lo sforzo compiuto nel pronunciare quelle parole. “…questo solo le direi. Vorreste procurarmi dunque una lettera che assai meglio possa esprimerle ciò che io provo ?”.

Ero basito e assolutamente incapace di dire alcuna una parola, ma dovevo rispondere ad un così alto incarico. Tentai, dunque, ma la sola cosa che mi riuscì fu di dirgli “Mio ignoto signore, perduto nel vostro sogno d’amore, inconsapevole di voi stesso e della grandezza del vostro animo, solo carta, penna e calamaio posso offrivi, ed una mano che scriva. Niente più. Le parole le avete voi e tutte quelle che bastano a raccontare ciò che lei rappresenta ai vostri occhi, fortunata donna e fortunato voi ad avere incontrato cotanta musa. Voi l’innamorerete della vostra persona solo mostrandole cosa il vostro cuore contiene ed io, per mio conto, mi prenderò cura del sipario così che nessuno possa disturbare la vostra scena d’amore. Questo solo vi offro, essendo l’amore già capace di suscitare parole alla bisogna.”

Mi risvegliai al suono della tastiera.

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