PASOLINI In-Forma Canzone il 1 novembre a L’Asino che vola

Domenica 1 novembre dalle 19.30 a L’Asino che vola di Roma, in occasione dei 40 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini (avvenuta ad Ostia la notte del 2 novembre 1975) ci sarà la serata evento “PASOLINI In-Forma Canzone” organizzata da Parodoi in collaborazione con L’Asino che vola, con la partecipazione di Marcondiro e il suo ElettriCombo, Roberto Billi (ex Ratti della Sabina) e i Lustrascarpe, ospiti Emilio Stella, Paolo Malagreca, letture di Alberto Di Stasio, Francesco Zaccaro e Sara Caldana, modera Elisabetta Pasca. Una serata dedicata al grande poeta e profeta Pier Paolo Pasolini, nel corso della quale si alterneranno sul palco amici, attori e musicisti che gli renderanno omaggio, attraverso filmati, letture, canzoni da lui scritte o a lui dedicate, per ricordare quanto manca la sua figura di intellettuale visionario non solo all’Italia ma all’intero mondo contemporaneo.
Oltre ad alcuni brani originali degli artisti coinvolti saranno proposte molte delle canzoni contenute nel disco “Luna di giorno – Le canzoni di Pier Paolo Pasolini” pubblicato nel 1995 dalla IT di Vincenzo Micocci, da un’idea di Luciano Ceri e con la consulenza artistica di Laura Betti.
“Non vedo perché sia la musica che le parole delle canzonette non dovrebbero essere più belle. Un intervento di un poeta colto e magari raffinato non avrebbe niente di illecito. Anzi, la sua opera sarebbe sollecitabile e raccomandabile. Personalmente non mi è mai capitato di scrivere versi per canzoni: ossia, come alla maggior parte dei miei amici, non mi si è presentata l’occasione. Musicisti e parolieri si sono stretti in un impenetrabile clan, si son ben protetti dalla concorrenza (e si capisce, i diritti d’autore fruttano talvolta milioni). Quanto a me, credo che mi interesserebbe e mi divertirebbe applicare dei versi ad una bella musica, tango o samba che sia.” Così si esprimeva nel 1956 Pasolini intervistato dalla rivista “Avanguardia”, nell’ambito di una inchiesta sul possibile coinvolgimento dei poeti in veste di autori di testi di canzoni, con la prospettiva di migliorarne la qualità culturale. L’occasione gli si presentò nel 1959, quando Laura Betti sollecitava agli amici scrittori e poeti i testi per le canzoni del suo nuovo spettacolo “Giro a vuoto”, che debuttò a Milano nel 1960 con la regia di Filippo Crivelli, e all’appello risposero in molti: da Moravia a Flaiano, da Fortini ad Arbasino, e Pasolini contribuì con tre canzoni in romanesco, “Valzer della toppa”, “Macrì Teresa detta Pazzia”, musicate da Piero Umiliani e “Cristo al Mandrione”, su musica di Piero Piccioni, diretto riflesso del lavoro compiuto sul dialetto in occasione della stesura dei romanzi “Ragazzi di vita” e “Una vita violenta”. Per la seconda edizione dello spettacolo Pasolini scrisse poi il testo di “Ballata del suicidio”, su musica di Giovanni Fusco, che Laura Betti incise solo in francese (“La parade du suicide”), mentre “Marilyn” è una poesia scritta in occasione della morte di Marilyn Monroe, che entrò a far parte della terza edizione di “Giro a vuoto” (1963) recitata da Laura Betti su accompagnamento musicale di Marcello Panni. “Uccellacci e uccellini” è la messa in musica (firmata da Ennio Morricone) dei titoli di testa dell’omonimo film diretto da Pasolini nel 1966, che fu affidata alla voce di Domenico Modugno così come “Cosa sono le nuvole” (di cui Modugno firmava anche la musica) che compariva all’interno dell’episodio “Che cosa sono le nuvole?”, girato da Pasolini nel 1968 per il film “Capriccio all’italiana”. “I ragazzi giù nel campo” e “C’è forse vita sulla Terra?” sono due testi adattati da Pasolini e Dacia Maraini sulle musiche composte da Marcos Hadjidakis per il film di “Dusan Makavejev Sweet Movie” (1974) . “Meditazione orale” è un altro testo espressamente poetico, scritto da Pasolini su richiesta di Morricone, al quale era stata commissionata una composizione per un disco celebrativo del centenario di Roma capitale e che Pasolini recita, come scrive Morricone rievocando quella collaborazione, “con la compostezza asciutta, la timidezza severa che emanava dalla sua persona”.
Nel 1964, in pieno boom discografico, rilasciando un’intervista al settimanale “Vie Nuove”, Pasolini aveva dichiarato: “Sulle canzonette potrei dare due tipi di risposte del tutto contrari. Niente meglio delle canzonette ha il potere magico, abiettamente poetico, di rievocare un “tempo perduto”. Io sfido chiunque a rievocare il dopoguerra meglio di quel che possa fare il boogie-woogie, o l’estate del ’63 meglio di quel che possa fare Stessa spiaggia, stesso mare. Le “intermittences du coeur” più violente, cieche, irrefrenabili sono quelle che si provano ascoltando una canzonetta. (…) Il modo immediato che io ho di mettermi in rapporto con le canzonette è dunque particolare, e non so prescinderne. non sono un buon giudice. Soffro inoltre di antipatie e simpatie profonde per i cantanti e le melodie (il massimo dell’antipatia è per la canzonetta “crepuscolare” di cui potrei dare come paradigma Signorinella pallida). Aggiungo infine che non mi dispiace il timbro orgiastico che hanno le musiche trasmesse dai juke-boxes. Tutto ciò è vergognoso, lo so: e quindi contemporaneamente devo dire che il mondo delle canzonette è oggi un mondo sciocco e degenerato. Non è popolare ma piccolo-borghese. E, come tale, profondamente corruttore. La Rai-Tv è colpevole della diseducazione dei suoi ascoltatori anche per questo. I fanatismi dei cantanti sono peggio dei giochi del Circo”.
Tra le altre canzoni contenute nel disco ricordiamo “Il soldato di Napoleone” di Sergio Endrigo (1963) che era l’adattamento della poesia omonima compresa nel ciclo “I Colussi” (la famiglia della madre di Pasolini) all’interno della sezione Romancero nella raccolta “La meglio gioventù”; per il testo Endrigo si era basato sulla versione in italiano che Pasolini stesso aveva approntato in calce all’originale in friulano. “Danze della sera” riprende invece nelle ultime tre strofe il testo di “Notturno”, compresa nel gruppo di poesie della raccolta “L’usignolo della Chiesa Cattolica”, e fu musicata da Ettore De Carolis, leader del gruppo Chetro & Co., che la incise nel 1968. “La recessione” proviene dalla sezione “Tetro entusiasmo” (1973-74) all’interno de “La meglio gioventù”, ed è stata musicata da Mino Di Martino, con qualche adattamento rispetto alla versione in italiano (che anche in questo caso appariva in calce all’originale friulano), e incisa da Alice nel 1992 per il suo album “Mezzogiorno sulle Alpi”. E infine “Lamento per la morte di Pasolini” era inclusa nell’album di Giovanna Marini “Correvano coi carri” (1978), mentre “Una storia sbagliata” fu registrata da Fabrizio De André nel 1980 e da allora mia più ripubblicata.

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