Protocollo Legalità ASI

Perché firmare un protocollo con l’ANAC da parte dei vertici dell’ASI, dopo aver già dichiarato di volersi servire della Stazione Unica Appaltante per gestire l’affidamento dei lavori elle aree industriali casertane? Sembra di assistere ad una corsa alla legittimazione del proprio operato che, a questo punto, diventa essa stessa sospetta.
Cosa c’è in ballo? Dunque, all’ASI arriverà a breve un fiume di soldi. Andando a ripercorrerne la storia si scoprirebbero cose interessanti. Ad esempio che gran parte dei 64 milioni previsti , cui se ne devono aggiungere altri 50 di finanziamenti comunitari, derivano dal recupero dei fondi che avrebbero dovuto sostenere l’accordo di programma per l’area ex 3M di S. Marco Evangelista. Queste risorse si prevede che verranno impiegate in massima parte nella zona ASI di Carinaro Gricignano e di Teverola, guarda caso viciniori a quell’area aversana che esprime la massima parte del CdA dell’ASI stessa.
Non c’è che dire, un colpo da maestro: la distrazione di fondi da un’area in cerca di rilancio industriale, fiore all’occhiello dell’intera provincia di Caserta dagli anni 60 e mortificata dai ripetuti fallimenti di ipotetici piani (vedi Novamont ad esempio), verso un’altra area dove peraltro sembrano prevalenti forti interessi imprenditoriali di estrazione aversana. Se poi si sta alle dichiarazioni pubbliche con le quali si stabilisce la destinazione ad opere infrastrutturali della gran parte dei fondi, il quadro diventa di colpo più chiaro.
Siamo di fronte ad un classico accordo tra poteri forti, che cercano di pilotare il destino di risorse verso opere a farsi in una specifica area penalizzandone altre, senza che venga dichiarato con la stessa risonanza mediatica, quantomeno per l’entità delle risorse previste, almeno una parvenza di progetto industriale e di obiettivo a medio termine che non sia la spesa delle stesse risorse.
Infrastrutturiamo per chi? Sarebbe utile chiedersi per quale motivo la Regione non abbia provveduto nel frattempo a fare una semplice copia di leggi vigenti in altre parti di Italia, per cui se in un’area ASI viene meno un progetto industriale, il terreno torna nella disponibilità pubblica, invece di diventare oggetto di transazione economica tra soggetti privati. In una regione dove Il Piano Territoriale Regionale e quello provinciale giustamente sanciscono il consumo zero di territorio e l’utilizzo delle zone industriali dismesse per il possibile sviluppo edilizio, la gestione di tali aree diventa improvvisamente di interesse strategico, e non necessariamente per chi vuole fare attività industriale.
In questo quadro la firma di protocolli vari di legalità con autorevoli Istituzioni terze sembra la ciliegina sulla torta, utile a legittimare con l’autorevole sigillo di garanzia della legalità un disegno già tracciato nelle sue linee portanti fin dalla costituzione stessa del CdA dell’ASI.

Rifare l’Italia – Caserta

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