“Qualcosa sul Vento” poesie di Lia Manzi

Le poesie di Lia Manzi dal titolo “Qualcosa sul Vento” (IOD edizioni), usano un linguaggio atto a catturare un sentimento oppure un’immagine senza forzature e ritmi incessanti. I versi sono spesso i spirate da elementi naturali ed ecco che in quei versi tanto trovo e ritrovo delle immagini paesaggistiche del meraviglioso borgo medioevale di Cusano Mutri (BN), sebbene la poetessa non abbia mai guardato con i suoi occhi la bellezza di Cusano ha guardato però con lì’intelligenza della sua anima la bellezza di questo borgo che offre non solo ai nativi ma anche ai visitatori quei gioielli di pace,colori e desideri che fanno del’esistenza la cornice massima. Si può giocare con la poesia?E’ la scommessa che vogliamo condividere con voi. Per questa ragione gran parte della poesia sperimentale,soprattutto quando il tecnicismo sembra davvero esagerato ,finisce per non vedersi riconosciuta o per ricevere scarsa considerazione. Spesso la critica,a questo proposito ,specie quella strettamente accademica, dimentica tuttavia che le tonalità dell’anima si generano attraverso sottigliezze diverse,attraverso le velature più o meno intense,i paesaggi dell’anima come la poesia stessa.

“La poesia non è merce” poiché non è consumabile , la poesia non è prodotta in serie in quanto non è un prodotto. Un lettore di poesie può leggere anche un milione di volte una poesia senza consumarla mai. Questo ci ricordava e ci ricorda nei suoi dialoghi Pier Paolo Pasolini.

Molte volte le poesie della Manzi appaiono con la stessa struggente bellezza di un cortometraggio neorealistico girato tra le meravigliose ed incantevoli strade di Cusano , i versi si aprono con disinvoltura traducendo il tutto in una visione globale del mondo che non tralascia la complessità che necessità per vivere di mettere insieme i temi dell’anima e dell’impegno civile. Mi piace anche pensare come ulteriore input da darvi che la grande Ana Mendieta , pittrice cubana, dice: ”Non penso che vita e morte si possono separare, come non si possono separare i temi dell’eros e della vita.”

La normalizzazione toglie smalto alla vera libertà ed è per questo perché nelle poesie della Manzi non troviamo la normalizzazione che possiamo nel leggerle crescere interiormente. L’impostazione dialogica dei versi favorisce questa crescita interiore , lo sfolgorio a tratto delle parole si colgono come un tassello variegato di mosaico. Ammirata mi dichiaro or dunque della forza dei versi , una forza oserei dire magnetica , una forza che lascia spazio all’interpretazione non normalizzata nella realtà e che mi conduce ad ogni mia lettura nei luoghi magici di Cusano , dove da anni godo quel ritmo di vita lento che non porta in se stesso lentezza ma porta solo amore globale dove il tempo continuo diffonde intorno a se stesso armonia.

Adele Grassito

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