Reggia brand

A proposito di Reggia

Il mio amico Enzo Battarra ha utilizzato nella pagina FB del terzo settore dei toni trancianti nei confronti dell’ampio articolo pubblicato oggi sul Fatto Quotidiano (dal titolo “Felicori lascia una Reggia brandizzata quanto fragile”), scritto dal prof. Tomaso Montanari, uno dei più autorevoli storici dell’arte e profondo conoscitore del nostro patrimonio culturale.

Dopo aver letto con attenzione il suo articolo devo dire che mi trovo concorde con larga parte delle valutazioni che vi sono contenute. Per cui dissento con Battarra (come già ho avuto modo di fare in altre occasioni), pur rimanendo intatta la mia stima per lui. In questa fase non mi interessa entrare nella querelle tra sostenitori o detrattori dell’ex direttore della Reggia. Ma mi preme riprendere alcuni giudizi espressi in merito alla sua attività nella gestione del prestigioso monumento vanvitelliano. A mio modo di vedere nel suo operato ci sono state luci ed ombre, risultati positivi ma anche tante criticità. Certamente Felicori ha avuto il merito di rilanciare l’immagine e la capacità attrattiva di Palazzo Reale agli occhi del mondo, dopo decenni di abbandono ed incompetenza gestionale.

Ma nello stesso tempo il suo grande apparire sui social e sulla stampa non deve fare dimenticare le lacune sul piano della cura, manutenzione e gestione, in particolare del giardino storico. E Montanari ha fatto bene a rimarcare la progressiva trasformazione del monumento in un “brand di tipo commerciale”. In particolare addebito a Felicori due responsabilità. La prima di non aver saputo creare collegamenti e sinergie con la città (anche se su questo punto le responsabilità vanno equamente divise con le istituzioni locali). L’altro punto debole sta nel fatto che lui si è mosso in base ad una cultura che definisco di tipo “neoborbonico”, incapace di avviare relazioni moderne e di collaborazione con le forze più vitali del territorio, a partire proprio da quelle del terzo settore e del volontariato (tranne alcune eccezioni).

Su questi punti chiederemo un incontro con il nuovo direttore Reggente, anche per riaprire un confronto su proposte e progetti di collaborazione.

Pasquale Iorio – Le Piazze del Sapere          Caserta, 12 novembre 2018

 

 

 

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