Ripartire con la cultura – Museo Campano di Capua, uno scrigno di tesori d’arte abbandonato dallo Stato

Ventinovesima tappa

di Fulvio Miele

È uno scrigno di tesori. Un museo tra i più ricchi di reperti al mondo. Un luogo che altrove sarebbe monumento nazionale e godrebbe di tutela massima, risorse e sarebbe il fiore all’occhiello di un qualunque polo mussale. Il Museo Campano di Capua, che si trova nella splendida cornice di Palazzo Antignano, è invece tanto bistrattato e dimenticato dalle istituzioni. Eppure è un gioiello della cultura occidentale  diviso in due reparti: Archeologico e Medievale con annessa un’importante Biblioteca. Il grande archeologo Amedeo Amedeo Maiuri lo definì “Il Monumento più insigne della civiltà italica in Campania”. Insieme al museo di Santa Maria Capua Vetere conserva innumerevoli reperti archeologici dell’antica Capua, quella che per secoli fu la città più potente dell’Impero Romano dopo Roma. Al suo interno è conservata la collezione delle Matres Matutae, un unicum mondiale universalmente considerata tra le più rare che musei italiani e stranieri possano vantare, che accorpa oltre cento statue ritrovate nel fondo Patturelli di Curti. Si tratta di figure femminili intente ad accudire dei neonati, inquadrate temporalmente fra la fine del V secolo a.c. e il I secolo a.c. . Accanto alle Matres sono conservati tanti reperti di inestimabile valore sulla cui sorte futura si adombra l’incubo della chiusura e la ricollocazione degli stessi, nella migliore delle ipotesi, in altri poli museali. Questo perché il Museo Campano essendo un museo provinciale, in seguito al riordino delle province e delle relative attribuzioni amministrative, in concreto non ha più una copertura finanziaria tale da poter assicurare le sue attività minime, il personale ormai è ridotto a poche unità e spesso non vengono garantiti nemmeno i fondamentali servizi di manutenzione. Pochi dipendenti, cinque o sei, che fanno un lavoro straordinario per provare a tenere in ordine e a garantire ai pochi turisti che arrivano una accoglienza degna.

Da più di un anno, fortunatamente, una rete di associazioni spalleggiata da moltissimi cittadini sta portando avanti, in maniera sinergica, una campagna tesa a scongiurare la sua chiusura tramite varie iniziative e i continui tentativi (a sorti alterne) di coinvolgere nella tematica l’opinione pubblica. Tante personalità del mondo politico e culturale si sono mobilitate affinché la chiusura del Museo venga scongiurata, fra le varie iniziative finalizzate a porre in evidenza l’importanza della sopravvivenza del Museo Campano, spicca una petizione lanciata su internet che sta raccogliendo tantissime adesioni per scongiurare la chiusura di quello che rappresenta un contenitore di inestimabile valore del retaggio storico-artistico-archeologico del territorio storicamente conosciuto come Terra di Lavoro.

Pubblicato sul giornale on line www.juorno.it del 15 Settembre 2018

Dopo 6 mesi la situazione non è cambiata. Vedi Lettera aperta a seguire.

 

 

Lettera aperta

Presidente Provincia di Caserta

Presidente CdA Museo Campano

Gentile Presidente,

nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di commentare le criticità del sistema dei siti museali e archeologici di Terra di Lavoro, anche alla luce dei dati sulla affluenza e sui visitatori forniti dal MIBAC in riferimento a tutti i siti statali. Da questi dati emerge che nella nostra Provincia si trova il museo archeologico meno visitato nel 2018, quello Atellano. Ma non finisce qui. Infatti cominciano a circolare le cifre anche in riferimento al nostro museo più importante, quello di Capua, gestito dalla Provincia. Nel raffronto tra il 2018 e l’anno precedente abbiamo un dato sconcertante ed allarmante: sembra che in un anno il numero dei visitatori registrati sia crollato da 17.000 a meno di 7.000. Forse è il caso più eclatante di perdita di attrattività da parte di un bene culturale.

Da tempo abbiamo chiesto agli organi competenti di farci avere i dati. In attesa di verificare quelli ufficiali, appare evidente il crollo di fruibilità e di presenza nel monumento: bastii pensare che in alcuni giorni si vedono solo pochi visitatori, che si possono contare con le dita di una mano. Che tristezza!

E’ evidente che allo stato sono ancora del tutto inadeguate le misure amministrative ed economiche messe in campo, in primo luogo da parte dell’ente gestore (la Provincia). Ancora più pesanti sono le responsabilità degli altri enti come la Regione ed il Mibac, che denotano un totale disinteresse.

Per tutte queste ragioni, come rete Amici del Museo Campano e Piazze del Sapere chiediamo un incontro congiunto ai due presidenti (Provincia e CdA) per approfondire e verificare le misure più opportune da mettere in campo a sostegno di programmi, progetti e percorsi per una più moderna ed adeguata politica di valorizzazione di uno dei monumenti più insignid ella “civiltà italica”.

In attesa di un riscontro, ringraziamo per l’attenzione.

Pasquale Iorio                                                                       Caserta, 10 – 03 – 2019

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