Ripartire con la cultura – Stati Generali a maggio 2019

Trentunesima tappa

Qualche anno fa con Aislo abbiamo elaborato un progetto per un distretto culturale “Ri-conoscere Caserta”, grazie  anche allo studio di buone pratiche a livello mondiale ed all’apporto di centri competenza (Camera di Commercio, Università e Sovrintendenza). Alla base emergeva l’indicazione di fare rete e integrazione tra il ricco (e diffuso) patrimonio storico, culturale e ambientale da valorizzare, come leva per poter creare sviluppo locale ed imprese innovative. In seguito abbiamo raccolto in un volume il ricco materiale, frutto del lavoro e dell’impegno di tante realtà ed associazioni attive sul territorio, dal titolo emblematiche “Terra di Lavoro. Ripartire con la cultura”.

Nonostante ciò ci ritroviamo a fare i conti con una realtà che va in altra direzione. Da anni come associazioni e cittadini ci battiamo per dare sbocco a due casi scandalosi che possono essere visti come emblematici, anche per la Campania ed il Mezzogiorno: l’Archivio di Stato, che dopo decenni di spreco di risorse pubbliche è praticamente chiuso, frammentato in ben quattro sedi, per l’incompetenza e l’incapacità degli organi competenti del Mibac (ente gestore unico). In questo modo viene disperso e frantumato un bacino fondamentale della memoria storica e della nostra identità civile.

L’altra vicenda riguarda il Museo Campano di Capua, ancora gestito dalla Provincia, il quale dopo una fase che sembrava di ripresa torna a manifestare tutta la precarietà in cui si dibatte: nel 2018 oltre 10mila visitatori in meno, rispetto al dato già scadente dell’anno precedente di 16000). Forse qui registriamo il record a livello nazionale per il tracollo di fruitori. Badate: stiamo parlando del “monumento più insigne della civiltà italica”, come ebbe a definirlo il grande archeologo a. Maiuri). Purtroppo la gestione attuale si rivela un punto di debolezza, che si somma alla mancanza di risorse finanziarie ridotte all’osso: basti pensare che l’organico in pochi anni è passato da circa 20 a 6 operatori più il direttore a tempo parziale. Altro che valorizzazione e promozione! Siamo alle prese con un vero scrigno di storia e di opere d’arte (basti pensare alla sala Federiciana e medioevale fino alla collezione unica al mondo di Matres Matutae e di Tanagrine, sculture in terracotta di epoca preromana). Tutto questo viene lasciato ad una gestione inadeguata, senza risorse e senza un minimo di progettualità, di capacità di marketing per farlo rientrare a pieno titolo nei vari itinerari turistici che pure si vanno delineando tra il grande attrattore della Reggia di caserta, i siti reali Unseco (il belvedere e il Real Sito Carditello, l’Acquedotto carolino, il percorso dei teatri di pietra lungo l’antica via Appia. Per inciso ricordiamo che nella nostra provincia si trova il sito archeologico (stavolta statale), quello della zona Atellana a Succivo, che detiene un altro record negativo, con il numero più basso di visitatoti all’anno: poco più di un migliaio nell’arco del 2018.

Per rimanere a Capua, nella “altera Roma”, una città dalla storia millenaria, vi sono tanti altri esempi di beni culturali e comuni lasciati in pietose condizioni di degrado, in alcuni casi di vero e proprio abbandono: dal Castello di Carlo V, su cui è stata lanciata una petizione su Chance.org, che rimane segregato da un pirotecnico ormai dismesso, inaccessibile anche dopo lavori di restauro e ristrutturazione. Sotto gli occhi di tutti è lo scempio dei fossati e dei bastioni della città di Ettore Fieramosca, ricettacoli di immondizie e in pieno sfacelo, con la bella Villa Comunale oramai in preda dei vandali. La stessa sorte tocca ad un altro castello medioevale, quello dei Normanni (detto anche delle Pietre) chiuso e non visitabile, così come la meravigliosa Sala d’Armi, adiacente ad un altro gioiello di architettura cristiana, la chiesetta di S. Angelo in Audoaldis. Ed in giro per la città si intravedono tante altre chiese e monumenti chiusi, alcuni in stato di avanzato degrado. Tra tutte spiccano quelle delle Dame Bianche, il gioiellino di S. Rufo e Carponio e la maestosa chiesa dell’Annunziata in pieno centro storico, che ora è transennata e non accessibile per rischio crolli. A pochi km troviamo la Basilica Benedettina del X Secolo, un tesoro d’arte e storia cristiana con meravigliosi affreschi sulla Via Crucis, che è circondata da abusivismo e degrado ambientale, a causa di decenni di dissesto provocato dalle cave abusive

Fa rabbia constatare l’indifferenza e la disattenzione con cui le classi dirigenti e le istituzioni locali e regionali assistono inermi a questa situazione. Ancora più rabbia fa sapere che in Campania ci sono depositati milioni di Euro di fondi europei e nazionali che non vengono utilizzati per mancanza di progetti, soprattutto per incapacità dei governanti ai vari livelli di mobilitare risorse e competenze in tale direzione. Altro che distretti culturali. Qui siamo ancora in una sorta di “deserto culturale”.

Eppure in giro ci sono tanti esempi virtuosi e buone pratiche che cercano di creare vitalità e di animare i vari contesti, facendo leva proprio sulla cultura e sui beni comuni. Con la rete delle Piazze del Sapere si sono realizzati centinaia di incontri nelle varie città (a partire dalla Feltrinelli ed Enoteca Provinciale “Vigna Felix”) per provare a diffondere la conoscenza come fattore di coesione sociale e di apprendimento permanente. A Capua sono attivi i volontari Aperti per voi del TCI che hanno in cura tre stupende chiese longobarde, come pure i giovani di Capua Sacra per gli itinerari religiosi della città.

Tanti altri casi ci sono nei piccoli centri, anche intorno ad alcune Pro Loco, come quelle di Caiazzo, di Capua, di Teano e di Vairano, come i giovani che animano la Piccola Biblioteca 80 mq a Calvi Risorta (insieme con le donne dell’associazione le Muse), come il gruppo di Matilde Maisto con gli incontri “Letteratiduni” a cancello Arnone, nel cuore dei Mazzoni.  Nelle terre dell’aversano, a Casal di Principe, dove una volta dominava Gomorra, ora c’è il Festival dell’Impegno Civile del Comitato don Diana e di Libera: finalmenteè stata aperta una biblioteca civica “Il Grillo parlante”, grazie all’impegno del sindaco Renato Natale e della sua giunta di rinnovamento. A Sant’Arpino resiste Pulcinellamente, con una scuola di teatro per ragazzi e giovani; nel comune vicino Succivo ci sono i giovani di legambiente con Terra Felix e gli orti sociali. Facendo leva su queste risorse e competenze diffuse sul territorio, insieme con l’università L. Vanvitelli e l’AIB Nazionale abbiamo deciso di organizzare gli Stati generali della cultura di Terra di Lavoro nel mese di maggio, con proposte e progetti che articoleremo in tre eventi preparatori da tenere sui temi degli archivi a Caserta, delle Biblioteche nel Dipartimento di Architettura di Aversa, del ruolo dei musei territoriali a Capua (o S. Maria CV). In questo modo vogliamo riproporre con forza il tema della conoscenza e dei beni culturali come fattoi trainanti di sviluppo locale e sostenibile, di innovazione e coesione sociale, su cui coinvolgeremo anche le istituzioni locali, regionali e nazionali, il mondo delle imprese e del lavoro.

Pasquale Iorio                                                                       Caserta, 14 marzo 2019       

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