Ripartite con la cultura: L’Oasi LIPU di protezione della fauna selvatica “Salicelle – S.Vito – Lagnone”

Comuni di Capua e Pontelatone (CE)

Quarantaquattresima tappa

LE ANSE DEL FIUME VOLTURNO, IL BASSO CORSO

Questa località cui si accede da Caserta uscita autostrada A1 tramite  la S.P. n 336 ex statale n 87 Sannitica  verso Caiazzo è situata su di un asse culturale naturalistico dove ambiente naturale e storia si congiungono. Partendo idealmente infatti dalla Regia di Caserta, passando da S. Leucio e la Vaccheria si giunge sull’Oasi di Protezione  Salicelle della LIPU per gli amanti del birdwatching. Da qui si possono intraprendere diversi itinerari: uscita autostrada A1 a Capua e verso sud  S. Angelo in Formis città d’arte, o verso Pontelatone città della mozzarella e del vino Casavecchia oppure giungere a Caiazzo città dell’olio e proseguire verso il parco regionale del Matese.

 

DESCRIZIONE DEL PERCORSO

Il fiume VOLTURNO, come tutti i corsi d’acqua di una certa rilevanza, è interessato da importanti rotte migratorie. Nella nostra provincia il fiume presenta due zone di sosta per gli uccelli. Una di esse è rappresentata dai “Variconi”, alla foce del fiume, nel comune di Catelvolturno (CE),  attualmente descritta come riserva regionale in base alla L.R. 74/80.

L’altra,  Oasi di Protezione della fauna selvatica  che la Provincia di Caserta con Delibera di G.P.256 del 25.07.2000 istituisce e da in gestione alla LIPU, è la zona meta di questa escursione, antecedente la traversa ENEL e ricadente in un’area che interessa soprattutto il comune di Capua, località S. Angelo in Formis, quello di Pontelatone ma anche i territori di Castel Morrone e Castel di Sasso per un ’ estensione stimata di circa 750 ha.

La zona si estende in direzione Est – Ovest tra il ponte Annibale ed il ponte della Scafa nei pressi della Fagianeria. Essa si sviluppa in lunghezza per circa 5 km  (il fiume si estende però grazie alle anse, per 8,4 km), possiede una larghezza massima di circa 2,7 km con un altitudine che varia dai 26 ai 52 metri s.l.m. ed è situata ad una distanza in linea dal mare di 29 km (57 lungo il percorso del fiume). Sempre in questa zona il lato destro del fiume è interessato da tre affluenti: Rio Savone dei Mulini,  Rio S. Giovanni e Rio Pisciariello, cosa sorprendete, all’interno dell’invaso sgorga la fonte Rozza.

La traversa resta chiusa per circa dieci mesi l’anno alzando il livello dell’acqua di 8,5 metri ed allagando così parte dei terreni circostanti creando una zona umida di 125 ha (intero invaso 174 ha).

Il restante terreno non allagato è costituito da piccoli appezzamenti coltivati in massima parte a foraggio ed alberi da frutta. Insiste nella zona NE la CIRIO, estesa azienda zootecnica con una vasta porzione coltivata a foraggio. Infine rileviamo la presenza di un poligono di tiro a piattello sulla riva sinistra a monte della traversa.

 

LA FLORA E LA FAUNA

  1. Panorama vegetazionale

La vegetazione è quella  tipica  ripariale soggetta a periodica inondazione. Troviamo quindi, partendo dall’acqua, il poligono anfibio, il potamogeto nodoso, la cannuccia, la tifa, il giglio giallo e il giunco semisommersi; più sulla riva fra le specie arboree troviamo il salice rosso arbustivo ed il salice bianco, mentre affrancato dalla riva, il pioppo bianco e l’ontano.

  1. Panorama faunistico

La fauna ittica è composta dalla presenza di carassi, cavedani, tinche, scardole, carpe, barbi, anguille, pesci rossi e persici sole.

Tra i mammiferi c’è da segnalare la presenza della volpe, il tasso, della donnola, della nutria, del riccio e data la vicinanza di boschetti, della faina. Tra quelli legati all’acqua abbiamo l’arvicola rossastra ed il toporagno d’acqua.

I rettili sono presenti con esemplari di cervone, biacco e biscia dal collare, tra gli anfibi segnaliamo la rana verde, il rospo comune, il tritone italiano, quest’ultima specie, di esclusiva pertinenza del sud Italia, è in rapido declino.

Per quanto riguarda l’ avifauna occorre sottolineare l’importanza di questa zona perché ci si trova in presenza di un ecosistema ricco ed articolato con specie non sporadiche e sicuramente interessanti, fermo restando la conservazione dell’habitat ideale on disturbato.

Si rileva la presenza di numerosi trampolieri tipici di palude. Troviamo tra i Rallidi: folaga, gallinella d’acqua, porciglione; tra gli ardeidi: airone cenerino, airone rosso, airone bianco maggiore, sgarza ciuffetto, nitticora, tarabuso, tarabusino; tra  i Podicipedi: svasso maggiore e tuffetto; tra gli Anatidi: moriglione, moretta, codone, marzaiola, mestolone e germano reale; tra i Recurvirostri: avocetta, cavaliere d’Italia; tra gli Scolopacidi: beccaccino, chiurlo, pittima, piro piro; tra gli Cheratidi: pavoncella.

Tra i Silvidi abbiamo: usignolo di fiume, beccamoschino, cannaiola, cannareccione, occhiocotto, beccafico, capinera, luì verde, piccolo e grande, regolo e fioraccino; tra i paridi abbiamo: cince spp.; tra gli egitalidi: codibugnolo; tra gli oriolidi: rigogolo; tra i Lanidi: averle spp.; tra gli alcedinidi: martin pescatore e ben rappresentati sono i fringillidi e gli Upupidi con l’upupa. Le gru, le cicogne e i fenicotteri rosa animano il sito ogni inizio primavera.

Tra i rapaci abbiamo il falco di palude, la poiana, il nibbio bruno, il gheppio ed i falco cuculo ed il rapace notturno con abitudini diurne gufo di palude.

Tra gli avvistamenti ricordiamo quello del 5 giugno 1990: segnalati presso la Fagianeria 18 falchi cuculo tra maschi e femmine, e quello del 15 marzo 1992: segnalati ben 100 cormorani, 20 beccaccini e 19 avocette, mentre il giorno 25 successivo venivano segnalati 20 aironi cenerini. C’è da dire che questi ultimi fanno la spola fra questo sito ed il laghetto del Giardino Inglese della Reggia di Caserta dove hanno il dormitorio.

 

ACCESSI

Gli accessi possibili, per visitare le zone più interessanti sia dal punto di vista del paesaggio ma soprattutto di quello faunistico sono due: provenendo da Caserta  o da Capua e percorrendo la S.P. 336 ex S.S. Sannitica n° 87 verso Caiazzo all’altezza del km 35 si intravede una stradina sterrata sulla sinistra all’altezza di un casolare diroccato: La Masseria Conte Mauro. La si imbocca tirando dritto fra i campi coltivati a foraggere fino a giungere in uno spiazzo località “Salicelle”  da dove, con un buon binocolo, si possono fare interessanti osservazioni.

L’altro ingresso si trova poco più avanti, sempre sulla destra della  stessa strada, quasi di fronte alla palazzetto dello sport di Castel Morrone. La si imbocca e si tiene sempre la sinistra finché non si giunge in un punto dove il fiume si vede sia sulla destra che sulla sinistra. Qui infatti si trova il punto più stretto del sentiero che porterà in località “Lagnone” sulla cui sinistra si intravede un fitto bosco ripariale di salici bianchi con un abbondante sottobosco ai cui margini, verso il fiume, si trovano praterie di tife e cannucce.

Centro Visite Oasi

Presso il Centro Ippico “Old West” al km I 35 si trova il centro viste dell’oasi punto d’accoglienza e di partenza per l’accesso a  tutti i sentieri del  sito.

 

Matteo Palmisani, Lipu Caserta

 

 

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