San Valentino, storia della festa degli innamorati: è nata così

Storia e leggenda si mescolano alle origini della festa dell’amore (che prese il posto degli sfrenati lupercali romani)

San Valentino festa degli innamorati universalmente riconosciuta. Le coppie di tutto il mondo si scambiano baci, promesse, fiori e pegni d’amore. Anche quelle sposate da 25 o 50 anni rinnovano il loro impegno nel giorno di San Valentino. Nelle Americhe ha preso piede la celebrazione di nozze di massa il 14 febbraio. Che è naturalmente anche una data importante per il commercio a livello globale tanto che è sfumato il ricordo che la vicenda di San Valentino – patrono degli innamorati – ha origine nel cuore dell’Italia, precisamente a Terni. Santo e martire della Chiesa, ricordato nel calendario liturgico il 14 febbraio data della morte, San Valentino nasce a Terni intorno al 175 dopo Cristo e diviene il primo vescovo della città umbra nel 197 per investitura di Papa Feliciano. Gli sono attribuiti numerosi miracoli, ma si guadagna l’appellativo di Santo protettore degli innamorati o “dell’amore” celebrando il matrimonio fra il legionario romano Sabino e una giovane cristiana, Serapia.

La notorietà internazionale si deve però a un’altra leggenda nata e diffusa nei paesi anglosassoni secondo la quale il vescovo era solito donare alle coppie di innamorati un fiore del suo giardino dopo che il primo offerto a due giovani aveva prodotto un’unione tanto felice che molte altre coppie gli chiedevano la benedizione. A tal punto che San Valentino dedicò un giorno dell’anno a una benedizione nuziale generale: di qui la pratica sempre più diffusa in diversi Paesi – dal Centroamerica all’Estremo Oriente – della celebrazione di nozze in massa il 14 febbraio.

La versione anglosassone è alla base della popolarità della festa degli innamorati che si impose a partire dagli anni ’60 e ’70 “tornando” anche in Italia. La vetrata della basilica di Terni che raffigura il Santo con due fidanzati è novecentesca. Mentre i due corpi rinvenuti nel 1909 sepolti assieme nella necropoli trovata nelle acciaierie di Terni – e attribuiti a Sabino e Serapia – sarebbero forse posteriori. La versione più antica narra infatti che, convertitosi al cristianesimo Sabino, Serapia si ammalò di tisi, allora incurabile, e il fidanzato chiese a San Valentino di benedire le nozze finché i due non lasciarono insieme il mondo terreno durando il loro amore in eterno. In ogni caso San Valentino rappresenta una pietra miliare nello sviluppo di un concetto romantico dell’amore dal momento che febbraio coincide con il periodo in cui nell’antica Roma si celebravano i lupercali. Riti pagani di fertilità, i lupercali davano luogo in strada a festini sfrenati e massima licenziosità sessuale. Al culmine del 15 febbraio, le matrone romane si offrivano, spontaneamente e pubblicamente, per esser frustate da giovani nudi devoti al selvatico Fauno Luperco, protettore del bestiame ovino e caprino dai lupi, personificazione dell’istinto più animalesco. Nel corso di questa orgia sado-maso di piazza venivano picchiate anche le donne incinte che credevano il rito propiziasse il parto mettendo in realtà in pericolo la salute del nascituro. Così Papa Gelasio nel 496 avrebbe deciso di rifondare la festa sulla base della concezione cristiana di unione avendo l’accortezza di anticiparla al giorno prima, il 14 febbraio. E siccome San Valentino era morto martire nelle persecuzione di Aureliano per decapitazione il 14 febbraio 273 a lui si associò la ricorrenza dell’amore.

 
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