Santi discreti come Maria Cristina di Savoia

A ottobre 2018 sarà canonizzato il beato Vincenzo romano assieme ad un altro sacerdote, il beato Francesco Spinelli. Certamente la notizia inerente Paolo VI e mons. Oscar Romero è più mass mediatica, ma il modo evangelico è sempre quello di una discrezione efficace come ha mostrato anche la beata Maria Cristina di Savoia nata savoiarda e morta partenopea

Per scoprire tale santità “nascosta” importante il testo Mistero di una presenza, presenza di un mistero in cui mons. Paolo Martinelli commenta di un’opera del beato Francesco Spinelli che sarà canonizzato a ottobre 2018. 

Tale scritto tra l’altro evidenzia l’importanza di coniugare il buono con il bello per non scadere in un moralismo paralizzante o in un estetismo sterile; inoltre è l’antidoto alla tentazione continuamente denunciata da papa Francesco di uno gnosticismo senza carne e un pelagianesimo senza grazia.

Il testo di Martinelli – che a mio parere è da diffondere – può essere letto alle pagine 41-106 del PDF scaricabile gratuitamente in http://www.suoreadoratrici.com/wordpress3/wp-content/uploads/2015/09/pozzoOK.pdf

Papa Francesco e beato Spinelli tra gnosticismo e pelagianesimo

1Papa Francesco proprio perché semplice non è facile da comprendere e quindi fraintendimenti e persino strumentalizzazioni sono facili. Tra gli aspetti fondamentali della sua azione e insegnamento è il richiamo costante a guardarsi dalla «tentazione di uno gnosticismo senza carne e un pelagianesimo senza grazia».

Questa espressione, che può apparire persino uno slogan, è ora oggetto della lettera Placuit Deo su alcuni aspetti della salvezza cristiana che la Congregazione della dottrina della fede ha indirizzato ai vescovi. Semplificando assai si può dire che lo gnosticismo senza carne è la riduzione della fede a pura conoscenza acquisita mediante letture, meditazioni, catechesi e quant’altro ma senza sporcarsi le mani con la realtà o più precisamente le membra doloranti di Cristo che sono i fratelli e le sorelle. D’altra parte il pelagianesimo senza grazia consiste in un attivismo, anche nella carità o opere pastorali, ma senza confidare nell’azione del Signore.

Si può cogliere un’assonanza tra tutto ciò e la spiritualità del beato Francesco Spinelli (1853-2013) il quale nelle Conversazioni eucaristiche coniugò bontà e bellezza. Nel caso si assolutizzi la bontà con facilità si cede alla tentazione di un filantropismo senza forza attrattiva e quindi il tutto diventa un pelagianesimo senza grazia. Ma anche nell’assolutizzasione della bellezza c’è il rischio di cadere in un estetismo disincarnato diventando uno gnosticismo senza carne. Nell’Eucaristia, come ricorda Francesco Spinelli, bontà e bellezza sono unite così è vinta la tentazione di uno gnosticismo senza carne e un pelagianesimo senza grazia da cui il papa mette in guardia.

La lettera della Congregazione della dottrina della fede Placuit Deo su alcuni aspetti della salvezza cristiana si può leggere in

http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20180222_placuit-deo_it.html

Su bontà e bellezza nel beato Francesco Spinelli si segnala il testo dell’attuale vescovo ausiliare di Milano, padre Paolo Martinelli, Mistero di una presenza, presenza di un mistero. Attualità e attualizzazioni delle Conversazioni Eucaristiche del beato Francesco Spinelli, in Il Pozzo di Giacobbe. Quaderni di Spiritualità 1 (2009), pp. 41-106.

 

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