Suggestioni e preziosità delle Colline Venete

Tra pianure e montagne, per naturale collocazione geografica, hanno dimora le colline. Quelle del Veneto sono colline austere, signorili eppure gioiose: per la storia che le collega ai centri abitati e per quella veste preziosa e colorata che molto spesso indossano: la vite.

 Come sempre, nell’esaminare quale sia la via migliore per tracciare un itinerario Veneto “emotivo” (quello concreto è demandato ai visitatori stessi!) alla scoperta delle molte diversità che formano un insieme di indubitabile fascino, si prende avvio dalla zona veronese, la più occidentale della regione. Il “filo” geografico ha inizio quindi nel veronese e prosegue con il vicentino, il padovano e termina con il trevigiano.

Colline Veronesi  

I rilievi collinari che impreziosiscono la provincia più occidentale del Veneto vanno da quelli che circondano il capoluogo, al lago di Garda e alle valli settentrionali che conducono ai monti Lessini, per agganciarsi ad est con i rilievi attorno a Soave. Più sotto è pianura, valle padana che si collega alle provincie di Rovigo, Venezia, ai tratti terminali dei grandi fiumi: Adige, Brenta, Po. Di particolare bellezza, anche per la presenza delle acque del grande lago, sono le colline dell’entroterra di Bardolino, Lazise, Affi ecc., che danno vita alla Strada del Bardolino: paesaggi, richiami storici, presidi gastronomici, coltura della vite e produzione enologica; il vino più conosciuto è lo stesso Bardolino, mentre più a est, nella Valpolicella, è il regno dell’Amarone.

Strada del Valpolicella

Così come esiste la Strada del Bardolino, molto più a est della provincia veronese, c’è la Strada del Valpolicella, con i suoi caratteristici comuni: Fumane, Sant’Ambrogio, Garganego, San Pietro in Cariano, Negrar ed altri ancora. Poi c’è una terza zona collinare di particolare bellezza: quella delle colline orientali della provincia, dalle morbide alture ricche di pievi antiche e di castelli; qui la tradizione vitivinicola vanta radici antichissime e la zona è esaltata dalla Strada del vino Soave.

Zona di produzione del famosissimo vino Soave e del Recioto di Soave sono le valli di Illasi, Mezzane e Alpone. Quest’area figura tra i più grandi vigneti d’Europa, con i suoi 6.600 ettari coltivati a vite; le uve garganega e trebbiano, opportunamente lavorate, danno vini che hanno conquistato il palato di moltissimi italiani e stranieri. Conoscere le colline dei dintorni del veronese è senza dubbio un bel modo di fare vacanza, abbinando i piaceri della scoperta di paesini incantevoli, al piacere di gustare buoni cibi accompagnati da vini famosi.

Colline Vicentine 

Situati a sud di Vicenza, per una superficie complessiva di poco superiore ai 160 chilometri quadrati, si trovano i profili arcuati ma di modesta elevazione dei Colli Berici, la cui vetta più alta è il Monte Lungo, di appena 445 metri. I contorni di queste colline sono per contro abbastanza sinuosi e presentano sui fianchi incisioni dette “scaranti”. Nella zona, molto frequentato nei fine settimana dalle famiglie vicentine, c’è il Lago di Fimon, un tempo molto più esteso.

L’ossatura dei Colli Berici è formata da rocce in maggioranza carbonatiche, indice di lontana origine marina della zona, testimoniata questa dal reperimento di numerosi organismi, animali e vegetali, allo stato fossile: molluschi, ricci di mare, coralli, alghe. Questa è la terra dei vini bianchi e rossi, con la celebrità locale (il Tocai Rosso, d’origine ungherese e quello di Barbarano è il più rinomato) ideale per l’abbinamento a un famoso piatto locale: il baccalà alla vicentina. Più a nord, verso la parte terminale dell’altopiano di Asiago, ci sono le Colline delle Bregonze, formate dai rilievi collinari compresi tra il fiume Astico – tra Chiuppano e Breganze – e la vasta piana di Thiene.

Strada del Torcolato di Breganze

Vigneti a Breganze con il campanile sullo sfondo

Queste sono colline di origine vulcanica, con varie formazioni di basalto dai colori rossiccio e nero, estesi nella zona dell’alto vicentino. Quest’area pedemontana è situata ai piedi dell’altopiano dei Sette Comuni; è densa di vegetazione, sassosa in prossimità dei corsi d’acqua ed è chiamata Strada del Torcolato di Breganze L’uva autoctona è la vespaiola e l’apprezzato vino che produce è lo stesso che ha dato il nome alla strada. Parliamo di un vino dolce e profumato di colore giallo oro, ottenuto da uve appassite. Non mancano tuttavia i vini bianchi e asciutti e i rossi di corpo. La parte della provincia di Vicenza che “gareggia” con le altre aree per la godibilità dei suoi panorami e per la produzione enologica eccellente, è quella meridionale.

In alcune zone di pianura la gente dice che quelli prodotti qui sono “vini di sabbia”. Ma il centro che gode di meritata rinomanza è Gambellara, le cui fresche alture si spingono sino alle pendici dei monti Lessini. L’uva garganega è la più diffusa e viene impiegata per la produzione del Gambellara Classico, oltre che per le versioni Spumante, Vin Santo e Recioto, ritenuto il miglior vino della zona, lavorato da veri e propri “artisti” della vinificazione.

Colline Euganee 

Euganee anziché Padovane o, ancora, Patavine; relative quindi alla provincia di Padova. Il toponimo “Colli Euganei” risale a un’epoca storica non molto antica: per l’esattezza il vocabolo si rifà all’aggettivo latino euganeus ed è entrato in lingua tra il 1200 e il 1500. Gli Euganei, un popolo antico, hanno preceduto nella zona l’arrivo dei veneti, a loro volta d’origine asiatica.

I colli Euganei sono rilievi di origine vulcanica e presentano forme e altezze abbastanza diverse tra loro e per tale motivo caratteristiche; il complesso collinare è situato isolato nel mezzo della pianura veneta centrale e fa parte del Parco regionale dei Colli Euganei, primo parco regionale veneto, istituito nell’anno 1989. Per quanto concerne i motivi d’interesse per una visita in zona, è presto detto: questa è la famosa area delle Terme, con differenti stabilimenti termali.

Ne consegue che uno dei primi luoghi da visitare è il complesso termale, con vasche e canali d’epoca romana, di Montegrotto. Altre mete interessanti sono: il Museo della Navigazione Fluviale di Battaglia; la secentesca Villa Barbarigo a Valsanzibio, famosa per il suo giardino dagli scenari barocchi; la magia medievale di Arquà Petrarca, luogo scelto dal grande poeta per gli ultimi anni della sua esistenza; l’Abbazia di Praglia dell’XI secolo, con i monaci che restaurano antichi codici e si dedicano all’erboristeria; la Rocca di Monselice; il castello di Este e le mura di Montagnana.

I vini della provincia di Padova sono vini giudicati “molto interessanti” dagli esperti, per la loro varietà e bontà ed è stata loro dedicata un’apposita “via”: la Strada del Vino Colli Euganei, di una settantina di chilometri, come nelle altre provincie venete. Un vino dal nome curioso, ricavato dal vitigno moscato, è il Fior d’Arancio (dessert e passito) dalle straordinarie doti di freschezza; dal vitigno friulano (biotipo del raboso piave) si produce invece il Bagnoli. Questa è una zona dal clima e dal terreno ideali, nella quale convivono splendidamente vini classici (Cabernet e Merlot) con altri tipicamente locali (Pinello e Serprino).

Colline Trevigiane 

La provincia di Treviso è, con tutta probabilità, quella che include le colline più belle e caratteristiche della regione; non a caso questa zona (la Marca Trevigiana) veniva definita “marca zoiosa et amorosa”. Nella pianura di Treviso, poco oltre il capoluogo in direzione nord ovest, si incontra il Montello, unico rilievo collinare, poco sotto i quattrocento metri d’altezza, Risalta e piace proprio perché il suo isolamento geografico lo rende unico, ed è metà preferita per i fine settimana dei trevigiani. Il Montello in passato forniva legno pregiato per la fabbricazione dei navigli della Repubblica Serenissima di Venezia; più recentemente, i centri di Nervesa della Battaglia e Santa Croce del Montello ricordano e commemorano i trascorsi della Grande Guerra dell’inizio del secolo scorso.

A partire dalla riva destra del Piave sino al torrente Musone, sono cinque i comuni (Cornuda, Maser e Asolo a sud, Monfumo e Castelcucco a nord) che compongono i Colli Asolani; si presentano come una serie di dossi e creste alternati a piccole valli e sono formazioni rocciose formate da arenarie e calcari. La zona è ricca di foreste caducifoglie, praterie, colture cerealicole estensive, arboreti e terreni agricoli. Qui si sviluppa la Strada dell’Arte. Percorrendola, è possibile visitare residenze famose per motivi storici o perché legate ai nomi di grandi architetti.

Partendo da Altivole si incontrano due tesori dell’architettura: il primo è il Barco, edificio-fortezza cinquecentesco che stava per “complesso recintato”, abitato dalla Regina Caterina Cornaro, tra i personaggi più interessanti della storia della Repubblica. Nata a Venezia nel 1454, Caterina fu la consorte del re di Cipro, isola che lei amò moltissimo ma che dovette abbandonare, ritornando nella laguna, proprio per le pressioni della Serenissima. Le fu donato comunque il feudo di Asolo dove Caterina diede vita ad una corte raffinata e frequentata dai più insigni uomini di cultura del tempo. Altra pregevole opera della zona è la Tomba Brion, progettata dall’architetto Carlo Scarpa. Più avanti, ecco Possagno, città nativa di Antonio Canova, il celebre scultore del Neoclassicismo europeo. L’ultimo monumento da vedere è a Maser, che ospita la splendida Villa Barbaro progettata da Andrea Palladio.

Colline del Prosecco

Strada del vino bianco/ Uva da prosecco

Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene dal 2019 fanno parte del prestigioso elenco mondiale dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Si sviluppano da Vittorio Veneto a Valdobbiadene seguendo la linea est-ovest. La core zone, quella cioè che ha avuto il riconoscimento Unesco (circa diecimila ettari) comprende i territori collinari dei seguenti comuni: Valdobbiadene, Vidor, Miane, Farra di Soligo, Pieve di Soligo, Follina, Cison di Valmarino, Refrontolo, San Pietro di Feletto, Revine Lago, Tarzo e Vittorio Veneto.

A questa zona, tutelata da leggi speciali, se ne aggiunge una seconda pressoché identica per estensione, che riguarda i Comuni di Conegliano, Susegana e San Vendemiano. Queste aree collinari hanno una particolare conformazione geologica chiamata hogback, vale a dire alture caratterizzate da una cresta sommitale stretta e ripidi pendii su entrambi i fianchi; tra una cresta e l’altra, piccole valli parallele. Qui la lavorazione della vite è arte vera e propria e presenta non poche difficoltà: i terrapieni, chiamati, ciglioni, hanno un fondo stretto ed erboso sul quale vengono posti i filari delle viti. Da secoli il lavoro dell’uomo li ha modellati e li ha resi adatti a tale tipo di coltura. Dal XVII secolo in poi, la lavorazione dei ciglioni ha creato un particolare scenario a scacchiera, costituito da filari di viti tra loro paralleli e verticali rispetto ai declivi. Il nome di questo tipo di coltivazione della vite si chiama bellussera e dal XIX secolo identifica esteticamente il territorio.

Strada del Prosecco

Poteva quindi mancare, anche in questa parte della provincia di Treviso, la via dedicata al vino? Naturalmente c’è ed è stata istituita nell’anno 1966: è la Strada del Prosecco, che ha trovato fra queste colline un ambiente ideale grazie ad alcuni fattori favorevoli: abbondanza di acque, composizione del terreno e posizione riparata. L’itinerario della Strada del Prosecco parte da Conegliano – interessante la visita all’Istituto Enologico fondato nel 1876 – per spostarsi a Collalbrigo, un piccolo centro rurale tra dolci colli coltivati a vigneti. Continuando verso nord si raggiungono Guizza e la regione del Feletto. La produzione dello Spumante Prosecco, ottenuto dall’omonimo vitigno, è quella dominante. Non mancano tuttavia interessanti produzioni di Merlot e Cabernet. Nella zona di Conegliano viene inoltre prodotto un vino bianco molto apprezzato, scoperto da Luigi Manzoni, preside della scuola di Viticoltura ed Enologia di Conegliano Veneto.

Testo di Federico Formignani |Latitudeslif

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