Sul Coronavirus, dal Post

A oggi sono stati segnalati 132.547 casi positivi in Italia.
Sono le 18 e 23.

Fate un bel respiro.

Il nostro organismo è davvero una macchina meravigliosa: pensate a quanto sia complessa la respirazione e al tempo stesso semplice respirare. A ogni respiro, l’aria si intrufola fino alle strutture più interne dei nostri polmoni, portando ossigeno al sangue, indispensabile per le nostre cellule. Poi espiriamo, eliminando anidride carbonica, il principale rifiuto prodotto dalle nostre cellule, e ricominciamo da capo. Un respiro, poi un altro e un altro ancora per oltre 500 milioni di volte nel corso della nostra intera vita.

Un po’ come poster appesi a una parete, i polmoni sono sempre appesi alla gabbia toracica, sia durante l’inspirazione, sia durante l’espirazione. Con il suo peso, ogni polmone tira verso l’interno della gabbia toracica, che lo sostiene. A riposo, la pressione interna dei polmoni è uguale a quella dell’ambiente esterno: per fare in modo che l’aria possa fluire nei polmoni, e quindi respirare, serve che si formi una depressione, sfruttando la tendenza dei gas (e l’aria è una miscela di gas) a spostarsi da un’area a pressione più alta a una a pressione più bassa.

La depressione viene creata dai muscoli che fanno espandere la gabbia toracica e dal diaframma, una struttura muscolare che assomiglia a una cupola, che si trova subito sotto i polmoni. Si contrae verso il basso, tirandosi dietro i polmoni che intanto vengono anche tirati verso l’esterno dall’espansione della gabbia toracica. In questo modo, i tessuti polmonari si dilatano, facendo espandere i polmoni. Essendo una relazione tra volume e pressione (se uno aumenta l’altra diminuisce e viceversa), la pressione nei polmoni diminuisce e favorisce l’ingresso dell’aria dall’ambiente esterno, dove invece la pressione è più alta.

È affascinante pensare che un meccanismo così raffinato e che comprende il movimento di molte parti avvenga senza il minimo sforzo cognitivo da parte nostra: come per molte cose del nostro organismo, è molto più difficile capirlo che farlo.

Anche per questo motivo nella storia della medicina ci è voluto molto tempo prima che si riuscisse a costruire una macchina (“ventilatore”) per aiutarci a respirare, quando qualcosa va storto o si mette di mezzo un agente infettivo, come il coronavirus. Oggi in Italia migliaia di persone con sintomi gravi da COVID-19 vivono grazie ai ventilatori, che le aiutano a respirare in attesa che il loro organismo riesca a sbarazzarsi del virus e che migliorino le loro polmoniti. E, più in generale, negli ultimi decenni queste macchine hanno contribuito a salvare milioni di vite, riuscendo a sostituire buona parte del meccanismo che ci tiene vivi.

In tempi normali, gli ospedali sono dotati di un numero sufficiente di ventilatori, ma in periodi straordinari come quello attuale la domanda di nuovi respiratori ha raggiunto un picco senza precedenti. In Italia c’è una sola azienda che li produce e che in pochi giorni ha dovuto stravolgere i suoi piani industriali per rispondere alla domanda. I suoi dirigenti ci hanno raccontato di avere prodotto 500 respiratori in appena un mese, contro le poche centinaia prodotte in periodi ordinari, e di volere aumentare ancora la produzione dalla quale può dipendere la vita di molte persone.

Oggi, in Italia
La Protezione Civile ha comunicato che il numero totale di casi positivi dall’inizio dell’epidemia è 132.547, quindi rispetto a ieri c’è stato un aumento di 3.599, mentre ieri ce n’erano stati 4.136 in più rispetto al giorno precedente. I casi in terapia intensiva continuano a essere in diminuzione da tre giorni: seppure di poco, nelle ultime 24 si sono ridotti di 79, attualmente i ricoverati totali in terapia intensiva sono 3.977. I morti sono 636 in più di ieri, per un totale dall’inizio dell’epidemia di 16.523.

Non dateci date, dateci scenari alternativi ✍️

Morti sospette
Il Pio Albergo Trivulzio è uno dei più famosi centri di assistenza sanitaria per anziani di Milano: diversi giornali segnalano che nelle scorse settimane ci siano state decine di morti riconducibili al coronavirus mai registrate ufficialmente come tali. Secondo diverse ricostruzioni, le morti e più in generale la diffusione del contagio sarebbero da attribuire a una gestione piuttosto confusa dell’emergenza da parte della struttura ospedaliera, come hanno confermato alcune fonti al Post. Il viceministro della Salute ha annunciato di avere avviato una indagine interna sul Trivulzio, e ha detto di ritenere «utile» una ispezione ministeriale della struttura.

La quarantena a Milano in un video ?

Reddito di quarantena
Comitati per la casa, sindacati di base e centri sociali hanno iniziato una campagna politica per chiedere un “reddito di quarantena”. Sostanzialmente, le proposte in circolazione ruotano intorno all’estensione e al potenziamento di sussidi come il “reddito di cittadinanza”. C’è per esempio la proposta di trasformarlo in un “reddito di cittadinanza per l’emergenza”: uno strumento più semplice e agile, privo di requisiti patrimoniali e destinato non solo a chi riceve il normale reddito di cittadinanza, ma anche ai lavoratori atipici, ai lavoratori con contratti a tempo determinato in scadenza, ai lavoratori a chiamata e agli inoccupati a cui sta per terminare il sussidio di disoccupazione, e ad alcune categorie di lavoratori che oggi non ne hanno diritto, come ad esempio la gran parte degli stranieri residenti.

Gondole ormeggiate
(AP Photo/Andrew Medichini)

Venezia, Italia (AP Photo/Andrew Medichini)

Mascherine
Da domenica in Lombardia è in vigore un’ordinanza che impone di indossare una mascherina quando si esce di casa. Il provvedimento ha fatto molto discutere sia perché non è semplice trovare in farmacia le mascherine (dove si trovano sono spesso vendute a prezzi superiori al solito), sia perché la Regione ha detto che si possono anche usare sciarpe e foulard. In Toscana sarà introdotto un obbligo simile, mentre in Veneto e Friuli Venezia Giulia riguarda l’accesso ai supermercati. Come avevamo spiegato qui, le mascherine possono essere utili in particolari circostanze, ma solo se indossate e rimosse nel modo giusto, e sostituite di frequente.

Un nuovo video di Zerocalcare sulla quarantena ?

Tamponi
È incredibile per quanto a lungo se ne possa parlare, dei tamponi e dei test per rilevare eventuali positivi al coronavirus. Dietro a un numero relativamente basso di test eseguiti in alcune Regioni, come in Lombardia, ci sono stati problemi burocratici, scelte politiche e difficoltà nei singoli laboratori investiti da una mole enorme di lavoro. Il Post ha parlato con i responsabili di sette laboratori che stanno analizzando i tamponi in Lombardia e con uno in Piemonte, che hanno descritto difficoltà e sovraccarichi simili nel lavoro quotidiano in questa situazione di grande emergenza.

Quattro cose dal mondo
1. In Brasile ci sono molti più morti di quanto dicano i numeri ufficiali.
2. Sabato la Spagna ha superato l’Italia per numero di casi di COVID-19 rilevati.
3. La consulente capo del governo scozzese sulla Sanità ha dato linee guida sull’isolamento sociale e le restrizioni ai movimenti, poi se n’è andata nella sua casa di villeggiatura (dopo si è scusata).
4. Domenica sera il primo ministro britannico Boris Johnson è stato trasportato in ospedale dopo dieci giorni di sintomi da COVID-19, a scopo precauzionale.

Aggiornamenti dal resto del mondo ?

Una storia
Olivia e Raul De Freitas sono sudafricani, hanno 27 e 28 anni, fanno l’insegnante e il macellaio e da qualche settimana sono sposati. Dopo le nozze, in Sudafrica, sono partiti per il viaggio di nozze in un resort di lusso alle Maldive. Per via delle restrizioni dovute al contagio da coronavirus hanno dovuto restarci più del previsto e ancora adesso sono bloccati alle Maldive. In attesa di potersene tornare in Sudafrica, sono confinati in un altro resort di lusso, ma non è propriamente una pacchia.

Voci di persone ?

È iniziata una nuova settimana di isolamento a casa, e confidiamo che il vostro weekend sia trascorso bene, magari anche grazie ad alcuni dei consigli che vi avevamo dato (valgono ancora, naturalmente). Ne approfittiamo per salutare voi neo-iscritti – siete tantissimi, come dicono quelli ai concerti – e ringraziare per le cose belle che ci scrivete e chi ha deciso di diventare ancora più complice del Post, abbonandosi. Siamo in questa cosa insieme.

We will meet again. Domani, per esempio. Ciao!

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