Sul Coronavirus, dal Post

A oggi sono stati segnalati 3.089 casi positivi in Italia.
Sono le 18 e 35.Ogni giorno intorno alle sei del pomeriggio il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, tiene una breve conferenza stampa a Roma per comunicare le ultime novità sull’epidemia da coronavirus in Italia. Si siede dietro a una selva di microfoni (che in verità si è piuttosto sfoltita negli ultimi giorni) e inizia quasi sempre con quella che chiama “la buona notizia”: il numero delle persone dichiarate guarite dalla COVID-19, la malattia causata dal virus e che comporta nei casi più seri polmoniti gravi, che insieme ad altri sintomi possono rivelarsi letali.
Ma cosa vuol dire “guarire” in casi come questo?

Salvo non abbiate un sistema immunitario come quello di Superman (kryptonite e magia a parte), dovreste avere un’idea di come funziona con le malattie e i virus. Si viene contagiati, arrivano i primi sintomi, ci si ammala, i sintomi pian piano si attenuano, si guarisce. Nel mezzo, il sistema immunitario ha fatto il suo dovere, imparando a contrastare il virus, a sbarazzarsene e a sviluppare una memoria dell’attacco, in modo da non cascarci un’altra volta: ci ha fatti diventare immuni (stiamo semplificando molto, naturalmente; in alcune circostanze non rimane una memoria permanente dell’ospite indesiderato nel sistema immunitario).

Con la COVID-19 sappiamo che succede qualcosa di analogo, ma ci sono ancora informazioni limitate sia dal punto di vista scientifico sia da quello clinico. Per questo motivo, a fine febbraio il Gruppo di lavoro permanente del Consiglio Superiore di Sanità ha diffuso un documento per definire i criteri secondo cui una persona può essere dichiarata guarita dal coronavirus.

Le distinzioni principali sono due: clinicamente guarito e guarito.
Un paziente è clinicamente guarito da COVID-19 quando non ha più sintomi delle malattia, come: febbre, mal di gola, difficoltà respiratorie e polmonite con insufficienza respiratoria (nei casi più gravi). La definizione non esclude che si possa risultare ancora positivi al test per rilevare la presenza del coronavirus, se effettuato qualche giorno dopo la guarigione.
Un paziente è guarito quando non ha più i sintomi della COVID-19 e risulta negativo a due test consecutivi, eseguiti a distanza di 24 ore uno dall’altro; è inoltre consigliato ripetere ulteriormente il test almeno dopo una settimana per i pazienti che risultano ancora positivi, anche se non mostrano più i sintomi.

Borrelli fornisce regolarmente il numero delle persone guarite, tra quelle che erano risultate positive al coronavirus, ma secondo diversi osservatori il dato non ha particolare rilevanza dal punto di vista epidemiologico. La gran parte delle persone che si ammalano di COVID-19 guarisce, quindi è scontato che via via aumenti il loro numero a fronte di quello dei contagiati rilevati con i test. Quella di Borrelli è una scelta per lo più comunicativa, per indurre meno ansie nell’opinione pubblica su un tema così sentito e delicato.

Il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli (ANSA)

In Italia, intanto
A proposito di Borrelli e delle sue conferenze stampa, in quella di oggi il capo della Protezione Civile ha comunicato che i positivi al coronavirus dall’inizio dell’epidemia rilevati con i test sono 3.089, e che le persone risultate positive e decedute sono in totale 107 (28 in più di ieri). Le persone attualmente positive risultano essere 2.706, quindi oltre 440 in più di ieri. Il maggior numero di casi rilevati è concentrato in Lombardia, seguono poi Emilia-Romagna e Veneto.

Scuole e università
Per buona parte della giornata sono circolate notizie non confermate, e date con qualche leggerezza, sulla possibile chiusura delle scuole e università in tutta Italia per una decina di giorni, decisa dal governo. Dopo ore di incertezza, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha infine annunciato in una conferenza stampa la “chiusura prudenziale” delle scuole e delle università fino al 15 marzo. Conte ha anche spiegato che l’equivoco sui giornali è stato causato da comunicazioni “improvvide”, dall’interno del governo, prima di una decisione definitiva.

Nuove regole
Da ieri sera si parla inoltre delle raccomandazioni del “comitato scientifico” voluto dal presidente del Consiglio, che dovrebbero portare a nuove indicazioni da fornire alla popolazione per ridurre i rischi del contagio. La gestione di questo tema è apparsa alquanto tortuosa, con il coinvolgimento del ministero della Salute, e dovrebbe portare a qualche iniziativa nelle prossime ore.
Ci sono state anticipazioni dei giornali già da ieri sera, alcune successivamente corrette, ma nessun tipo di commento ufficiale sulla loro fondatezza o eventuale adozione. Vorremmo essere più precisi, ma la comunicazione da parte delle istituzioni non sta funzionando molto, in un momento in cui sarebbe essenziale avere notizie chiare e ufficiali.

Contagi tra assessori
La regione Emilia-Romagna ha comunicato che due assessori regionali sono risultati positivi al coronavirus, sono l’assessore alla Sanità Raffaele Donini e quella alla Montagna Barbara Lori. La positività di Lori era stata accertata martedì sera: in seguito anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il sottosegretario alla presidenza Davide Baruffi e Donini si erano sottoposti al test per precauzione. Bonaccini e Baruffi sono risultati negativi, mentre Donini, che nei giorni scorsi era stato più in contatto con Lori, è risultato positivo. Entrambi gli assessori sono in isolamento nelle loro abitazioni e non hanno particolari sintomi.

Eventi
Il settore degli eventi in Italia, come nel resto del mondo, è tra i più interessati dall’attuale emergenza sanitaria: organizzare saloni, mostre e fiere in cui si ritrovano decine di migliaia di persone a stretto contatto è sempre meno immaginabile, nell’ottica di ridurre il rischio di nuovi contagi.
La fiera vinicola Vinitaly, che si doveva tenere a Verona tra il 19 e il 22 aprile, è stata rinviata al 14 – 17 giugno.
La London Book Fair, importante fiera del libro annuale a Londra, è stata cancellata.
Google I/O, il più importante evento organizzato ogni anno da Google a Mountain View (California) è stato annullato, per le preoccupazioni che il contagio da coronavirus inizia a suscitare anche negli Stati Uniti. Facebook aveva deciso altrettanto per il suo evento F8 alcuni giorni fa, ed è prevedibile che nelle prossime settimane sia cancellata buona parte degli eventi principali delle più grandi aziende tecnologiche del pianeta.
Anche gli eventi sportivi ne risentono, soprattutto quelli calcistici: ieri sera è stata rinviata la semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Milan; oggi è stata rinviata a data da destinarsi anche la semifinale tra Napoli e Inter.

Nel mondo
I casi da coronavirus rilevati nel mondo sono ormai più di 94mila, con oltre 3.200 morti tra le persone risultate positive. Il paese con il maggior numero di contagi continua a essere la Cina, oltre 80mila, seguito dalla Corea del Sud con 5.621 casi e dall’Iran con 2.922.
Nelle ultime 24 ore sono stati rilevati i primi casi in Argentina e Cile, aggiungendo quindi in maniera più consistente l’America del Sud all’elenco dei paesi con contagi; in Europa si è aggiunta la Polonia.
In India per ora sono stati rilevati solamente 28 casi, che comprendono 16 turisti italiani, parte di una comitiva proveniente dal lodigiano, l’area della Lombardia più interessata dai contagi. Erano partiti il 20 febbraio scorso, prima della scoperta dei primi casi.

Negli Stati Uniti i casi rilevati sono 132 e le morti di persone risultate positive al coronavirus sono 9. Il governo di Donald Trump continua a fare errori e a dare informazioni contraddittorie sull’epidemia. Alex Azar, ministro della Salute negli Stati Uniti, ha detto che in tre giorni gli scienziati sono riusciti a produrre un vaccino contro il coronavirus. È dovuto intervenire Anthony Fauci, immunologo a capo dell’Istituto nazionale sulle malattie infettive e le allergie, per chiarire che siamo ancora molto distanti da un vaccino, e che ora si devono fare soprattutto prevenzione e contenimento dei contagi. In precedenza Trump aveva chiesto se non si potesse utilizzare il vaccino contro l’influenza anche per il coronavirus: naturalmente no.

A Parigi, se siete nei paraggi, ha riaperto il Louvre.

Noi invece per oggi chiudiamo qua, ci sentiamo domani. A bientôt!

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