Sul Coronavirus, dal Post

A oggi sono stati segnalati 236.142 casi positivi in Italia.
Sono le 18 e 13.
Il 7 giugno in tutto il mondo sono stati rilevati 136.405 nuovi casi positivi al coronavirus, l’incremento più alto mai registrato dall’inizio della pandemia.

L’8 giugno ne sono stati rilevati 131.296, il secondo aumento più alto da quando vengono rilevati i casi di contagio in buona parte del mondo.

I dati sono dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), come sappiamo vanno presi con qualche cautela (sono parziali e non includono davvero tutti i contagiati, perché è impossibile censirli tutti), ma danno comunque l’idea di come stia procedendo la pandemia: meglio in Europa e in parte degli Stati Uniti, meno bene e con accelerazioni preoccupanti in America Latina, in India e in Iran, solo per citare alcune aree del mondo. Tre quarti dei contagi rilevati il 7 giugno, infatti, si sono concentrati in soli dieci paesi.

In India, dopo che il governo aveva tolto diverse restrizioni, il numero giornaliero dei nuovi casi è tornato ad aumentare rapidamente. Nelle ultime settimane sono stati individuati nuovi focolai nel nord del paese, avviati probabilmente da chi si sposta per lavoro dalle zone rurali alle grandi città. A Mumbai gli ospedali pubblici sono ben oltre la loro capacità massima e molti medici ed epidemiologi pensano che le riaperture siano state troppo affrettate. Il governo indiano, così come quelli di molti altri paesi del mondo, ha deciso però di allentare il lockdown il prima possibile per cercare di far fronte alla profonda crisi economica provocata dalle chiusure forzate.

In America Latina diversi paesi sono in difficoltà. È il caso del Brasile, dove il presidente Jair Bolsonaro ha minimizzato per molto tempo l’epidemia trattandola come una semplice influenza, e del Messico, dove il presidente Andrés Manuel López Obrador ha faticato a trovare una strategia per frenare l’aumento rapido del contagio: qui le autorità hanno dovuto trovare un equilibrio tra l’esigenza di imporre restrizioni e la necessità di rispondere ai bisogni economici di un paese in cui metà della popolazione vive alla giornata e si mantiene con lavori informali, senza alcuna rete di sicurezza.

In Sudafrica, il giorno con il numero più alto di nuovi casi accertati è stato il 5 giugno (3.267), ma in generale gli incrementi sono stati piuttosto alti per tutta l’ultima settimana. Anche qui, comunque, il governo ha deciso di togliere progressivamente le restrizioni imposte in precedenza e permettere a molte persone di tornare al lavoro. 

Gli andamenti degli ultimi giorni hanno spinto molti analisti a chiedersi se sia questo il momento peggiore della pandemia, e se sia fuori dalla nostra percezione avendo noi superato la fase più grave dell’emergenza sanitaria.
People walk through a downtown shopping district in Sao Paulo, Brazil, Wednesday, June 10, 2020. Retail shops reopened on Wednesday in Brazil’s biggest city after a two-month coronavirus pandemic shutdown that aimed to contain the spread of the new coronavirus. (AP Photo/Andre Penner)

In Italia, oggi
La Protezione Civile ha comunicato che dall’inizio dell’epidemia in Italia sono stati rilevati 236.142 casi positivi al coronavirus, 379 in più rispetto a ieri, quando ne erano stati segnalati 202 in più rispetto al giorno precedente. La Lombardia continua a essere la regione con l’incremento più consistente (252), seguita da Piemonte (42) ed Emilia-Romagna (25).

I morti totali sono 34.167, quindi 53 in più rispetto a ieri. Nei reparti di terapia intensiva sono ricoverate 236 persone con COVID-19.

Lombardia
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha detto che saranno necessari “due o tre anni” per consentire alla città di riprendersi dall’epidemia: “Ne usciremo con il 10 per cento di disoccupazione, ancora più persone che non avranno un reddito, e prima avevamo il 6 per cento”. 

Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, se l’è invece presa con l’amministrazione della Regione Lombardia, segnalando che diventa sempre più difficile ottenere dati affidabili sulla diffusione dell’epidemia, con informazioni carenti sulla suddivisione provinciale dei decessi: “Leggo che in Lombardia ieri ci sono stati 32 decessi per COVID-19. Non si sa però dove, in quale provincia, perché la Regione non comunica più i dati divisi. Da quando abbiamo segnalato che i decessi reali erano molti di più di quelli “ufficiali”, hanno secretato i dati per provincia”.

Arcivescovo
Carlo Maria Viganò, arcivescovo ed ex ambasciatore del Vaticano negli Stati Uniti, è considerato dentro le gerarchie della Chiesa un avversario di Papa Francesco e un alleato dei gruppi conservatori ostili alle aperture del Papa. Ha scritto una lettera aperta al presidente statunitense, Donald Trump, sostenendo tra le altre cose che: «Le indagini già in corso sveleranno le vere responsabilità di chi ha gestito l’emergenza Covid non solo in ambito sanitario, ma anche politico, economico e mediatico. Scopriremo probabilmente che anche in questa colossale operazione di ingegneria sociale vi sono persone che hanno deciso le sorti dell’umanità, arrogandosi il diritto di agire contro la volontà dei cittadini e dei loro rappresentanti nei governi delle Nazioni». La lettera sta facendo molto discutere, anche per gli altri contenuti sulle proteste contro il razzismo negli Stati Uniti degli ultimi giorni.

Le idee di Colao e quelle del Presidente ✍️

Stati Uniti
Negli Stati Uniti i casi rilevati hanno superato i 2 milioni e quelli giornalieri continuano a mantenersi sensibilmente alti. Nonostante questo tutti gli stati hanno attenuato le misure restrittive, con lo stato di New York, l’epicentro dell’epidemia negli Stati Uniti, che da lunedì è uscito dalla fase del lockdown e ha avviato le riaperture delle attività. I dati mostrano come dopo il weekend del 25 maggio i casi quotidiani siano aumentati in Texas, nell’Arkansas, nel Mississippi, nello Utah e in Arizona. In particolare, in questi stati sono aumentati i malati di COVID-19 che devono essere ricoverati.
epa08477438 An Afghan female worker produces protective face masks at a factory in Kabul, Afghanistan, 10 June 2020, amid the ongoing coronavirus COVID-19 pandemic. Countries around the world are taking measures to stem the widespread of the SARS-CoV-2 coronavirus which causes the COVID-19 disease. EPA/HEDAYATULLAH AMID

Coppa Italia
Superata la fase di maggiori restrizioni per ridurre la diffusione dell’epidemia, il calcio professionistico italiano riprenderà con le ultime tre partite di Coppa Italia in programma tra venerdì 12 e mercoledì 17 giugno. Venerdì sera Juventus e Milan si ritroveranno a Torino dopo il pareggio per 1-1 nell’andata giocata lo scorso 13 febbraio a San Siro. Il giorno seguente il Napoli potrà difendere in casa la vittoria per 1-0 ottenuta contro l’Inter a Milano il 12 febbraio. La finale si giocherà il mercoledì successivo allo Stadio Olimpico di Roma.

MotoGP
Il Motomondiale 2020 inizierà il 19 luglio dal circuito di Jerez de la Frontera, dove in due settimane si disputeranno il Gran Premio di Spagna e il Gran Premio di Andalusia. Il terzo Gran Premio della stagione si terrà il 9 agosto a Brno, in Repubblica Ceca. Il nuovo calendario delle tre classi del Motomondiale prevede inizialmente tredici gare: sette in Spagna, una in Repubblica Ceca, due in Austria, due in Italia e una in Francia. Alle prime tredici gare se ne potrebbero aggiungere quattro fra Asia e America, da confermare eventualmente entro il 31 luglio.

Zara
Inditex, la multinazionale spagnola proprietaria di Zara, chiuderà circa 1.200 negozi in tutto il mondo (il 16 per cento del totale) per concentrarsi sulle vendite online. La decisione è stata assunta a causa delle enormi perdite economiche subite durante la pandemia da coronavirus, stimate in oltre 400 milioni di euro, ma anche a causa di un aumento delle vendite online, che nel primo trimestre dell’anno sono aumentate del 50 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Le chiusure riguarderanno soprattutto i negozi più piccoli.

Cinque regole
Il New York Times ha parlato con esperti e scienziati e ha messo insieme cinque regole fondamentali per vivere in quella che in Italia abbiamo chiamato “Fase 2”: in modo da non abbassare la guardia, riprendendo però contemporaneamente buona parte delle normali abitudini, comprese quelle che implicano tornare a frequentare parenti e amici:
1. controllare come procede l’epidemia nell’area in cui si vive;
2. limitare la quantità di contatti stretti;
3. imparare a gestire l’esposizione al rischio di contagio;
4. ridurre la durata delle attività a rischio;
5. non trascurare le precauzioni.
Come avrete intuito l’elemento comune è “non prendersi rischi inutili”, ma trovate tutto spiegato meglio e nel dettaglio qui.

Noi ci sentiamo domani, unica regola. Ciao!

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