Terra & verde – La formazione di un nuovo stile di consumo

Il Progetto Terra Verde – dice Maurizio Pollini, Presidente ASIPS Caserta – propone un modello di “filiera corta” innovativo in quanto basato su un protocollo di intesa tra associazioni di produttori e consumatori e su un’attività di “mediazione” nella creazione del prezzo che modifica le regole della vendita a soci.

Tale innovazione avrà maggiori possibilità di riuscita quanto più verranno tenute ferme le due condizioni principali che consistono nell’abbattimento dei prezzi, senza diminuzione della qualità, e nel facile e fruibile servizio di rete da parte dei soci.

Gli strumenti per rendere immediatamente operativo il progetto e concretizzarne l’efficacia sono:

  • Il tesseramento con fidelizzazione del socio consumatore il quale, oltre ai vantaggi inerenti all’acquisto a costo riservato, potrà fruire dell’assistenza consumeristica del Movimento Consumatori e partecipare a tutte le iniziative formative ed informative che saranno messe in campo;
  • Il potenziamento della visibilità attraverso le fasi pubbliche e le iniziative sul territorio.

A sua volta Luigi Di Gaetano, Presidente ATS Terra Verde, precisa: “Mettere per la prima volta insieme due associazioni come C.I.A. e M.C., talvolta considerate concorrenti o contrapposte, è stato il primo grande obiettivo raggiunto dal progetto Terra Verde. Ma non ci siamo limitati a questo, abbiamo caparbiamente ricercato i punti di reale e concreto contatto tra le finalità delle associazioni e abbiamo scoperto un patrimonio di conoscenze e di rendite culturali che hanno creato le sinergie e le strategie comuni poi diventate la base del progetto Terra Verde.

La necessità di un diverso modo di concepire il consumo, rendendolo consapevole, con la coscienza degli sprechi inutili e a volte dannosi, unita alla necessità di una valorizzazione dei prodotti locali con la correlata appendice della qualità territoriale, hanno creato un cocktail di iniziative confluite poi nel definitivo progetto Terra Verde.

Lo scopo finale è semplice ma allo stesso tempo ambizioso: avvicinare il consumatore alla qualità senza dover apportare un costoso surplus e dare al produttore il giusto riconoscimento al proprio lavoro rendendo visibili le incoerenze  e le rendite nocive della filiera lunga della distribuzione.

Ma che cos’è una filiera corta? Essa si basa sulla creazione di una sinergia tra produttore e consumatore al fine di fare aumentare il consumo di alimenti certificati che siano presenti sul mercato con livelli di prezzo il meno distante possibile dal costo dei prodotti.

Da tale presupposto scaturiscono gli obiettivi specifici seguenti:

  1. fornire ai produttori e ai consumatori un supporto per accorciare la filiera d’acquisto, riducendone i passaggi intermedi con conseguente riduzione del prezzo finale;
  2. garantire al consumatore una migliore conoscenza delle qualità intrinseche del prodotto di chi lo produce;
  3. offrire al produttore locale nuove opportunità di vendita diretta di prodotti locli;
  4. garantire al produttore una remunerazione più equa;
  5. privilegiare il consumo e l’acquisto dei prodotti locali (questo crea valore aggiunto sul territorio oltre ad incentivare la biodiversità delle produzioni);
  6. sviluppare attività che facilitino nuove forme di rapporti commerciali basate, ad esempio, sul commercio elettronico;
  7. avvicinare il consumatore in modo consapevole ai prodotti della sua area geografica, creando un rapporto più stretto dei produttori con gli utilizzatori più attenti e sensibili e consentendo, contemporaneamente, una migliore conoscenza dei prodotti e di chi li produce anche attrverso corsi di formazione sulla qualità dei prodotti agricoli vicinali.

La filiera corta crea tra i produttori e i consumatori un rapporto diretto, una concreta opportunità per il consumatore di risparmiare sugli acquisti di prodotti si qualità e per il produttore di utilizzare nuovi canali di vendita con un minor impatto ambientale grazie al sistema di produzione, alla riduzione dei  trasporti e degli imballaggi: Si favoriscono, infine, i prodotti locali privilegiando la loro stagionalità.

Alcune tipologie di filiera corta sono: vendita diretta – mercatini – cooperative di consumo – gruppi d’acquisto – prodotti on line.

Questi sono anche gli obiettivi della “Fattoria didattica Integra”, gestita dall’associazione “ATS Terra Verde”. Il complesso, situato in località “Abate”,  riqualificato con i fondi della Fondazione con il Sud, rappresentata dal direttore generale Marco Imperiale, che sorge su terreni agricoli confiscati a Paolo Saverio e a Francesco “Cicciariello” Schiavone, entrambi cugini del più noto Francesco “Sandokan”.

“Solo la confisca non basta. I beni sottratti alla camorra devono diventare fonte di ricchezza per il territorio” ha precisato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, ospite qualche giorno a Santa Maria La Fossa, all’inaugurazione della “Fattoria didattica Integra” gestita dall’associazione  “ATS Terra Verde”.

«Ricordo – ha precisato Cantone – l’esordio del consorzio nel recupero di un bene, l’Università della legalità a Casal di Principe, che si trovava in una vera e propria enclave mafiosa. In quegli anni, si avvertiva un’aria asfittica, non certo come quella di festa che si respira oggi. Quello fu il primo segnale di una nuova mentalità che si stava affermando, di cui Agrorinasce è stata ispiratrice e interprete. I cittadini vogliono vedere i risultati: un edificio confiscato e abbandonato – ha concluso il magistrato – presta un pessimo servizio al clima di fiducia e di legalità».

La cerimonia è stata organizzata, oltre dal consorzio presieduto da Immacolata Fedele, dal sindaco della città, Antonio Papa, che ha proceduto al taglio nastro. «Restituiamo alla comunità – ha dichiarato Papa – uno dei simboli del potere criminale a Santa Maria La Fossa.

La finalità del progetto Terra Verde è quella di attivare un dispositivo territoriale finalizzato a promuovere risposte concrete ai bisogni di natura economica delle famiglie, dei consumatori e dei piccoli produttori ed al contempo a dar luogo ad un’iniziativa culturale e sociale di promozione di nuovi atteggiamenti e comportamenti sostenibili. Accanto alle risposte economiche il progetto Terra Verde vuole promuovere anche un’utilità socio culturale nelle proprie finalità “istituzionali”.

A cura di Matilde Maisto

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