Terroristi Parigi, la marcia repubblicana: oltre un milione di persone in piazza

Presenti capi di Stato e di governo europei e internazionali. Massima sicurezza, con oltre 5mila agenti e 1350 militari schierati. Polemica per l'assenza della leader del Front National, Marine Le Pen: il suo partito non è stato invitato

Da Renzi a Poroshenko, da Lavrov a Cameron, passando per il presidente palestinese Abu Mazen e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Senza dimenticare gli altri maggiori capi di Stato e di governo europei e internazionali. Tutti in testa al corteo seguiti da oltre un milione di persone accorse a Parigi per partecipare alla marcia repubblicana, che si snoda da Place de la Republique a Place de la Nation (un percorso di circa tre chilometri). La risposta del mondo alle stragi dei fratelli Cherif e Said Kouachi e di Amedy Coulibaly che hanno insanguinato la Francia. E il presidente Hollande, al termine del corteo dei capi di Stato, si avvicina ai redattori sopravvissuti al massacro di Charlie Hebdo e ai parenti delle vittime.

Imponenti le misure di sicurezza: oltre 5mila agenti e 1350 militari per le strade della capitale. L’allerta per sventare possibili attacchi è massima, ma il premier transalpino Manuel Valls rassicura: “Venite numerosi, sarete protetti”. “Oggi Parigi è la capitale del mondo”, ha detto il presidente Francois Hollande ai suoi ministri riuniti all’Eliseo. Mentre il titolare degli Interni, Bernard Cazeneuve, ha annunciato che vi sarà un rafforzamento delle frontiere esterne dell’Ue.

Non mancano però le polemiche. Se Angela Merkel, Mariano Rajoy, Romano Prodi e molti altri esponenti della politica internazionale sono arrivati nella capitale per manifestare la loro vicinanza al Paese e alle famiglie delle vittime, i grandi assenti sono i rappresentanti del Front National, guidato da Marine Le Pen, che rappresenta circa il 25% dei francesi e che non sono stati invitati. A spiegarne i motivi è stato Francois Lamy, incaricato dal partito socialista di organizzare la marcia, che a Le Monde ha dichiarato: il Fn fa parte “delle organizzazioni che dividono il paese, stigmatizzano i nostri concittadini musulmani e giocano con la paura”. Ma Le Pen parteciperà comunque alla giornata, anche se lontana dalla capitale. “Marceremo a fianco del popolo francese, con il popolo francese, unico e indivisibile, in tutti i luoghi, meno che al corteo parigino”, ha spiegato la leader del partito nazionalista che ha deciso di recarsi a una marcia parallela a Beaucaire, nel sud della Francia. Le Pen ha definito la manifestazione di Parigi “settaria” e “sequestrata dai partiti”, mentre sabato l’ex leader del movimento, Jean-Marie Le Pen, aveva sollevato nuove polemiche rilasciando un’intervista dove dichiarava: “Je ne suis pas Charlie”, “io non sono Charlie”.

Intanto, i tre giorni di terrore vissuti in Francia hanno portato alla luce le falle nei sistemi di sicurezza dei paesi europei di fronte ai “lupi solitari”, pronti a seminare il panico nelle metropoli occidentali. Per questo i ministri dell’Interno europei, che si sono riuniti in concoimitanza con la manifestazione, stanno avanzando proposte per prevenire attacchi simili in futuro. Per il ministro francese Cazeneuve il passo principale da compiere è quello di “condividere le informazioni su combattenti stranieri ma anche sulle reti e le filiere terroristiche organizzate”. Lo scambio di informazioni, ha aggiunto, “deve applicarsi anche agli spostamenti” e alle transazioni finanziarie di cui “beneficiano i combattenti”. Cazeneuve ha quindi fatto appello a una maggiore collaborazione anche con Europol e Interpol. Ma l’attenzione è massima anche sulle “cellule dormienti“, ha confermato il titolare del Viminale, Angelino Alfano: “Abbiamo in atto monitoraggio di aree e soggetti a rischio, ma non possiamo dirle cancellate. La nostra allerta è massima”. Perché, sottolinea il ministro, “non esiste in questo momento un paese a rischio zero”. E proprio per questo “in queste ore – ha aggiunto Alfano – stanno riunendosi in tutta Italia comitati presieduti dai Prefetti per valutare gli obbiettivi sensibili e verificare se ci sono nuove modalità per proteggerli”.

Azioni politiche e di intelligence, dunque, ma anche orgoglio nazionale e risposta popolare contro l’attentato alla rivista satirica Charlie Hebdo e il doppio attacco alla poliziotta di Montrouge, rimasta uccisa in uno scontro a fuoco, e al negozio kosher in cui sono morte quattro persone. I responsabili degli attentati al giornale parigino, i fratelli franco-algerini Said e Cherif Kouachi, sono stati uccisi dalle teste di cuoio francesi, durante un blitz nella stamperia di Dammartin in cui si erano barricati. La stessa sorte è toccata anche ad Amedy Coulibaly, uno degli assassini della poliziotta e dei dipendenti del market. Proprio oggi è stata pubblicata postuma su Twitter la rivendicazione degli agguati compiuti dal killer che sostiene di essere legato all’Isis. A postare il video, ritenuto autentico dalla polizia francese, sono stati i miliziani di Abu bakr al-Baghdadi. Mentre rimane ancora un mistero la possibile presenza di un complice del terrorista di origine maliana. La sua compagna, Hayat Boumedienne, aveva acquistato un volo da Madrid a Istanbul per il 2 gennaio (con ritorno il 9, volo sul quale però non si è mai imbarcata) e l’8 gennaio la donna avrebbe passato il confine tra la Turchia e la Siria. Verrebbe a cadere l’ipotesi di un suo coinvolgimento diretto negli attentati.

 

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