Una pagina di Storia – L’8 settembre 1943 fu pronunciato l’Armistizio

Al Nord iniziò la Resistenza, al Sud ci fu la proclamazione del Regno del Sud con capitale a Brindisi

«Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane». Fu questo l’annuncio, pronunciato alla radio dal capo di governo Pietro Badoglio, dell’armistizio di Cassibile.

Era l’8 settembre 1943. Una data che, oltre all’uscita ufficiale del Regno d’Italia dalla seconda guerra mondiale, significò ben di più per la nazione e che ancora oggi divide la Penisola, se non più nel territorio, di certo idealmente. Rappresentò, al Nord, l’inizio della guerra civile – e della Resistenza -, che vide combattere italiani contro italiani, fascisti contro partigiani, e la nascita, avvenuta il 23 settembre, della Repubblica di Salò. Comportò, al Sud, lo spostamento della capitale, con corte reale al seguito, da Roma a Brindisi e la proclamazione del Regno del Sud. Per tutti gli italiani, dal Nord al Sud del Paese, fu l’inizio della guerra di liberazione.

 

10#8settembre Deposizione corona d’alloro agli 87.000 militari caduti durante la guerra di Liberazione

 

Oggi, l’8 settembre rappresenta ancora le divisioni dell’Italia. Alcuni ricordano l’anniversario come giorno di libertà e riscossa contro il nazismo. Altri come una vergogna: «Quello che ci disonorò fu il nostro passaggio nel campo nemico alle spalle dell’alleato, e quello che ci ridicolizzò fu la nostra pretesa, alla fine della guerra, di sedere al tavolo dei vincitori», scriveva Indro Montanelli nel 2000.

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Intanto qui a Cancello ed Arnone il 9 settembre si è soliti organizzare l’annuale celebrazione di commemorazione dei caduti del 9 settembre 1943. Alla presenza di autorità civili, politiche e religiose il Sindaco ricorda gli eventi luttuosi che avvennero in quella fatidica mattinata del 9 settembre 1943.

Nel corso dell’ultima manifestazione egli ha detto: Siamo riuniti in questa giornata della memoria per glorificare i nostri martiri di una guerra ingiusta. I bambini, le donne, gli uomini che impreziosirono, il 9 settembre 1943, con la loro fede operosa la città di Cancello ed Arnone. Dalla rassegna di testimonianze ho avuto la percezione degli accadimenti di quel giorno – Egli ha continuato – Il piccolo centro rannodato attorno alla sua chiesa era in quella mattina in un clima di festa!!! Aleggiava un unico desiderio tra i nostri concittadini, condividere in preghiera un ringraziamento per la fine di una guerra tormentata e sanguinaria che tanto terrore aveva seminato. La comunità si raccolse verso le ore 10,30 nella Chiesa dedicata a Maria SS. delle Grazie, offrendo se stessa in olocausto, quasi ad espiazione di una resistenza passiva. Il ringraziamento fu funestato, da lì a poco, da un bombardamento anglo-americano, intervenuto in risposta di un attacco proferito da una contraerei tedesca. Le testimonianze raccontano di un tonfo assordante, una nuvola di fumo, e poi… Poi morte. Lo scenario desolante traspare in ogni ricordo, cumuli di macerie, distruzione di intere famiglie, di secolari sacrifici, di testimonianze dirette, di passati gloriosi e di memorie di vite vissute. Presumo, egli ha continuato, che quei caduti immolati sull’altare sacrificale della comunità abbiano inciso con il loro sacrificio nelle coscienze di quanti si sono adoperati per la ricostruzione, stimolandone attivismo, solidarietà e laboriosità. Ancora oggi c’è chi piange i suoi affetti, l’amico tenuto per mano, la madre, il fratello complici nell’avvento alla salvezza, la lunga corsa verso la vita, spezzata, privata dall’amore domestico, aperta ad un futuro difficile di sofferenze, di paure e di ricordi indelebili. L’armistizio dell’8 settembre fu accolto con gli onori della festa della libertà, tuttavia lungi dall’essere la soluzione dei mali patiti, fino ad allora, per una guerra pretestuosa ed ingiusta, segnò l’inizio di efferatezze naziste nei confronti di una popolazione inerme accusata di tradimento. Io, figlio di una generazione che non ha conosciuto la guerra, non ha vissuto le ansie, le speranze, i tormenti, il rumore assordante delle bombe, raccolgo con onore il monito dei miei nonni e mi spingo affinchè il ricordo degli eventi bellici, sublimato dalla esperienza di questo popolo, costituisca vigile garanzia della dignità della persona umana. Mai più odio! Sì al progresso, alla giustizia, alla pace!

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