Vai al mercato e trovi cultura

I mercati cittadini sono ormai diventata luoghi pittoreschi, dove riscoprire il gusto della tradizione in un’atmosfera dove il tempo sembra si sia fermato. Sembra si stia finalmente riconoscendo il valore di questi spazi, come dimostrano i molteplici progetti volti a riscoprirli e valorizzarli.

– di Agostina Di Martino –

Gli storici mercati rionali di Roma aprono al pubblico serale con una mostra dedicata alla fantascienza e curata da Marco Pannella.
Al romano e al turista più curioso non sfuggirà, una volta immersi nel profumi dell’orto e nelle geometrie colorate dei feticci della cultura popolare anni ’50 e ’70, il racconto parallelo del mito, del progresso visto dall’Italia, del boom economico e della vita brulicante dei quartieri popolari romani con i suoi primi mercati.

Eppure il gusto fanta-retrò di questa prima mostra non deve trarre in inganno. Ciò che va in scena agli storici mercati rionali di Roma non è e non sarà banalmente la possibilità di comprare una mela e perdersi in un’illustrazione avveniristica di un racconto di Bradbury – un’autentica novità in ogni caso. Ciò che va in scena ai mercati rionali di Roma è la costruzione di una nuova ideologia di pubblico e di relazione dei suoi molteplici centri con il territorio. Passeggiando fra le bancarelle, si farà esperienza dei nuovi miti post-moderni del mondo occidentale: la sostenibilità.

La mostra è un tassello del più ampio Progetto di Valorizzazione dei Mercati Rionali Storici di Roma fortemente voluto da U.P.V.A.D. e Co.Ri.De – associazione e consorzio di servizi degli operatori romani – e in collaborazione con Roma Capitale – Municipio Roma Centro e Municipio Secondo, CAR-Centro Agroalimentare Romano e Arsial-Regione Lazio.

Si fa avanti un nuovo, prosaico, concetto di beni culturali – i mercati rionali operano da più di sessant’anni e sono “esempi di pregio architettonico”, dichiara Franco Gioacchini, presidente dell’U.P.V.A.D. e del Co.Ri.De – che abbraccia anche luoghi tradizionalmente esclusi dal novero della conservazione e che pertanto punta alla loro rivalutazione culturale. Specularmente, i luoghi prima deputati allo spettacolo e all’arte, i centri nevralgici della città moderna e laica più vicini al territorio, i cinema, perdono terreno diventando oggetto di speculazioni commerciali da un lato o nuove frontiere da guerriglia urbana dall’altro nel tentativo di rinnovare un patto con il proprio quartiere d’appartenenza.

Il cambiamento di paradigma viene da lontano.
Il progetto di Roma Capitale non è un infatti un unicum e se un’altra cittadina come Taranto sperimenta una timida apertura serale estiva con alcuni concerti, il Comune di Venezia si fa invece promotore del progetto europeo Central Markets, finanziato con fondi diretti dal programma europeo Central Europe e che raggiungerà la sua ultima tappa nel dicembre 2014.
Il comune veneziano è impegnato anche nell’iniziativa Love your Local Markets, lanciata nel 2012 nel Regno Unito dall’Associazione Nazionale Britannica delle Autorità Mercatali (Nabma), che dal 2014 vede l’adesione anche di altri partner europei: il network internazionale “World Union of Wholesale Markets” (Organizzazione Mondiale dei Mercati all’ingrosso), l’organizzazione francese degli operatori mercatali “Groupe Geraud”, l’impresa pubblica spagnola per i mercati “Mercasa”, le città partner del progetti europei sui mercati UrbACT Markets, coordinato da Barcellona, e Marakanda, coordinato da Firenze.
L’obiettivo è quello di promuovere la presenza dei mercati europei al dettaglio, accrescendone il profilo anche agli occhi della Commissione.

Ed è infatti con UrbACT II, il programma europeo di scambio e apprendimento che promuove lo sviluppo urbano sostenibile e finanzia ben 61 microprogetti fra cui uno dedicato specificatamente ai mercati – UrbACT Markets – che l’Unione Europea affronta questo nodo con maggior decisione. UrbACT II è finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale in collaborazione con gli Stati Membri e fa parte della politica di coesione dell’Unione Europea, il cui fine è sostenere la strategia di Lisbona- Gothenburg e le sue priorità: competitività, crescita e lavoro. UrbACT Markets sviluppa uno degli assi portanti del suo programma-capostipite ovvero la rigenerazione urbana, questa volta attraverso i mercati tradizionali.

Come in una reazione chimica, dunque, progetti municipali ed europei sono i precipitati di una galassia di microidee europee sul ruolo della cultura come volano dell’economia bel oltre il punto di saturazione: l’arte così com’è stata pensata e gestita ha smesso di essere rilevante ed ha ora bisogno di sviluppare un nuovo pubblico. Se sarà un patto con il diavolo, è ancora tutto da scoprire.

 
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