Vangelo di Domenica 7 Giugno 2020

Vangelo di Giovanni 3,16-18
DOMENICA 7 GIUGNO 2020 Dio: Padre, Figlio e Spirito

Vangelo di Giovanni 3,16-18
‘Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio perché chi crede in lui non muoia ma abbia vita eterna. ‘Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede nel Figlio non è condannato. Chi non crede, invece, è già condannato, perché non ha creduto nell’unico Figlio di Dio.La riflessione sulla Trinità: Dio Padre, Figlio e Spirito Santo non dovrebbe diventare una disgressione teologica intellettuale per gli addetti, non teorema complesso da sviscerare con lo scopo di dimostrare, ma invece sentire profondo, silenzio, riflessione, arricchimento interiore da tutti sperimentabile. E’ sempre da tenere presente nel modo più umile che siamo noi esseri umani a “osare” dire qualcosa di Dio dentro ad una determinata cultura e teologia, con i nostri limiti, le nostre categorie interpretative. Tutta le riflessione del passato, fino a poco tempo fa è stata determinata dalla filosofia e teologia occidentali: ad esse siamo certo anche debitori, ma ugualmente di esse siamo prigionieri; ben diverse le riflessioni con altri riferimenti culturali e spirituali; si pensi agli Indios dell’America Latina, a tanti popoli africani, dell’India, dell’Asia… La stessa fede con percezioni, intuizioni, riferimenti simbolici, espressioni diverse. Procedendo nel modo più umile possibile si può considerare come sia il Figlio a rivelarci che Dio è Padre, a farci percepire la sua misericordia come accoglienza incondizionata di cui è esemplare la parabola del Vangelo del padre che accoglie il figlio che se ne era andato di casa e aveva vissuto da dissoluto, al di là di ogni considerazione, mosso solo dal suo amore che comunica accoglienza, fiducia e incoraggiamento. Questo suo essere e relazionarsi ne rileva la dimensione materna, alternativa al maschilismo autoritario e punitivo con cui purtroppo Dio è stato presentato condizionando così e facendo soffrire nella logica punitiva tante persone. Il castigo e la logica sacrificale per il riscatto sono le più lontane da Dio Padre e Madre. Dell’accoglienza di questo Dio sentono l’esigenza tante persone colpite, ferite, discriminate, umiliate, emarginate. La storia purtroppo ne è popolata. Il Figlio che ci rivela il Padre, che ci insegna a conoscerlo e a pregarlo insieme nel percorso della nostra vita non è venuto nella storia per assoggettarci al sacrificio riparatorio che solo Lui poteva compiere. Al contrario è venuto a rivelarci il volto del Padre con la sua straordinaria umanità, con il suo continuo amore compassionevole e accogliente tutte le persone in particolare povere, colpite, ammalate, scartate.Il Figlio è venuto ad iniziare a costruire una umanità veramente umana di accoglienza, giustizia, condivisione, perdono, fratellanza e pace; a proporci di seguirlo in questo arduo compito con libertà, responsabilità e disponibilità. Il Figlio, come lui stesso ci ha detto, si incontra nei tanti figli e nelle tante figlie dell’umanità: affamati, assetati, denudati di dignità e di vestiti, ammalati e carcerati, forestieri. Tutti i figli e tutte le figlie dello stesso Padre come Lui, il Figlio dell’Uomo. Lo Spirito è l’energia di Dio padre e Figlio che ci anima, e rinvigorisce; ci sollecita ad essere coraggiosi nel progettare, nell’osare, nell’operare, nell’essere perseveranti con pazienza attiva. E’ la forza interiore di cui abbiamo bisogno. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

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