1. Biglietti aerei e assicurazione per la salute
Come al solito, prima acquistate i biglietti, più basso dovrebbe (potrebbe) essere il prezzo che pagherete. Noi in realtà abbiamo avuto una brutta avventura perché una volta che ci siamo aggiudicati i biglietti senza scalo con Air India da Milano Malpensa a New Delhi pensavamo di essere in ottime mani. Otto ore di volo diretto e via. Invece succede spesso che i voli in inverno dall’Italia non partano perché i piloti di Air India non hanno un brevetto aggiuntivo che servirebbe per decollare in Europa in caso di fitta nebbia, In realtà anche a Delhi c’è sempre molta nebbia, ma evidentemente là questo patentino non esiste. Quindi il nostro volo non è mai partito. Sì, avete letto bene. Era il 21 dicembre e avevamo fatto i salti mortali per ricavarci un po’ di tempo per noi e partire prima di Natale. Che fare? Lasciare perdere tutto? Volare da qualche altra parte? No, dopo aver insistito affinché ci restituissero i bagagli (cosa non semplice), abbiamo comprato dall’app dello smartphone un biglietto aereo sul sito di Emirates con scalo ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, e – tra un’imprecazione e l’altra – siamo partiti il mattino successivo. Al ritorno, ho dovuto insistere per quasi due mesi con Volagratis (da cui avevo acquistato i biglietti) e con Air India (che doveva comunicare appunto a Volagratis che il volo non era mai davvero partito), ma alla fine sono riuscita a ottenere un buono del pari importo della nostra spesa da utilizzare per altri voli. Insomma, ce l’ho fatta.
Qui non si scherza su Delhi belly e intossicazioni alimentari (per non parlare di come guidano sulle strade indiane!), perciò un’assicurazione sanitaria per l’India è d’obbligo.
2. Richiedere (e ottenere!) il visto per l’India
Richiedere il visto per andare in India è cosa laboriosa, ma solo quando avrete superato tutti gli ostacoli (e, permettetemi, l’ottusità di alcuni funzionari) e uscirete sorridenti dall’Ambasciata o Consolato dell’India potrete essere sicuri della partenza per il vostro viaggio. Il primo consiglio è proprio quello di muovervi per tempo per il visto, soprattutto se non abitate nelle vicinanze di Milano e di Roma e se non volete appoggiarvi a un’agenzia che si occupa di pratiche consolari (e anche in quest’ultimo caso sarà necessario avere a disposizione per sicurezza almeno tre settimane).
Sul sito dell’Ambasciata indiana a Roma trovate qualche informazione, ma sono incomplete e se tentate di telefonare al numero indicato è quasi un miracolo se qualcuno vi risponde.
Di che cosa avete bisogno? Il passaporto con validità di almeno sei mesi e un visto d’ingresso turistico che verrà incollato sul vostro documento e senza il quale non potrete neppure salire sul volo per l’India. Quando vi presentate all’Ambasciata indiana di Roma (se la vostra residenza è dalla Toscana verso sud) o al Consolato indiano di Milano (se la vostra residenza è, invece, a nord), dovete avere con voi il suddetto passaporto con validità di sei mesi e almeno tre pagine libere, due fototessere (come quelle per il passaporto), la fotocopia del vostro passaporto (non è scritto da nessuna parte, ma è fondamentale) e la stampa del Visa Application Form compilata in ogni suo punto (vi chiederanno, tra l’altro, i nomi dei vostri genitori, il vostro lavoro, la vostra religione, l’indirizzo presso cui starete in India, se avete rapporti e parentele con il Pakistan e così via). Andate avanti fino all’ultima delle cinque schermate e caricate la foto che avrete scansionato. Segnate l’ID che vi verrà comunicato. Conservate il pdf. Stampate tutto. Recatevi il prima possibile all’Ambasciata o al Consolato. Una volta lì, non è tutto finito. Lunga coda, persone stravolte che non hanno ottenuto il visto, passaporti che non si trovano (sì, perché potrete tornare a ritirarlo solo il giorno dopo, se siete a Roma, fino a una settimana/dieci giorni dopo se invece andate a Milano, perché lo devono spedire a Roma per l’ok). Insomma, sangue freddo. Pagate quel che è dovuto (circa 54,00 euro, se non erro, qualcosa di più se si è a Milano al Consolato indiano, ancora di più se fate tutto tramite agenzia) e rispondete alle loro domande. Un altro consiglio è quello di non scrivere lavori considerati scomodi: giornalista (io ho scritto ufficio stampa per togliermi dai guai), scrittore, ma anche casalinga (pare non sia contemplato, non fatevi domande e via). Tranquilli, ce la farete anche voi a partire!
3. Che cosa volete vedere in India? Scegliete il vostro itinerario
Mio marito Francesco, l’altra metà di Valigia a due piazze, sognava questo viaggio da anni, ma un po’ i miei problemi di salute, un po’ il dover far coincidere un buon numero di giorni liberi con il periodo giusto, alla fine l’India era sempre riposta in un angolo. Un itinerario però lo aveva in mente da tempo e avremmo solo dovuto renderlo realizzabile, consultandoci con qualcuno che avesse già vissuto questa esperienza o, meglio ancora, con qualcuno del posto. E’ stato così che, curiosando online, siamo entrati in contatto già un paio d’anni fa con Karni, originario di Jaipur, nel Rajasthan, e titolare di un’agenzia di viaggi in India che lavora molto con gli italiani. Il nome dell’agenzia è Popular India Vacation, ma in rete basterà digitare India Karni. Il sito è in italiano e sono elencate varie combinazioni di viaggio.
Karni arriva in Italia (sempre a Milano e a Roma per almeno una settimana, ma sul sito trovate anche le altre città e un calendario preciso) almeno due volte l’anno per rassicurare i potenziali clienti e viaggiatori sul viaggio in India. La prima volta lo incontrò mio marito due anni fa a luglio, la seconda volta andai anch’io con lui l’anno scorso, sempre a luglio, ma il viaggio non lo programmavamo mai, finché ci ho pensato io a sorpresa e, scambiate alcune mail in inglese con Karni (ma con lui lavorano anche alcuni ragazzi che sanno l’italiano, perciò non temete), abbiamo definito insieme l’itinerario sulla traccia di quello che aveva impostato Francesco ormai tempo prima.
Il nostro itinerario è stato questo:
21 dicembre – partenza da Milano Malpensa a Delhi (ma per l’inconveniente nebbia siamo partiti il 22)
22 dicembre – Delhi (ma noi eravamo in viaggio e siamo arrivati solo la notte tra il 22 e il 23 dicembre)
23 dicembre – volo da Delhi a Jodhpur e arrivo a Jaisalmer in automobile, passando per Osiyan
24 dicembre – Jaisalmer, al confine con il deserto del Pakistan
25 dicembre – Jodhpur
26 dicembre – Ranakpur/Udaipur
27 dicembre – Udaipur e crociera sul Pichola Lake
28 dicembre – Chittorgarh/Pushkar
29 dicembre – Jaipur
30 dicembre – Jaipur e l’Amber Fort
31 dicembre – Abhaneri/Agra
1 gennaio – Galta Ji/Orcha
2 gennaio – Khajuraho
3 gennaio – volo da Khajuraho a Varanasi
4 gennaio – Varanasi
5 gennaio – volo da Varanasi a Delhi
6 gennaio – Delhi
7 gennaio – volo da Delhi a Milano Malpensa (anche sul ritorno a causa del volo che avevamo dovuto modificare ci sono stati dei cambiamenti e siamo partiti la sera del 6 gennaio, invece del mattino del 7)
Grazie all’ottima organizzazione dello staff di Mr Karni, siamo riusciti a vedere tutto ciò che desideravamo in un Paese davvero complesso di cui, se avessimo voluto affrontarlo da soli in un vero e proprio viaggio fai da te, non avremmo potuto godere appieno. Le strade indiane sono davvero inaffrontabili. Sia nelle grandi città come Nuova Delhi, sia nei cosiddetti villaggi di fango. Tra vacche sacre (e tori giganteschi!) che sostano al centro delle carreggiate, anche in autostrada, sorpassi a destra e a sinistra, pedoni che si lanciano nella notte per attraversare, buchi per terra, biciclette e motorini che sfrecciano ovunque, più volte ci siamo chiesti come facessero ad arrivare vivi a fine giornata. Detto questo, avrete capito che un driver che vi faccia risparmiare tempo (e conservare la vostra vita) è fondamentale. Potete contattarlo già dall’Italia, affidandovi a un’agenzia di viaggio del posto, come abbiamo fatto noi, oppure provare a cercare qualcuno una volta arrivati in India e città per città, ma è chiaro che potreste non riuscire ad accordarvi sui lunghi tragitti, come, per esempio, Agra/Khajuraho che è lungo e complesso. Il driver sembra un trattamento di lusso, invece è un servizio che costa meno di quello che vi immaginate e che in Paesi come l’India (ma ricordate anche i post su Java e Bali?) è di vitale importanza, come un angelo custode.
4. Attenzione!
L’India è sporca, molto. Pensate solo a quanti intoccabili vivono per strada e ovviamente non hanno un bagno. Anzi, anche molte capanne dei villaggi non ce l’hanno, quindi si fa tutto all’aperto. E non c’è acqua per lavarsi se non, ogni tanto, qualche fontana a pompa da cui ricavarne un po’. Questo, unito al caldo e agli animali che vivono insieme agli uomini (e di conseguenza carcasse in putrefazione perché, tranne le vacche sacre, le altre bestie sono lasciate dove muoiono senza che qualcuno se ne occupi) e alle enormi discariche che si trovano accanto a ogni agglomerato di case non può che portare a una condizione critica di pulizia, anzi, allarmante. Scegliete, quindi, alberghi che siano di un buon livello, così potrete avere un bagno pulito, una stanza calda (in inverno di sera fa freddo e spesso le camere sono umide e senza riscaldamento) e magari anche un wifi per comunicare a casa (il più delle volte a pagamento). Nei post che dedicherò tappa tappa ai luoghi che abbiamo visitato, segnalerò anche gli alberghi in cui siamo stati e come ci siamo trovati.
Che cosa si mangia in India? Per quanto riguarda l’alimentazione, in India si mangia molto piccante, ma il pane – naan – vi aiuterà a smorzare il fuoco. Se siete vegetariani, ve la caverete benissimo con tutte le loro deliziose verdure cotte e con le lenticchie strepitose – dahl – ma i piatti sono per tutti i gusti: riso (il veg pulao ad esempio con le verdure), pollo e – soprattutto nell’Uttar Pradesh – montone. Il vostro driver conosce di certo i ristoranti sicuri, quelli insomma che vanno bene per gli occidentali perché più puliti o perché cucinano un po’ meno piccante. Fatevi consigliare.
Portate con voi un disinfettante con cui pulire sempre le mani e anche uno per il corpo (ormai noi abbiamo un docciaschiuma antibatterico con cui ci troviamo benissimo). I medicinali dovranno essere ben studiati: antidiarroico, qualcosa per digerire, contro la febbre, gastroprotettore, fermenti lattici da iniziare a prendere qualche giorno prima della partenza. Io (incredibile) questa volta sono riuscita a risparmiarmi problemi intestinali – la famosa Delhi belly – ma fate attenzione perchè potrebbero compromettere il vostro viaggio. Non sono necessari vaccini.
Quale abbigliamento in India? Vestitevi sportivi. Non avrete gran tempo per serate eleganti. Forse giusto qualcosa di più carino per Delhi e Jaipur o Udaipur. Per il resto, solo tanta polvere e fango. Per Varanasi, ma questo è un capitolo a parte, le scarpe dovranno essere chiuse perché camminerete anche tra gli escrementi (di vacca, di scimmia, di cane e umani, sì). Noi le abbiamo poi riposte in un sacchetto e disinfettate più volte arrivati in Italia perché ci dispiaceva buttarle, ma se avete delle scarpe ormai alla fine della loro vita, portate quelle e gettatele via direttamente alla fine della visita a Varanasi.
In India fa caldo, di giorno anche a dicembre. Verso il deserto vi servirà una maglietta con le maniche corte. I pantaloni, anche d’estate, ve li consiglio sempre lunghi, magari leggeri, ma lunghi. Non siate troppo discinti, soprattutto le donne. Gli indiani uomini possono essere molto insistenti con lo sguardo o decidere addirittura di seguire, proprio pedinare, una donna europea, chiedendo di fare una foto con il telefonino, di toccarle una mano, di starle accanto. Non succederà nulla, ma a Orcha mi sono ritrovata con più di venti uomini (forse trenta, senza esagerare!) che mi seguivano e mi scattavano fotografie (e io avevo i jeans e una giacca di medio peso). Insomma, potrebbe non essere gradevole. In inverno la nebbia la fa da padrona in molte città indiane, quindi una maglia di lana e qualcosa antivento che vi preservi dall’umidità è utile. Soprattutto all’alba e dopo il tramonto.
Quando andare in India? Per non morire di caldo, l’ottimale è il periodo invernale perché, tranne un po’ di freddo al mattino e alla sera, si gira molto bene e anche gli odori sono un po’ meno forti (immaginatevi che cosa può significare dover respirare nell’umidità e a 40°). Per questo motivo dicembre e gennaioin India sono considerati mesi di alta stagione. Alcuni amici sono stati ad agosto, quando di solito si è più liberi dagli impegni di lavoro, ma preparatevi al caldo umido e verso le fine del mese a forti piogge monsoniche, soprattutto nell’India del Sud.
Che cosa acquistare in India? I prezzi non sono così convenienti come potreste aspettarvi. Con gli europei, i prezzi salgono immediatamente e sono all’occidentale. Una bella pashmina in cashmere può costare anche 200 euro e così un sari prezioso. Se vi piacciono i bracciali colorati come portano le donne indiane, ne troverete di tutte le fogge e i materiali. Non in avorio perchè non è più commerciabile. Se volete farvi un regalo prezioso, a Jaipur potete acquistare una pietra preziosa, in particolare il rubino, ma anche lo smeraldo e lo zaffiro. Andate nei negozi che rilasciano la garanzia e portate via una pietra a un quarto di quello che la paghereste in Italia. Ecco, di sicuro comprate le spezie a Jodhpur! Si risparmia davvero molto sul cibo. Spenderete anche solo 4 o 5 euro a pasto. Le rupie vanno cambiate in India, non ne troverete in Italia perché è una valuta che non può essere portata all’estero. Alcuni money change sono davvero vantaggiosi, soprattutto nei medio-piccoli villaggi. Se potete, non cambiate mai in aeroporto perchè è sempre molto svantaggioso. Contrattate un po’ sul cambio in albergo.
A questo punto, potete iniziare a organizzare il vostro viaggio in India. Scrivetemi per qualsiasi consiglio e se volete farvi una scorpacciata di foto, andate su Instagram e digitate l’hashtag #valigiaaduepiazzeinindia.
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